Madrid (città)
IndiceCapoluogo della provincia omonima, della Comunità autonoma e capitale della Spagna, 655 m s.m., 712 km², 3.207.247 ab. (2013), l'agglomerato urbano 6.087.000 ab. (2013).
Madrid. Edifici moderni nel quartiere Azca.
De Agostini Picture Library/W. Buss
Madrid. La facciata del Palacio Real.
De Agostini Picture Library/W. Buss
Madrid. La facciata del Museo del Prado.
De Agostini Picture Library/W. Buss
Generalità
Situata nel cuore della Penisola Iberica, ai piedi della Sierra de Guadarrama, sulla sinistra del fiume Manzanarre, Madrid si trova al centro di una regione steppica, a un'altitudine di 655 m che ne fa la più alta capitale d'Europa. È la prima metropoli spagnola per numero di abitanti e la seconda per importanza economica dopo Barcellona. Madrid è sede di numerose università – la più antica delle quali, l'Università di Alcalà de Henares (o Università Complutense di Madrid), venne fondata nel 1508 (ma solo da 1836 si trova stabilmente a Madrid) – e di prestigiose istituzioni, tra cui la Biblioteca Nazionale (1712) e la Biblioteca del Palazzo Reale. Dal 1984 il monumentale palazzo-monastero di San Lorenzo de El Escorial, a ca. 50 km a NO di Madrid, è censito dall'UNESCO tra i siti Patrimonio Mondiale dell'Umanità (1984). Nel 1992 Madrid è stata dichiarata capitale europea della cultura: in quell'occasione è stato inaugurato il Paseo de Arte, uno dei circuiti espositivi più ricchi del mondo che comprende il Museo del Prado, il Museo Thyssen-Bornemisza e il Centro de Arte Reina Sofia.
Urbanistica
L'arrivo a Madrid dei membri della corte dalla vecchia capitale Toledo diede l'avvio al rinnovamento urbanistico della città. Obbligati i proprietari di casa a cedere i piani superiori delle loro abitazioni, le nuove costruzioni nacquero a piano unico e si assistette così a un quadruplicarsi dell'area municipale, mentre la popolazione saliva a 100.000 persone all'inizio del sec. XVII. La città si espanse in tutte le direzioni (tranne che a E dov'era la residenza reale). Oltre alle dimore nobiliari, numerosi erano i monasteri con ampi giardini: la pianta del Texeira (1656) mostra come la densità di costruzione fosse bassa alla periferia e lungo alcune strade principali. Le più importanti di queste, che si irradiavano da Puerta del Sol e dalla vicina Plaza Mayor (sorta sul modello delle piazze reali francesi, come vasta area per cerimonie religiose, feste ecc.), tracciate nella prima metà del sec. XVII, portavano verso Alcalá, Toledo, Segovia e davano allo schema di Madrid un certo carattere radiale. Dopo Salsedo, governatore illuminato di Madrid, la politica di rinnovamento urbano fu proseguita da Carlo III (1759-88) che, fra l'altro, fece erigere il Museo del Prado, l'Osservatorio, il Giardino Botanico, il Ministerio de Hacienda, la Puerta de Alcalá. Il centro urbano divenne la Puerta del Sol e l'aspetto di Madrid mutò quando, con la soppressione di molti conventi (1836), furono edificate numerose residenze. Nel 1894, sotto l'influenza della teoria di A. Soria y Mata, venne realizzato il primo tratto di città lineare tra i sobborghi di Chamartín e Barrio de la Concepción. All'inizio del sec. XX si ebbe un incremento della popolazione che portò a sfiorare il milione intorno agli anni Trenta. La città si espanse, inglobando i Paesi circostanti e iniziò un'opera di decentramento. Nel 1930 fu completata la Gran Vía, dal Prado ai quartieri di NE, attuale asse direzionale. Dopo la guerra civile, che recò ingenti danni alla parte nordorientale della città, Madrid riprese a espandersi e nei decenni successivi si ebbe uno sviluppo demografico eccezionale. Nel dopoguerra (1946) venne elaborato il piano per la grande Madrid, articolata su 5 aree