cèntro o céntro
IndiceLessico
Sm. [sec. XIII; dal latino centrum, che risale al greco kéntron, pungiglione, punta del compasso, punto di mezzo di un cerchio].
1) In senso geometrico, il punto di un cerchio o di una sfera, equidistante da tutti i punti della circonferenza o della sfera e in cui si incontrano tutti i diametri. Più in generale, il punto materiale o immaginario che presenta analoghe proprietà di simmetria rispetto a una figura geometrica, a un corpo fisico, ecc. In particolare: A) in mineralogia, centro di simmetria, punto virtuale di un cristallo tale per cui tutte le rette passanti per esso incontrano da parti opposte e a distanze uguali elementi cristallografici (facce, spigoli, vertici) corrispondenti. B) In ottica, centro ottico di un sistema ottico, punto di esso tale che i raggi che lo attraversano emergono dal sistema in direzione parallela a quella di ingresso; centro di prospettiva di un sistema ottico, centri della pupilla di ingresso e della pupilla di emergenza dello strumento ottico corrispondente; centro di colore di un solido cristallino trasparente, imperfezioni del cristallo che producono nel suo spettro di assorbimento particolari righe e bande. C) Nella scienza delle costruzioni, centro (o baricentro) elastico, punto che coincide con il centro dell'ellisse di elasticità relativa a una generica sezione retta di un solido elastico che viene determinato caso per caso.
2) Il punto mediano, la parte più interna di una superficie, di un corpo, di un luogo, di una qualsiasi entità spaziale: il centro della strada, di una piazza; il centro della Terra, il centro geometrico o di gravità o in genere la parte più profonda; il centro della città, il nucleo, di solito più interno e spesso più antico, in cui sorgono gli edifici principali e le sedi delle istituzioni civili e dell'attività economica (opposto a periferia); passeggiare per le vie del centro; abitare in centro; il centro del bersaglio, il punto di mezzo che dev'essere colpito dal tiratore; fare centro, colpire il centro del bersaglio (anche fig., riuscire nell'intento, indovinare). Nel linguaggio giornalistico (anche centropagina), l'articolo collocato al centro della pagina. Spesso fig., l'elemento essenziale, la parte principale o comunque fondamentale di una cosa: il centro del discorso, del ragionamento; anche l'oggetto o il fine su cui sono rivolti sentimenti e aspirazioni: il centro dell'attenzione; “la famiglia Malfenti divenne il centro della mia vita” (Svevo). In pedagogia, centro di interesse.
3) Luogo caratterizzato dallo sviluppo preminente di particolare attività pratiche o culturali, talvolta con funzione di guida, direzione e attrazione in determinati settori: centro agricolo, industriale, marittimo; un centro turistico; centro di vita religiosa, centro artistico. In particolare, la capitale politica o morale di un Paese.
4) Qualsiasi nucleo abitato, con valore di indicazione generica; villaggio, paese, città piccola o grande: un centro di campagna; “Nei grandi centri, come Londra e Parigi” (Collodi). Secondo il Codice della Strada, ogni gruppo di edifici continui (almeno 25) contrassegnato dal cartello di località.
5) Luogo destinato ad accogliere determinate categorie di persone per fini specifici: centro di raccolta dei profughi; centro di reclutamento; centro di rieducazione, riformatorio per giovani traviati. Anche organismo, istituzione pubblica o privata con partic. fini istituzionali di carattere culturale o sociale: centro di studi storici; centro nazionale di ricerche sul cancro; centro d'istruzione popolare; centro di addestramento sportivo.
6) Nucleo in cui un certo fenomeno ha origine o presenta la massima intensità: centro sismico, sin. di ipocentro. In aerodinamica, centro di pressione, punto nel quale si intende applicato il risultante di tutte le pressioni aerodinamiche che si manifestano per effetto del moto relativo sulle superfici di un corpo immerso in un fluido; centro aerodinamico dell'ala, sin. di fuoco del profilo alare. Per estensione, polo da cui si diramano e si regolano determinate attività: centro di controllo, d'influenza; i centri del potere, le forze politiche o economiche capaci di determinare le condizioni della vita sociale di una comunità.
