Gardèlla, Ignàzio
architetto italiano (Milano 1905-Oleggio, Novara, 1999). Laureatosi in ingegneria civile al Politecnico di Milano (1931) e in architettura a Venezia (1949), dove insegnò, è stato uno degli interpreti più genuini del razionalismo italiano. Aderì alla Bauhaus di Walter Gropius, riportandola però a una spazialità diversa, e la sua opera, soprattutto nel periodo fra le due guerre, può considerarsi la più vicina al razionalismo tedesco. Nel dopoguerra si affermò come uno dei maggiori protagonisti dell'architettura italiana. Opere principali: dispensario antitubercolare (1933-38), casa per gli impiegati Borsalino (1952), padiglione dell'ospedale infantile (1957) ad Alessandria; padiglione d'arte contemporanea a Milano (1944-47); mensa Olivetti (1953-59) a Ivrea; casa alle zattere (1954-58) a Venezia; complesso residenziale (1962-65) a Punta Ala; stabilimento IBM (1967) a Vimercate; casa in via Marina (1970) a Milano; quartieri San Donato e San Silvestro (1972-74) e facoltà di architettura (1975-89) a Genova; progetto per la stazione Milano-Lambrate (1983); ristrutturazione del Teatro Carlo Felice a Genova (1981-90), in collaborazione con Aldo Rossi; sistemazione di piazza del Duomo a Milano. Attivo anche nel campo dell'arredamento e del design, fondò nel 1947 con Luigi Caccia Dominioni e Vico Magistretti la Ditta Azucena, un laboratorio per la produzione di mobili e oggetti. Negli ultimi anni ha firmato con il figlio Jacopo alcuni progetti importanti come la ricostruzione del suo Padiglione d'arte contemporanea a Milano,che venne distrutto da una bomba nel luglio 1993.