di decongestionamento residenziali e industriali, sul tipo delle new town inglesi, distanti dalla città di Madrid tra i 50 e i 175 km (Aranda De Duero, Guadalajara, Toledo, Alcázar de San Juan, Manzanares). Nel 1963 venne redatto il Plan de ordenación de che prevedeva lo sviluppo a macchia d'olio della città, considerando Madrid come centro di una serie di città satelliti. Nel 1978 venne approvato il piano di ristrutturazione delle periferie, Remodelación de Barrios, che prevedeva la costruzione di 40.000 unità abitative entro il 1990. Nel 1981 entrò in vigore il Plan especial de la villa de che sanciva un intervento coordinato di recupero edilizio a opera del capitale pubblico e privato. Nel 1985 venne approvato il Plan general de col programma di qualificare il tessuto urbano esistente: arginando la trasformazione del centro storico a uso terziario, riequilibrando la distribuzione dei servizi fra la zona settentrionale e meridionale della città, ristrutturando il patrimonio edilizio esistente e riorganizzando la rete dei trasporti. Particolare attenzione è stata data al verde e agli spazi aperti: ricordiamo il parco lungo il Manzanarre, il parco Tierno Galván e il grande parco pubblico del sobborgo di Laz Rezas. La zona più recente di Madrid è il quartiere degli affari di Azca, creato a partire dal 1969, che si stende lungo l'avenue Paseo de la Castelana, verso N, delimitato dal complesso dove hanno sede i ministeri e dal Palazzo dei Congressi. Tra i moderni grattacieli che vi sorgono spicca la Torre Picasso, di 516 piani, costruita nel 1989 su progetto di Minoru Yamasaki. All'imbocco dell'avenue Paseo de la Castelana, sul lato N di Plaza de la Castilla, si innalzano le torri gemelle della Puerta de Europa (architetti John Burgee e Philip Johnson, 1998), due imponenti strutture inclinate una verso l'altra.
Storia
Sebbene di antichissima origine (il nome sembra essere celtico e significare “grande guado o ponte”), comincia a figurare nella storia sotto il dominio musulmano (Mayrít) nel sec. X. Conquistata dai cristiani nel 939, riperduta, fu definitivamente riconquistata da Alfonso VI nel 1083 ma restò un borgo di scarsa importanza. Residenza abituale dei re di Castiglia Giovanni II ed Enrico IV nel sec. XV, solo nel 1561 assunse un ruolo di primo piano a opera del centralizzatore Filippo II, che la designò capitale della grande monarchia. Da quel momento fu quasi ininterrottamente sede della corte e del governo e andò man mano ingrandendosi. Col centralismo riformista del dispotismo illuminato, Madrid prese definitivamente il suo profilo di città castigliana e divenne il fulcro della vita politica dello Stato. Nel 1766 fu teatro di una rivolta popolare originata da una crisi economica che si rifletté in una crisi di governo. E fu a Madrid (2 maggio 1808) che scoccò la scintilla della ribellione contro l'invasione napoleonica, scintilla da cui divampò la guerra d'indipendenza che aprì la Spagna alle correnti del liberalismo europeo. Teatro di moti rivoluzionari nel 1854 e nel 1868, quindi di anni difficili, inquieti, prima e dopo la Restaurazione con Alfonso XII (1874), Madrid fu travagliata dalla contestazione anarchica nei primi anni del Novecento (attentati ai sovrani nel 1906, uccisione del presidente del Consiglio José Canalejas nel 1912) e da una crisi economica nel 1917, che significò anche nuovi atti di terrorismo e l'assassinio, nel 1921, di un altro capo di governo: Eduardo Dato. L'ordine fu riportato in città dalla dittatura di Miguel Primo De Rivera y Orbaneja. Scoppiata la guerra civile, Madrid ne visse l'intera tragedia che si concluse con l'entrata delle truppe franchiste (28 marzo 1939), quattro giorni prima della fine della lotta.