7) Con valore più concretamente, complesso di attrezzature e personale specializzato, destinato alla produzione di beni o servizi: centro elettronico, meccanografico, radiofonico. In particolare: A) nelle telecomunicazioni, centro di distribuzione radiofonico o televisivo, complesso nel quale si trovano le apparecchiature che presiedono allo smistamento dei programmi tra un complesso di studi interconnessi e i trasmettitori. Può essere gestito con il controllo permanente dei tecnici o funzionare senza presidio mediante teleoperazioni comandate da centri presidiati dislocati generalmente presso gli studi. I programmi vengono trasmessi ai centri di distribuzione tramite ponti radio che funzionano su frequenze dell'ordine dei 2000 MHz. Centro di ascolto, sinonimo di centrale di ascolto. Centro rete, unità base del servizio telefonico, facente capo a una piccola centrale destinata a servire l'utenza decentrata. B) In informatica, centro di calcolo, insieme dei locali che ospitano l'elaboratore, le apparecchiature accessorie, i materiali e il personale addetto. Poiché il termine elaborazione tende sempre più a sostituirsi a calcolo, si parla anche di centro di elaborazione dati, oltreché impropriamente di centri elettronici. Un particolare centro di calcolo è il centro servizi, che esegue lavori per conto terzi generalmente su base commerciale.
8) In algebra, è detto centro di un gruppo il sottogruppo formato da tutti gli elementi permutabili con ogni altro.
9) In statistica, centro di una distribuzione è il valore per cui la somma degli scarti, presi in valore assoluto, è minima; centro di grado n della distribuzione sono i valori per cui è minima la somma delle potenze n-me degli scarti.
10) In anatomia, organo o parte di organo che svolge una funzione specifica.
11) Nel linguaggio politico, partito o insieme di partiti di tendenze moderate, che tengono, in genere anche nei banchi delle sedute parlamentari, una posizione intermedia tra i gruppi progressisti e quelli conservatori: una formazione di centro, deputato di centro.
12) Nel calcio e in altri sport, il punto centrale del campo segnato da un cerchio bianco: mettere la palla al centro, collocarla in tal punto all'inizio del gioco o dopo la segnatura di una rete. Anche il gruppo di giocatori che si trova nella parte centrale dello schieramento d'attacco (centravanti e mezze ali). Per estensione, tiro in porta, traversone: fallire il centro.
13) In filatelia, l'espressione centro capovolto distingue il francobollo che presenta il disegno centrale capovolto rispetto al disegno o alle diciture che lo incorniciano. Questo caratteristico errore di stampa costituisce una varietà molto apprezzata dai filatelisti.
14) Oggetto di ceramica (centro da tavola) o pezzo di oreficeria variamente ornato con motivi figurati e decorativi, in gran voga nei periodi barocco e rococò per adornare la tavola.
Centro. Veduta aerea del centro direzionale di Boston (U.S.A.).
De Agostini Picture Library/M. Bertinetti
Anatomia
Punto o area circoscritta di un organo, situata centralmente o importante per caratteristiche funzionali o per particolare struttura. In particolare, il termine è largamente usato per indicare zone più o meno estese del sistema nervoso centrale, aventi importante attività fisiologica (centri nervosi). Centri di associazione, zone della corteccia cerebrale, identificate come sedi di particolari processi di elaborazione psichica (il centro verbomotore di Broca e il centro grafomotore o della scrittura, associano tra loro diverse aree e centri nervosi motori che hanno alle loro dipendenze i muscoli fonetici e quelli destinati alla scrittura). Centri motori corticali, aree della corteccia cerebrale da cui dipende la motilità volontaria. Centro ovale, zona di sostanza bianca che forma la parte centrale degli emisferi cerebrali; privo di cellule nervose, tale centro è costituito da fibre di associazione e commessurali di proiezione. Centro di proiezione, aree della corteccia cerebrale corrispondenti al punto di arrivo delle vie sensitive e di partenza di quelle motorie. Centro respiratorio, insieme di neuroni, situati nel bulbo, stimolabili dalla variazione della concentrazione di anidride carbonica, che regola la respirazione. Centri termoregolatori, centri cerebrali deputati alla regolazione automatica della dispersione del calore, ottenuta, per via riflessa nervosa, con la dilatazione o la costrizione dei vasi sanguiferi. Centri sensoriali corticali, zone della corteccia cerebrale cui fanno capo gli stimoli sensoriali (centro acustico, centro gustativo, centro olfattivo, centro visivo, ecc.). Centri vasomotori, centri nervosi, situati lungo l'asse cerebrospinale, deputati alla regolazione del calibro dei vasi sanguiferi. Centri di ossificazione, ammasso di cellule connettivali riccamente vascolarizzate e fornite di abbondanti sali minerali, da cui si sviluppa un osso, nel periodo endouterino. Centri salivari o della salivazione, distinti in superiore (protuberenziale) e inferiore (bulbare), sono di natura parasimpatica e regolano la secrezione salivare. Centri vegetativi, localizzati nel diencefalo, regolano le funzioni neurovegetative. Si è anche parlato di un centro O (J. Grasset, 1849-1918), centro psichico superiore che regolerebbe le funzioni della coscienza.
