cotógno
sm. [sec. XIV; dall'agg. latino cotonĕum, prob. dal greco kydonion, cretese]. Nome comune della pianta Cydonia vulgaris della famiglia Rosacee (sottofamiglia Maloideae), detta anche melo cotogno, originaria dell'Asia occidentale, dove cresce spontanea . In Europa è nota fin dall'antichità e viene tuttora coltivata nelle regioni con clima non troppo rigido. Di solito la pianta selvatica ha portamento cespuglioso; quella coltivata è un piccolo albero alto fino a ca. 8 m, con tronco piuttosto contorto, foglie intere, ellittiche, pelose sulla pagina inferiore, e fiori assai grandi, bianchi, con sfumature rosate, che sbocciano in marzo-aprile. Il frutto (cotogna o mela cotogna), un pomo costato a forma di mela o di pera, a maturità è giallognolo, lanuginoso, con polpa dura e stopposa, di odore aromatico assai gradevole e sapore aspro, per cui non si consuma crudo ma viene utilizzato per confezionare marmellate (cotognata). I semi contengono un olio grasso (olio di cotogno) e una forte quantità di mucillagine; il legno, duro, compatto e di bell'aspetto, si usa per lavori di ebanisteria. Il cotogno si moltiplica per via vegetativa; la riproduzione per seme si attua quando le piante sono destinate a servire da portainnesto per meli e peri, ai quali conferisce maggior resistenza al freddo e ne aumenta il periodo produttivo. In Italia è coltivato principalmente in Sicilia, Puglia e Campania, sovente anche come ornamento.
Cotogno. L'albero durante la fioritura.
De Agostini Picture Library / G. Negri