Arte: dal Medioevo fino al XVII secolo
I monumenti medievali più antichi sono le torri di San Nicola (stile mudéjar) e di San Pedro el Real (sec. XIV). Al primo periodo rinascimentale (dominato dallo stile plateresco e da elaborazioni e incontri di elementi rinascimentali, gotici e moreschi), anteriore all'elezione di Madrid a capitale della Spagna, appartengono la chiesa di San Jerónimo el Real (1503-05), l'Hospital de la Latina (forse di qualche anno più tardi), la chiesa di San Ginés (rifatta nel 1645 e decorata con pitture del Greco e di A. Cano), la casa de los Lujanes, la Capilla dell'Obispo (1520, con sepolcri e un altare scolpito da F. Giralte). Del periodo classico, più fortemente influenzato dall'arte rinascimentale italiana, sono il convento delle Descalzas (1560, con facciata classica e scalone decorato con pitture del 1660; la cappella del Miracolo del 1678; la chiesa, rifatta da J. de Villanueva nel 1750 ca., conserva il sepolcro di Giovanna d'Austria, eseguito da P. Leoni nel 1574). Seguono quindi, dello stesso periodo, il convento de la Encarnación e la chiesa delle Agostiniane (1611, opera di J. G. de Mora; l'interno della chiesa fu restaurato nel 1767 da V. Rodríguez); la Plaza Mayor ideata nel 1617 da J. G. de Mora, di forma rettangolare (con statua equestre di Filippo III eseguita da P. Tacca), attorno alla quale si affacciano la casa de la Panadería (1672-74, di J. Jiménez Donoso), la Cárcel de Corte (1629) e il Municipio (iniziato da J. G. de Mora nel 1640).
Arte: il XVIII secolo
Nel complesso intervenne più tardi (1729) anche A. Churriguera. Importanti edifici del sec. XVII sono ancora la chiesa di San Antonio de los Alemanes (1624, con affreschi di L. Giordano e di J. Carreño de Miranda), la cattedrale di San Isidro (1625-51) dell'architetto gesuita F. Bautista (al quale si deve anche il convento del Buen Retiro), la chiesa di San Cayetano (ora San Millán) con facciata di J. B. Churriguera, la chiesa delle Benedettine (1641). Al lungo svolgimento del periodo barocco (1650-1750), ricco di variazioni dominate dalle fantasie stilistiche churrigueresche, appartengono la chiesa di San Andrés, edifici civili del quartiere di Conde Duque (1720), la chiesa di Nuestra Señora de Montserrat (1720), l'Hospicio de San Fernando (1729), il Ponte de Toledo (1735), il santuario della Virgen del Puerto (di P. Ribera, 1718), il Palacio Real (sull'area dell'antico Alcázar), iniziato nel 1735 su progetto di F. Juvara e continuato, dal 1738, da G. B. Sacchetti e successivamente da V. Rodríguez e da altri. Nel complesso reale, decorato da affreschi di C. Giaquinto, G. Tiepolo, A. R. Mengs ecc., sono importanti la sala del trono, i saloni di porcellana e degli specchi, la cappella; di valore sono le collezioni di arazzi (con esempi di manifatture madrilene dal sec. XVI in poi) e di armi e armature nell'armeria reale. Allo stile barocco si rifanno le architetture della chiesa delle Comendadoras de Santiago (1746, J. del Olmo), di quelle di San José (1742), di San Miguel (1745, G. Bonavía), di San Marcos (1749) su progetti di V. Rodríguez (al quale si deve anche la realizzazione del convento di San Egidio), del convento salesiano (1750, F. Carlier). Nella seconda metà del Settecento, mentre altrove in Spagna le variazioni del barocco sussistevano in esauste ripetizioni, Madrid, all'insegna del gusto neoclassico (chiesa di San Francisco el Grande), si rinnovò attraverso nuove