Giuràssico
IndiceDescrizione generale
(anche Giurése), agg. e sm. (pl. m. -ci) [sec. XVIII; dal nome della catena del Giura]. Secondo periodo dell'era mesozoica; il nome è stato introdotto nel 1795 da A. von Humboldt, per il quale però i terreni del Giurassico erano compresi tra il Permiano e il Buntsandstein (Trias inferiore); successivamente A. Boué collocò esattamente il Giurassico fra Trias e Cretaceo, e A. Brongniart ne definì le caratteristiche principali. La durata assoluta del Giurassico varia, secondo gli autori, da 25 a 45 milioni di anni (secondo la datazione assoluta di Kulp il Giurassico va da 180 a 135 milioni di anni fa, secondo quella di Holmes da 152 a 127 milioni di anni fa). In Europa il Giurassico viene comunemente suddiviso in tre sottoperiodi: Lias, Dogger e Malm, che corrispondono in linea di massima al Giurassico inferiore, medio e superiore. In Germania però viene anche adottata una tripartizione, Giura Nero, Giura Bruno e Giura Bianco, basata sul colore delle formazioni . Mentre per il limite inferiore del Giurassico si è raggiunto un accordo (colloquio sul Giurassico del Lussemburgo, 1962), collocando il Retico nel Trias e considerando l'Hettangiano come piano basale del Giurassico, per quello superiore la discussione è ancora aperta. Nell'area settentrionale (provincia boreale) il Giurassico termina con una regressione: al riguardo alcuni autori distinguono un piano portlandiano, ancora marino, e un piano purbeckiano, salmastro e lacustre, da considerarsi piuttosto come facies regressiva del Portlandiano. Nell'area mediterranea, interessata dalla geosinclinale alpina (provincia mediterranea), il Giurassico è in continuità stratigrafica alla base col Trias e in sommità col Cretaceo inferiore e spesso non è agevole una distinzione tra il Titonico, come viene indicato il piano sommitale, anche se non ha i requisiti necessari per poter essere accettato ufficialmente come piano sia per la mancanza di una serie tipo che lo definisca sia per l'inadeguatezza del nome, e il Neocomiano. Infine per l'area orientale della provincia boreale, gli studiosi russi definiscono come piano sommitale del Giurassico il Volgiano, per la presenza di una fauna ammonitica del tutto diversa da quella tipica dell'area occidentale e da quella della provincia mediterranea. I terreni del Giurassico sono tipicizzati da una notevole ricchezza delle faune ad Ammoniti al punto che approfittando della limitata durata della maggior parte delle specie è stato possibile suddividerli in numerosissime “zone”, ciascuna caratterizzata appunto dalla presenza di una o più specie significative di questi Cefalopodi.
Giurassico. Fossile di ammonite.
De Agostini Picture Library / G. Cigolini
Giurassico. Fossile di cicadali Podozamites associate a pesce Leptolepis.
De Agostini Picture Library / G. Cigolini
Orogenesi
Per quanto attiene i fenomeni orogenetici, mentre l'Europa e l'Asia attraversano un periodo di quiete (solo durante il Malm nella Germania di NW e nella Sierra Nevada si verifica la fase cimmerica recente dell'orogenesi alpina), in America si hanno imponenti fasi orogenitiche, fase andina (tra Giurassico e Cretaceo) nelle Ande e fasi nevadiana (Giurassico superiore) e diableana (tra Giurassico e Cretaceo) nelle cordigliere nordamericane. I fenomeni magmatici sono di tipo essenzialmente basico come testimoniano le eruzioni basali di magmi femici e ultrafemici nella geosinclinale della Tetide (ofioliti o pietre verdi), connesse con le fasi embrionali dell'orogenesi alpina, e quelle basaltiche del Karroo (Sudafrica) e del Paraná, mentre nelle Ande si effusero grandi colate porfiriche.