Demografia
Centro urbano, unità amministrativa (per esempio, un comune) avente un'ampiezza demografica superiore a un certo limite (per esempio, oltre 30 000 ab.). I centri con un numero di abitanti inferiore a tale limite sono quindi considerati centri rurali. Un criterio più complesso, ma anche più razionale, per distinguere le diverse categorie di centri (urbani, di tipo urbano, semiurbani, semirurali, di tipo rurale, rurali) è basato sui valori assunti da cinque diversi indici: proporzione di popolazione attiva non agricola sul totale della popolazione attiva, proporzione di popolazione attiva nel settore terziario, proporzione di popolazione con diploma di scuola media inferiore, proporzione di popolazione che abita nel capoluogo, proporzione di abitazioni dotate di acqua potabile e di servizi igienici. Centro della popolazione, un particolare indice sintetico medio della distribuzione della popolazione su un dato territorio. Di solito si calcolano il centro medio (o centro di gravità) e il centro mediano. Il primo è il punto del piano (cioè del territorio) avente per coordinate le medie aritmetiche ponderate delle latitudini e delle longitudini dei singoli centri abitati (i pesi sono costituiti dal numero degli abitanti di ogni centro considerato). Il centro mediano, meno usato, è invece il punto del piano che ha per coordinate le mediane ponderate delle latitudini e delle longitudini dei singoli centri abitati.
Geometria
Centro di una circonferenza, centro di una sfera, il punto equidistante da tutti i punti, rispettivamente, della circonferenza o della sfera. Più in generale, centro di simmetria di una figura geometrica, il punto rispetto al quale essa è simmetrica: dato cioè un qualsiasi punto P della figura, esiste un punto P´ della figura tale che il centro di simmetria è punto medio di P e P´. In questo senso si parla di coniche a centro e di quadriche a centro per indicare le coniche e le quadriche dotate di centro di simmetria (centro di un'ellisse, centro di un ellissoide, centro di un'iperbole, centro di un iperboloide). Per centro di un poligono regolare, invece, si intende il centro della circonferenza circoscritta, per quanto esso sia centro di simmetria solo nel caso che il poligono abbia un numero pari di lati. Discorso analogo vale per i poliedri regolari. In molti altri casi il termine centro è usato, sempre in geometria, per indicare un punto che gode di proprietà speciali. Per esempio: A) per l'insieme delle rette (fascio) del piano o dello spazio che passano per uno stesso punto, tale punto è detto centro del fascio; nel caso che le rette siano parallele si dice che il centro è all'infinito (punto improprio comune al fascio di rette parallele). B) Centro di curvatura in un punto di una curva piana è il centro del cerchio osculatore alla curva. C) Centro radicale di tre cerchi, non appartenenti a uno stesso fascio, è il punto che ha uguale potenza rispetto a essi. D) Nelle trasformazioni geometriche, e in particolare nelle proiettività, il termine centro è usato per indicare un punto particolare e unico che venga mutato in se stesso dalla trasformazione considerata (punto unito); per esempio, nella rotazione di un piano attorno a un punto, questo punto è detto centro della rotazione. Nella proiettività, nell'omologia, nell'omotetia, nella similitudine, il punto unito, se unico, viene detto, rispettivamente, centro della proiettività, centro della omologia, centro della omotetia, centro della similitudine.
Meccanica
Nella composizione di vettori paralleli e, in particolare, di forze parallele, centro dei vettori paralleli o centro delle forze parallele, è il punto di applicazione del risultante di due o più vettori, rispettivamente forze, paralleli. Un particolare centro di forze parallele (forze peso elementari) è il centro di gravità o baricentro di un sistema materiale (o di un corpo). Il centro di massa di un sistema materiale è invece il punto in cui, agli effetti del moto, si può considerare concentrata l'intera massa del sistema. Agli effetti pratici coincide con il baricentro, perché, per la limitata estensione dei corpi l'accelerazione di gravità si può considerare costante in tutti i punti del corpo in esame. Nel moto rigido piano, centro di istantanea rotazione è il punto, la cui posizione varia generalmente nel tempo, attorno al quale la figura considerata ruota in ogni istante. Nel moto di un pendolo semplice, è detto centro di sospensione la traccia dell'asse a cui il sistema è sospeso. Nel moto di un pendolo composto, è detto, invece, centro di oscillazione il punto separato dal centro di sospensione da una distanza uguale alla lunghezza ridotta del pendolo composto, uguale cioè alla lunghezza di un pendolo semplice avente lo stesso periodo. In statica, per corpo appoggiato a un piano orizzontale e soggetto a forze verticali, per esempio, forze peso, è detto centro di pressione il punto in cui la retta d'azione del risultante di tali forze incontra il piano d'appoggio. Nella statica dei fluidi è detto centro di spinta il punto di applicazione della spinta (o forza) archimedea ricevuta da un corpo immerso in un fluido; coincide con il baricentro del fluido spostato dal corpo; nel caso di un galleggiante si denomina anche centro di carena.