architetture e sistemazioni urbanistiche (Paseo del Prado). Se nella pittura di questo periodo dominò incontrastata la personalità di Goya, mentre la scultura perpetuava fino alle soglie dell'Ottocento i modi barocchi, riscattati poi dalla convinta classicità di J. Álvarez Cubero, nell'architettura prevalsero i nomi di V. Rodríguez (palazzo di Liria in collaborazione con Gilbert), dell'italiano F. Sabatini (autore, tra l'altro, del Ministerio de Hacienda) e, soprattutto, di J. de Villanueva, autore dell'Orto Botanico e dell'Osservatorio Astronomico (1771-85), dell'Oratorio del Caballero de Gracia (1786), del teatro Príncipe (1773) e del Museo del Prado; Madrid fu anche un importante centro arazziero. Nella seconda metà del Cinquecento vi fu istituita da Filippo II la manifattura di Santa Isabella, diretta da P. Gutiérrez, con lo scopo di provvedere al restauro degli arazzi reali. Nel 1720 Filippo V fondò la manifattura di Santa Barbara e chiamò a dirigerla il fiammingo J. van der Goten che, insieme ai suoi cinque figli, diede origine a una dinastia di arazzieri attivi a Madrid e a Siviglia fino al sec. XIX. Dalla manifattura di Santa Barbara, tuttora attiva, uscirono notevoli serie tratte da disegni o dipinti di A. Procaccini, C. Giaquinto, L. Giordano; vi furono tessuti anche gli arazzi tratti dai 45 cartoni di Goya con scene di vita madrilena.
Musei
Il più importante museo di Madrid e dell'intera Spagna è il Prado. Altri notevoli musei sono il Museo dell'Accademia di San Fernando (con raccolte di pitture spagnole e straniere); il Museo della Fondazione Lázaro Galdiano (costituito dalla donazione Galdiano fatta allo Stato nel 1949 e comprendente pitture spagnole, fiamminghe e di altre scuole; opere di scultura; oreficerie, smalti e altri prodotti di arti minori); il Museo Cerralbo (pittura spagnola, raccolte di grafica; armeria; arte decorativa islamica); il Museo de América, con sezioni dell'arte precolombiana e coloniale; il Museo Arqueológico Nacional. Quest'ultimo comprende collezioni di preistoria, di arte classica e iberica e una sezione di numismatica e glittica. Gli oggetti di provenienza locale offrono una visione completa delle civiltà della Spagna dalla preistoria all'età romana (sculture, bronzi, mosaici, gioielli). L'arte iberica è rappresentata dalla ceramica e dalla pregevole scultura in pietra (Offerente) e in bronzo (ex voto di Despeñaperros). Tra gli oggetti di provenienza non locale vi sono pezzi egizi, vasi greci (coppa di Sokles), sculture romane (puteale con la nascita di Atena), terrecotte etrusche (da Cales), mosaici. Il Centro Reina Sofía, fondato nel 1986 nell'antico ospedale di Calle Santa Isabel, è dedicato in gran parte all'attività espositiva temporanea e occupa, per ragioni di ampiezza e di disponibilità finanziarie, il primo posto tra i musei spagnoli dedicati all'arte contemporanea. Nel 1991 è stato inaugurato il Museo de arte contemporanea Reina Sofía, annesso al Centro, dove è conservato, fra gli altri, il Guernica di P. Picasso. Il Museo Thyssen-Bornemisza è tra le raccolte private di pittura più grandi del mondo, dal 1993 acquistata dallo Stato: oltre 800 opere dai primitivi italiani e fiamminghi alle avanguardie del sec. XX. Tra il 2002 e il 2003 l'ampliamento della sede originaria (palazzo di Villahermosa) ha consentito, a partire dal 2004, di ospitare la Collezione Carmen Thyssen, naturale continuazione della raccolta originaria.