Paleogeografia
Nel Giurassico la paleogeografia non presenta sensibili differenze con quella del periodo precedente; per quanto riguarda l'Europa persiste il contrasto tra il vasto mare mesogeo, la Tetide e il continente nordatlantico: nell'ambito della provincia mediterranea dominavano mari profondi dal fondo irregolare, interessato da cordigliere (parzialmente emergenti) costituenti gli embrioni di talune delle maggiori unità tettoniche che successivamente faranno parte delle catene alpidiche. Nell'Europa continentale invece la trasgressione marina al termine del Retico aveva portato alla formazione di mari epicontinentali dai quali emergevano i “massicci ercinici” o “massicci antichi”, i quali separavano alcuni bacini interni subsidenti come quello anglo-parigino, quello dell'Aquitania, quello del Rodano e quello svevo. Al termine del Giurassico un largo braccio di mare separava, attraversando la Russia, il continente di Angara dal continente nordatlantico (l'Oceano Atlantico non si era ancora individuato), qua e là tuttavia ricoperto da mari epicontinentali: erano emersi lo scudo scandinavo, l'Islanda, la Scozia, gran parte dell'Inghilterra, il Canada e le regioni centrali degli Stati Uniti. I depositi giurassici si ripresentano invece nell'ambito del dominio pacifico (Montagne Rocciose, Messico, regione andina). Il continente di Gondwana è ormai ridotto al blocco America Meridionale-Africa, e quindi anche l'Atlantico meridionale non si è ancora formato; è in atto lo smembramento del blocco australo-indo-malgascio (Lemuria) con l'impostazione dell'Oceano Indiano.
Clima, flora e fauna
In base alla fauna sembrerebbe che nel Giurassico i climi fossero differenziati tanto da caratterizzare una zona boreale e una tropicale separate da una fascia di transizione, ma di questo non si trova completa conferma nella flora che presenta invece una sensibile uniformità su tutta la superficie del globo, con predominio delle Cicadine e delle Bennettitali, seguite dalle Conifere e dalle GinkgofiteDi notevole interesse è la comparsa delle Caytonali, presunto gruppo capostipite delle Angiosperme. La fauna è assai ricca e spesso caratteristica: tutte le classi del regno animale sono rappresentate, dato che fanno la loro comparsa anche gli Uccelli. Tra i Protozoi prevalgono i Radiolari, però di insignificante valore stratigrafico a differenza invece dei Foraminiferi (Lituolidae, Nodosaridae) e dei Tintinnidi (Calpionella alpina). Notevole diffusione hanno le Spugne silicee; i Coralli abbondano nel Giurassico medio e superiore. Diffusi sono gli Echinodermi (Crinoidi ed Echinoidi), i Brachiopodi e i Bivalvi, a differenza dei Gasteropodi. Il gruppo di gran lunga più importante tra gli invertebrati è però quello degli Ammonoidei che presenta un elevato numero di generi e di specie sulle quali è basata la stratigrafia di questo periodo. Significativi in senso stratigrafico sono anche gli aptici (forse opercoli di Ammoniti) particolarmente abbondanti in alcuni livelli: “strati ad aptici” del Dogger e del Malm. Diffuse ma scarsamente significative sono invece le Belemmiti. Tra i vertebrati si conoscono moltissime specie di pesci, ma la classe più importante è quella dei Rettili, che presenta uno sviluppo di numero, di varietà e di dimensioni veramente eccezionale. Tra i rettili acquatici i più caratteristici sono gli Ittiosauri e i Plesiosauri; gli Pterosauri, rettili volatori, sono rappresentati dai generi Pterodactylus e Ramphorhynchus. I rettili terrestri raggiungono dimensioni enormi con alcuni Sauropodi (Diplodochi e Brontosauri), dinosauri erbivori del Giurassico superiore che oltrepassano i 20 m di lunghezza. Il Giurassico ha visto la comparsa dei primi Uccelli (Archaeopteryx); i Mammiferi sono rappresentati ancora da forme primitive di modeste dimensioni.
Il Giurassico in Italia
In Italia i terreni giurassici si presentano sempre con facies marina. Il Giurassico medio-inferiore è caratterizzato da facies calcaree e calcareo-marnose con inclusioni di selce, mentre quello superiore è dominato dalle facies silicee con abbondanza di diaspri, radiolariti, calcari selciferi e ftaniti, da porre in relazione con le eruzioni sottomarine di rocce ultrabasiche. Nelle Alpi occidentali le rocce giurassiche sono profondamente metamorfosate e tipicamente rappresentate dalla serie dei calcescisti con pietre verdi. Nelle Prealpi lombarde e nel Veneto si incontrano le tipiche formazioni dette “rosso ammonitico lombardo”, “rosso ammonitico veneto” e “rosso ad aptici”, tutte di facies pelagica. In Toscana, in Umbria, in Lucania e nella Calabria di NW, i depositi sono prevalentemente di tipo pelagico e, in linea di massima, comparabili con quelli prealpini, mentre nell'Abruzzo, nel Lazio, in Campania e in Puglia (Gargano) si è avuta una sedimentazione prevalentemente neritica e talora pelagica. Anche in Sicilia, specie nella provincia settentrionale, compaiono terreni giurassici notevolmente ricchi di Ammoniti mentre in Sardegna sono scarsi e limitati ai margini occidentali e orientali dell'isola.