frutticoltura o frutticultura
sf. [sec. XIX; da frutto+coltura]. Parte dell'arboricoltura che riguarda la coltivazione delle piante fruttifere. La coltivazione degli alberi da frutto è una pratica che risale ai primordi della civiltà e già in epoca storica furono selezionate e coltivate quasi tutte le specie arboree da frutto oggi note; tuttavia, nel suo aspetto di moderna attività produttiva, la frutticoltura si è sviluppata a partire dall'inizio del sec. XX, assumendo un ritmo via via più rilevante. Dai frutteti a conduzione familiare, che interessavano superfici limitate, con produzione di molte specie e varietà e prodotti destinati a un mercato ridotto, si è passati a frutteti di tipo industriale, di dimensioni per lo più notevoli, basati su tecniche progredite che impiegano correntemente i più moderni ritrovati scientifici. Fra gli elementi che hanno determinato la rapida evoluzione della frutticoltura i più importanti sono dovuti alla realizzazione di nuove cultivar (varietà coltivate) più resistenti alle avversità e con produzione migliore; all'impiego di portainnesti selezionati, che conferiscono particolari caratteristiche di resistenza e uniformità ai frutteti; alla conoscenza dei fenomeni di autosterilità e intersterilità che ha consentito di definire quali sono le più adatte cultivar impollinatrici nell'ambito di ciascuna specie. Inoltre hanno un peso determinante: l'adozione di nuove tecniche di potatura e di nuove forme di allevamento; l'impiego di prodotti chimici nuovi (fitormoni) che consentono di favorire la radicazione delle talee, di impedire la cascola prima della raccolta, di ottenere una buona colorazione dei frutti; l'uso di nuovi fertilizzanti, anticrittogamici, insetticidi e la diffusione di macchine specializzate nelle varie operazioni colturali. In Italia le piante fruttifere di maggior interesse comprendono gli agrumi, il pesco, l'albicocco, il fico, il fico d'India, la fragola, il carrubo, il castagno, il noce, il ciliegio, il melo, il pero, la vite, il nocciolo, il mandorlo e l'ulivo; di minore importanza sono il cotogno, il nespolo, il ribes, il lampone, il melograno.