Meteorologia
Centro di azione, vasta area di bassa o di alta pressione che abbia carattere di stabilità nel tempo. Centro di azione si trovano nelle aree anticicloniche delle fasce subtropicali di alta pressione e nelle aree depressionarie delle regioni circumpolari di bassa pressione. Altri centri importanti sono le zone cicloniche e anticicloniche che stazionano stagionalmente su certe regioni, come per esempio l'anticiclone delle Azzorre, l'area islandese di bassa pressione, l'anticiclone russo, ecc. Nel centro d'azione la pressione si mantiene pressoché costante e, se varia, la variazione ha sempre carattere regolare; anche lo spostamento geografico è sempre regolare e avviene con notevole lentezza. I centri di azione hanno grande influenza sullo stato del tempo di una regione e sono utili per le previsioni meteorologiche a lunga scadenza.
Organizzazione aziendale
Il centro commerciale è un complesso di esercizi commerciali dotati di completa autonomia gestionale e integrati orizzontalmente mediante la creazione di un organismo societario cui vengono demandate le attività di coordinamento e di svolgimento di alcuni servizi comuni. I centri commerciali possono essere all'ingrosso e al dettaglio. I centri commerciali all'ingrosso si caratterizzano anzitutto nel dar vita a un raggruppamento spaziale di imprese grossiste che, pur operando in concorrenza tra loro, sono localizzate in una stessa area, per lo più periferica, e usufruiscono di strutture e servizi gestiti in comune, instaurando dei legami di collaborazione di tipo non occasionale. Generalmente, l'organismo coordinatore assume veste di società con limitazione di responsabilità; nei centri commerciali costituiti in Italia, esso è stato costituito da alcuni grossisti, i soci “promotori”, che, dopo aver compiuto i diversi studi di fattibilità, hanno realizzato l'iniziativa, anche grazie all'ottenimento di finanziamenti e all'attività di sostegno di Enti Pubblici interessati, a vario titolo, alla ristrutturazione del sistema della distribuzione commerciale. Realizzate le strutture, il centro commerciale viene aperto ad altri grossisti che ne facciano richiesta fino a esaurimento delle superfici, ovvero mediante ampliamento della struttura originaria. Nel centro commerciale in funzione, la società coordinatrice svolge direttamente, ovvero usufruendo di altre società ed enti, alcuni servizi comuni; questi ultimi possono essere ricondotti a tre categorie fondamentali: servizi di carattere operativo, tipicamente segreteria centrale, parcheggio collettivo, magazzino e deposito, trasporto interno, circolazione e spedizione della merce, piccola manutenzione, elaborazione dati centralizzata, ecc.; servizi di carattere organizzativo, quali, per esempio, portineria e vigilanza, uffici bancari, uffici postali, centralina telefonica, servizio statistico, sale convegni, ecc.; servizi di carattere socio-culturale, generalmente mensa aziendale, circolo ricreativo, ecc. La localizzazione del centro commerciale all'ingrosso è generalmente periferica, al fine di poter acquisire ampi spazi a costo relativamente basso, e preferibilmente essa viene scelta in prossimità di importanti raccordi viari (autostradali, ferroviari, ecc.). La convenienza dell'impresa grossista all'inserimento nel centro commerciale è rappresentata in primo luogo dalle economie interne ed esterne perseguibili, in secondo luogo, dalla maggiore capacità di attrazione della clientela che deriva dal cosiddetto “effetto richiamo” provocato dalla concentrazione di più grossisti nel centro commerciale. Il centro commerciale può essere monomerceologico, ovvero plurimerceologico e, generalmente, non alimentare; i principali centri commerciali all'ingrosso realizzati in Italia sono il Centergoss di Bologna, plurimerceologico, esteso per circa 100 ha di terreno e pienamente funzionante dal 1978; il Centro Ingrosso Sviluppo Campania, a Nola, plurimerceologico, progettato nel 1977 ed ultimato nel 1987; il Baricentro di Bari, plurimerceologico, e, infine, il Girasole di Milano, monomerceologico. I centri commerciali al dettaglio, o shopping centers, sono strutturati in modo similare a quelli all'ingrosso; tuttavia, le diverse caratteristiche gestionali e la clientela rappresentata da consumatori finali, ne comportano una dimensione generalmente minore e una diversa configurazione dei servizi in comune.
