paleogeografìa
sf. [sec. XIX; paleo-+geografia]. Scienza che studia le condizioni geografiche in ciascun intervallo di tempo della storia geologica della Terra per quanto attiene la distribuzione sia delle terre emerse e dei mari sia delle maggiori unità geotettoniche come fosse, orogeni, rilievi, piattaforme, ecc. Fondamento essenziale della paleogeografia è la stratigrafia: attraverso l'esame della litologia e del contenuto in fossili di una roccia è possibile risalire all'ambiente di sedimentazione originale, cioè alla facies. Dallo studio dei depositi, inoltre, è possibile ricostruire le variazioni ambientali con particolare riguardo alla temperatura, alla salinità, all'ossigenazione delle acque, ecc., nonché la natura e l'ubicazione (particolarmente per i depositi clastici) delle zone di origine dalle quali i costituenti del sedimento sono stati trasportati. Una volta riconosciute per un determinato intervallo di tempo le diverse facies, l'interpretazione della loro distribuzione geografica, condotta sulla base del principio dell'attualismo e della correlazione stratigrafica tramite i fossili, consente di tracciare i lineamenti paleogeografici per quel periodo. La paleogeografia si avvale dei contributi di altre scienze che si interessano alla ricostruzione del succedersi di eventi fisico-biologici nel passato, come la paleoecologia, la paleoclimatologia, la paleobiogeografia, il paleomagnetismo, ecc. Le ricostruzioni paleogeografiche risultano di indubbia utilità nelle ricerche minerarie: al riguardo, notevole efficacia ha la costruzione di carte indicanti la distribuzione dei vari ambienti, il tipo di sedimentazione che li caratterizza, ecc. (carte palinspastiche, paleolitologiche, delle isolite). Le classiche ricostruzioni dei lineamenti paleogeografici su scala mondiale hanno subito una profonda revisione in questi ultimi tempi sulla base delle stimolanti vedute prospettate dalla teoria della tettonica globale, che ha rinnovato e dilatato il fermento innovatore dell'ipotesi già a suo tempo considerata rivoluzionaria della deriva continentale. Soprattutto significativo è stato il crollo del principio della permanenza dei bacini oceanici: i dati finora raccolti indicano concordemente che gli attuali oceani non contengono sedimenti precedenti il Giurassico. Altri bacini oceanici dovevano esistere in passato, anch'essi coinvolti come le zolle continentali nella dinamica dell'intera crosta terrestre. La realtà del continuo rinnovamento del pavimento oceanico e del concomitante spostamento delle zolle continentali rende, almeno alla luce dei dati finora disponibili, problematico se non impossibile tentare di dare una definizione delle condizioni paleogeografiche su scala planetaria per le ere più antiche dell'eone fanerozoico e a maggior ragione per l'eone criptozoico.