agrume

Indice

Lessico

sm. [sec. XIV; da agro1].

1) Ant., sapore agro: “a molti fia sapor di forte agrume” (Dante).

2) Disus., cibo di sapore agro e piccante, di odore acre e penetrante (come aglio, cipolla, peperone, ecc.).

3) Usato specialmente al pl., piante da frutto sempreverdi appartenenti al genere Citrus (famiglia Rutacee); il frutto stesso: commerciante di agrumi.

Agricoltura

Gli agrumi, noti fin dai tempi più remoti, sono originari, pare, dell'Estremo Oriente o della Persia, da dove si sono diffusi, in epoche diverse, nei Paesi mediterranei. Comprendono l'arancio (dolce e amaro), il limone, il mandarino, il chinotto, il bergamotto, il pompelmo, la limetta e il cedro. I primi a essere conosciuti in Occidente sono stati il cedro e il limone (dominazione romana), l'arancio fu introdotto nel sec. XIV dai Portoghesi mentre il mandarino è stato introdotto relativamente di recente (all'inizio dell'Ottocento). Gli agrumi si riproducono per seme e vengono poi moltiplicati per innesto. Il seme utilizzato per ottenere il portainnesto è quello dell'arancio amaro, poiché questa specie è immune dalle infezioni di marciume o gommosi. La raccolta dei frutti (ancora immaturi perché possono maturare anche staccati dalla pianta) avviene di norma a più riprese e in epoche diverse a seconda della specie e delle varietà: si avrà così la raccolta dei limoni normali da novembre a dicembre e dei verdelli tra giugno e agosto; quella delle arance dolci tra novembre e dicembre, tra dicembre e febbraio e tra marzo e aprile; quella delle arance amare tra dicembre e marzo e così via. I frutti degli agrumi vengono consumati allo stato fresco per il loro gusto gradevole e per il loro elevato tenore in zuccheri, vitamine (soprattutto vitamina C) e sali minerali; oppure possono venire utilizzati industrialmente per la produzione di marmellate, di succhi, sia concentrati sia liofilizzati, per l'estrazione di oli essenziali utilizzati successivamente in profumeria, per la produzione di acido citrico, estratti per liquori, ecc. Al primo posto nella graduatoria dei maggiori Paesi produttori si colloca il Brasile, che fornisce circa il 25% dell'offerta mondiale. Seguono Stati Uniti, Cina, Spagna, Messico, Italia e Giappone, quest'ultimo specializzato nella produzione dei mandarini. Tra gli agrumi prodotti prevalgono arance, mandarini e clementine, che rappresentano oltre i 4/5 della produzione, mentre la parte restante è coperta da pompelmi e limoni. I maggiori Paesi esportatori di agrumi sono: Marocco, Repubblica Sudafricana ed Egitto per l'Africa; Cuba, Stati Uniti e Brasile per le Americhe; Israele, Giordania e Libano per l'Asia; Italia, Spagna e Grecia per l'Europa. I maggiori flussi di esportazione sono diretti verso i Paesi europei, il Canada e l'Argentina. Per molti Paesi del Terzo Mondo la quantità di agrumi esportata rappresenta spesso la quasi totalità della produzione (è questo, per esempio, il caso del Marocco). Per quanto riguarda l'Italia l'area che da sola fornisce circa i 2/3 della produzione nazionale è costituita dalla Sicilia e dalla provincia di Reggio di Calabria, che è anche sede principale delle industrie dei derivati agrumari.

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