Simbologia
Il simbolismo del “centro del mondo” è presente in molte religioni nei vari significati di centro dell'universo, punto d'intersezione dei vari livelli cosmici (luogo in cui avviene la comunicazione tra il mondo celeste e quello terrestre) e punto centrale a partire dal quale l'universo è stato creato.
Urbanistica
Centro commerciale (inglese shopping center), ampio raggruppamento di negozi, creato da società formate dai dettaglianti interessati o da società immobiliari e situato alla periferia di metropoli o in prossimità d'importanti nodi stradali. Comprende, di solito, uno o due supermarket e uno o due grandi magazzini e svariati negozi specializzati nei generi più diversi. Il centro commerciale è generalmente dotato di ampi parcheggi, essendo di solito raggiungibile solo in automobile. I primi centri commerciali sono sorti negli USA nel 1952 e vi hanno raggiunto ampia diffusione per poi svilupparsi anche nei Paesi europei. § Centro direzionale, luogo di concentrazione di funzioni a carattere direzionale riguardanti attività private e pubbliche, dell'amministrazione, del commercio, dei servizi, del tempo libero. Storicamente ritroviamo il centro direzionale nelle grandi città assiro-babilonesi (carattere amministrativo, commerciale), egiziane (amministrativo, religioso), greche (agorà: prima sede di mercato, poi centro di attività economiche, culturali, politiche) e romane (foro). Mentre nel Medioevo le funzioni sono sparse in tutto l'organismo urbano, dal Cinquecento in poi tutte le attività direzionali tendono a svolgersi intorno alla corte del sovrano, e nell'Ottocento il centro direzionale viene a identificarsi col centro della città. Proprio dalla ristrutturazione delle aree centrali nelle grandi città nordamericane nasce il Central Business District, come intervento prevalentemente commerciale in un'area definita, non più necessariamente centrale. § Centro storico, genericamente, la parte di città più antica, spesso preminente nei valori simbolici e rappresentativi della vita religiosa, politica e culturale della città. L'attenzione e la definizione urbanistica di centro storico è nata nel corso del Novecento quando si è incominciato a pensare alla ristrutturazione e poi alla salvaguardia della parte antica della città. Il Movimento Moderno in architettura ha tentato di incidere in vario modo su di essa. Nel ventennio fascista l'architetto M. Piacentini, teorico ed esecutore, iniziò un'opera di sistematica ristrutturazione dei centri delle città Italiane, di cui Via della Conciliazione, con la demolizione della Spina di Borgo a Roma, ne è l'esempio più significativo. Successivamente nel dopoguerra con l'avvenuta consapevolezza della necessità di un recupero dei valori e della tradizione storica italiana, maturata anche nell'ambito del razionalismo italiano, si pensò alla salvaguardia e conservazione dell'ambiente costruito storico. Buon risultato hanno avuto le opere architettoniche di inserimento realizzate tenendo conto del contesto, come la Borsa Merci di G. Michelucci a Pistoia (1949), o la Casa delle Zattere di I. Gardella a Venezia (1953). Celebre è l'intervento d' integrazione del centro storico di Urbino con l'ambiente realizzato negli anni Sessanta da G. De Carlo. Dagli anni Novanta del Novecento si sono fatti dei passi in avanti con lo sviluppo dei concetti di recupero e con la definizione urbanistica di storicità, che si è allargata intendendo con essa i valori culturali propri di una città, che non possono essere circoscritti ad una determinata zona centrale. Questi infatti si espandono nel territorio, dove si ritrovano monumenti antichi pari a quelli cittadini, che devono essere altrettanto salvaguardati. Non più quindi solo gli edifici centrali più illustri, ma l'insieme dell'ambiente costruito storico, che va oltre anche i confini stessi della città del passato (mura). Per tali ragioni i Piani regolatori hanno perimetrato queste zone definendole normativamente "Zona A" di interesse storico. Il problema della sua conservazione risente oggi, più che mai, degli squilibri determinati dalla “crisi della città”, dove sovente sono da registrare effetti di congestione attorno al centro storico e abbandono dello stesso, sempre più inadeguato alla moderna città concepita secondo criteri esclusivamente strumentali.