Spettacolo
Le prime rappresentazioni teatrali di cui si abbia notizia risalgono alla seconda metà del Cinquecento, a quando cioè Madrid, divenuta sede della Corte, divenne anche il centro della vita teatrale spagnola. I primi luoghi teatrali della città furono normali cortili (corrales) presi in affitto da compagnie itineranti. Solo verso la fine del sec. XVI si aprirono i primi due teatri permanenti, il Corral de la Cruz (inaugurato dalla compagnia di Juan de Granados) e il Corral del Príncipe (inaugurato da Vázquez e da Juan de Ávila), affidati in gestione a due confraternite (quella della Pasión e quella della Soledad) che conservarono una situazione di monopolio sino al 1638, quando i due teatri passarono sotto il municipio, che li affittò a privati per periodi di 4 anni. Nel Seicento recitarono al Príncipe le compagnie migliori, fra cui quella di Gáspar de Porres, Manuel Vallejo, Antonio García de Prado, Antonio de Escamilla; salirono invece sul palcoscenico del Corral de la Cruz attrici assai celebri, come María Calderón “la Calderona”, María de Córdoba “Amarilis” e Antonia Granados. In occasione del Corpus Domini si rappresentavano, nelle piazze e davanti alle chiese, autos sacramentales. Rappresentazioni di commedie sacre e profane si tennero, nel sec. XVII, nelle chiese e nei conventi (gli attori erano gli stessi dei corrales). Durante il suo regno, Filippo IV organizzò frequenti rappresentazioni al Buen Retiro. Il Settecento vide il passaggio dei due teatri direttamente all'autorità municipale e l'apertura, per iniziativa dei comici italiani, di una nuova sala, il Coliseo de los Caños del Peral, sulla stessa area dove sarebbe sorto nel 1818 il Real, cioè il principale teatro d'opera cittadino. Fra le compagnie di attori emersero quelle di María Hidalgo, José Parra, Nicolás de la Calle, Manuel Martínez (con María del Rosario Fernández “la Tirana”), Maria Ladvenant, Eusebio Ribera e Luis Navarro (con Rita Luna). Si recitavano per lo più lavori drammatici di autori spagnoli del “siglo de oro” e testi a carattere popolaresco, ma non erano esclusi gli autori stranieri (Goldoni, Metastasio, Racine, Voltaire ecc.). Nell'Ottocento, al Teatro de la Cruz ebbero luogo le prime di opere come El sí de las niñas (1806) di Moratín, La conjuración de Venecia (1843) di Martínez de la Rosa, il Don Juan Tenorio (1844) di Zorrilla. Nel 1856 il teatro fu chiuso. Anche al teatro Príncipe si rappresentarono alcune delle opere più significative del romanticismo spagnolo, come Don Álvaro (1833) del duca di Rivas, El Trovador (1836) di García Gutiérrez, Los amantes de Teruel (1837) di Hartzenbusch, e opere di Tamayo y Baus e di A. López Ayala interpretate da attori famosi (Concepción Rodríguez, Bárbara e Teodora Lamadrid, Matilde Díez, José Valero, Latorre, Julián Romea, Joaquín Arjona). Nel 1849 il Príncipe divenne il Teatro Español, rimasto il più importante teatro di prosa spagnolo. Vi si rappresentarono i drammi di Echegaray e opere di Galdós, Benavente, dei fratelli Quintero. Nel Novecento si sono esibiti sul suo palcoscenico eccellenti interpreti, quali Margarita Xirgu, Enrique Borrás, Mercedes Prendes. A Cipriano Rivas Cherif si devono gli ottimi allestimenti dei capolavori del “siglo de oro”, le prime di lavori di García Lorca, Casona, Valle-Inclán, dei fratelli A. e M. Machado, e il merito di avere fatto conoscere al pubblico madrileno il Teatro d'Arte di Mosca, che recitò, sempre al Teatro Español, Gorkij, Gogol, Čechov e Ostrovskij. Dopo la guerra civile, sotto la direzione artistica di Cayetano Luca de Tena sono continuati gli allestimenti dei classici spagnoli, di Shakespeare e di