pompèlmo

sm. [sec. XIX; dall'olandese pompelmoes, da pompoen, grosso+ant. giavanese limoes, limone]. Nome comune della pianta Citrus paradisi (=Citrus decumana) della famiglia Rutacee originaria della Malesia e della Polinesia, oggi molto coltivata nelle regioni a clima subtropicale e temperato-caldo per i frutti, che sono eduli. È un albero alto 6-7 m, con foglie ampie, persistenti, oblunghe, coriacee, con picciolo alato. I fiori, raccolti in grappoli, sono regolari, bianchi, a 5 petali; i frutti globosi, un po' piriformi o appiattiti ai poli, con scorza cuoiosa di color giallo pallido e polpa succosa, separata in spicchi, di color bianco-giallastro o un po' verdiccia, acido-amarognola ma gradevole. Ha dato cultivar a frutti con sfumature rugginose o rosa corallo e polpa aromatica e profumata. La polpa stessa è ricca di vitamine A, B e C e ha proprietà tonico aperitive. Viene consumato al naturale o spremuto per ottenerne succhi che vengono anche inscatolati. Il pompelmo non deve essere confuso con il consimile pummelo o pomelo (Citrus grandis=Citrus maxima), con frutti enormi, poco succosi, che vengono spezzettati e canditi.

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