Churriguera, de-
famiglia di architetti e scultori spagnoli attivi in Castiglia e nel León tra la fine del sec. XVII e la prima metà del sec. XVIII. § Capostipite deve considerarsi José Simón (José el Viejo), scultore proveniente da Barcellona e presente a Madrid dal 1674 ca., dove collaborò con J. Rates. I suoi figli José Benito (il più noto), Joaquín, Alberto, Manuel e Miguel sono i maggiori esponenti della corrente autoctona più originale e fastosa del barocco spagnolo, che da loro assunse appunto il nome di churriguerismo e che prese spunto, oltre che dalla tradizione tardogotica e plateresca locale, da motivi della scultura lignea catalana e da forme del barocco romano. § José Benito (Madrid 1665-1725) realizzò a Madrid la facciata della chiesa di S. Cayetano (ora S. Millán), la chiesa di S. Tomás e il palazzo Goyeneche (oggi Real Academia de S. Fernando nel rifacimento del 1774 di Juan de Villanueva). Elaborò il piano della città di Nuevo Baztán (1722), costruendovi il palazzo Goyeneche, la chiesa e la fabbrica. Eseguì numerosi retablos, fra cui famosi quelli di S. Esteban a Salamanca (1693) e del Sagrario della cattedrale di Segovia (1686). § Joaquín (Madrid 1674-Salamanca, o Plasencia, 1724), architetto, dal 1713 “Maestro Mayor” della cattedrale di Salamanca, costruì la cupola della Catedral Nueva (1714-24, distrutta nel 1755), il collegio di Calatrava (1717, terminato dal fratello Alberto) e la foresteria del collegio di Anaya. § Alberto (Madrid 1676-Orgaz ca. 1750) divenne “Maestro Mayor” a Salamanca, dove realizzò il coro della cattedrale (1725-38), la chiesa di S. Sebástian (1731) e la Plaza Mayor, suo capolavoro (1729-33, terminata dal Quiñones nel 1755 ca.). Sono da ricordare come sue opere anche la parte superiore della facciata della cattedrale di Valladolid (1729), cominciata nel Seicento dall'Herrera, e le chiese parrocchiali di Orgaz (1738-50) e dell'Assunzione a Rueda (1738-47). § A Manuel (n. Madrid 1667) è attribuito il retablo del Sagrario di Segovia e a Miguel l'arco della Stella a Cáceres (1729). Matías, Jerónimo (m. Madrid 1731) e Nicolás, figli di José Benito, collaborarono col padre. "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 7 pp 88-89" "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 7 pp 88-89"