altri classici stranieri, finché, divenuto direttore José Tamayo, l'Español ha accolto soprattutto opere contemporanee straniere. Nella seconda metà dell'Ottocento ai teatri citati si aggiunsero diverse altre sale di spettacolo: baracche provvisorie, per spettacoli di marionette o per esibizioni di acrobati, e veri e propri teatri come l'Apolo (1873-1929), detto “catedral del género chico”; il Teatro de la Comedia (1875), in cui recitò anche la Duse, che si mantenne a un buon livello artistico fino all'inizio della guerra civile; il Lara (1880), destinato a un pubblico di gusti semplici, dove si rappresentarono per lo più scherzi comici di autori popolari ma ebbero luogo anche le prime di El Patio (1900) dei fratelli Quintero e di Los intereses creados (1907) di Benavente, e dove recitarono sempre ottimi attori (Balbina Valverde, Rosario Pino, Matilde Moreno, Catalina Bárcena, Leocadia Alba, Concha Catalá, Carmen Carbonell, R. Simó Raso, R. Puga, F. Morano, E. Vilches, E. Thuillier, R. Rivelles); il Teatro de la Princesa (1885), l'attuale María Guerrero, che ospitò Vico e Calvo, Sarah Bernhardt, Ermete Zacconi, María Tubau, Carmen Cobeña, Margarita Xirgu, e che mette in scena soprattutto lavori drammatici stranieri; e ancora il Teatro de la Zarzuela e numerose installazioni all'aperto per i mesi estivi. Nel sec. XX ha avuto importanza anche l'Eslava, soprattutto nel periodo in cui fu diretto da G. Martínez Sierra. Numerosi gli spettacoli alternativi, a iniziare dalla Barraca di García Lorca e dal Teatro del Pueblo di A. Casona, che hanno cercato di reagire alla commercializzazione o all'accademismo delle maggiori sale. Nel 1997 ha riaperto al pubblico, dopo dieci anni di restauri, il Teatro Real, oggi considerato tra i teatri tecnologicamente più all'avanguardia d'Europa.
Economia
Oltre a essere il principale centro amministrativo, culturale e finanziario del Paese, sede del governo, della Banca centrale (Banco de España) e della Borsa valori, a partire dalla metà del sec. XX Madrid ha vissuto un grande sviluppo industriale cui hanno contribuito notevoli investimenti per la produzione e la distribuzione di energia elettrica (costruzione di dighe su corsi d'acqua e fiumi della Vecchia e Nuova Castiglia). Madrid conta oggi, nel suo circondario, numerose industrie, soprattutto nel settore alimentare, siderurgico, elettrotecnico, meccanico, chimico-farmaceutico, calzaturiero, del tabacco, dell'abbigliamento, cartario, grafico e dei materiali da costruzione. Spicca per dinamicità l'industria automobilistica. Fiorente anche il settore delle attività manifatturiere tradizionali come quella degli arazzi, delle porcellane e dell'oreficeria. In anni recenti sono cresciute le società di servizi e di ricerca e sviluppo di tecnologie avanzate. A Madrid hanno sede il 70% delle imprese multinazionali che hanno investito capitali in Spagna. Ma il settore in maggior espansione è il turismo. Situata all'incrocio di importanti direttrici del traffico stradale e ferroviario, Madrid possiede una delle prima metropolitane d'Europa, inaugurata nel 1919 e oggi, dopo gli ampliamenti del 1998-99, una delle più sviluppate del mondo; è inoltre servita dall'aeroporto internazionale di Barajas, a NE della città.
Curiosità
Madrid è famosa in tutto il mondo per le tradizionali corride che si svolgono nella Plaza de Toros Monumental de Las Ventas, l'arena più grande del mondo. La stagione inizia a febbraio e prosegue per tutta la primavera e l'estate, culminando nella festa di San Isidro, patrono della città, che dura un mese a partire dal 15 maggio.
Bibliografia
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