cìtrico

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agg. (pl. m. -ci) [dal latino citrus, cedro (botanica: Pinacee)]. Acido citrico, composto chimico della serie degli idrossiacidi, di formula bruta C6H8O7, la cui molecola è rappresentata dalla formula di struttura

L'acido citrico è contenuto nella maggior parte degli organismi animali e vegetali, sia libero sia come sale di calcio e di potassio. Forti quantità sono presenti nel succo di limone, in vari tipi di frutta, nel succo di bietola, nel vino, nel tabacco, ecc. L'acido citrico ha un ruolo importante nel metabolismo cellulare essendo un prodotto intermedio del ciclo di Krebs, detto per questo ciclo dell'acido citrico. Si forma nei tessuti per condensazione dell'acido ossalacetico con l'acetil-CoA in presenza dell'enzima citrato-sintetasi. Ai fini pratici ha grande importanza la sua biosintesi per degradazione fermentativa del glucosio a opera di diversi microrganismi tra cui l'Aspergillus niger; tale processo viene infatti sfruttato per la produzione industriale dell'acido. Introdotto in commercio sotto forma del suo mono-idrato C6H8O7∤H₂O, l'acido citrico viene largamente adoperato come additivo alimentare per le sue proprietà antifermentative e come mordente in tintoria. Ha inoltre molteplici applicazioni nella chimica analitica e preparativa. In farmacia è usato per la preparazione di polveri effervescenti; queste sono costituite da carbonato di magnesio e acido citrico (citrato di magnesia), dotati di proprietà purgative, o da bicarbonato sodico e acido citrico che in soluzione reagisce liberando anidride carbonica, con formazione di citrato di sodio, dotato di proprietà antiacide. In medicina il citrato di sodio è adoperato come anticoagulante, sia nella pratica trasfusionale in soluzione al 4% sia per rendere incoagulabile il sangue conservato. Trova anche applicazione come anticalcolotico, alcalinizzante e come antidoto negli avvelenamenti con sali di uranio.

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