orticoltura od orticultura
sf. [sec. XVI; da orto1+coltura]. Ramo specializzato dell'agricoltura rivolto alla coltivazione e allo studio delle piante da orto. § L'orticoltura può essere praticata in orti industriali, in pieno campo o in orti di tipo familiare. Nel primo caso il fondo è costituito da appezzamenti di considerevoli dimensioni (da 500 m² a uno o due ettari), irrigui, per lo più situati in prossimità dei centri urbani di consumo o comunque in vicinanza di comode vie di comunicazione, sovente anche dotati di attrezzature e impianti capaci di assicurare la produzione degli ortaggi anche fuori stagione; oltre che di un'adeguata dotazione di mezzi meccanici, questo tipo di organizzazione agraria prevede l'impiego di forti aliquote di personale specializzato, nella misura di 3-4 operatori per ettaro. Nell'orticoltura in pieno campo la coltivazione delle specie ortensi si svolge in rotazione con altre specie di piante, oppure in aree isolate, particolarmente adatte allo sviluppo di particolari specie di ortaggi, in generale scelte fra quelle più rustiche e meno esigenti. Di solito questo tipo di coltura interessa vaste estensioni di terreno e si svolge o nel periodo primaverile-estivo, come coltura da rinnovo (patata, pomodoro, zucca), o nel periodo autunno-inverno, quale coltura intercalare (insalata, spinaci, cavoli, ecc.). Gli impianti di tipo familiare, infine, generalmente sono di piccola entità, situati nei pressi delle abitazioni e hanno produzione molto limitata.