Verso nuovi equilibri
Gli USA e l'Europa occidentale
Terminata la "guerra fredda", il mondo assiste ora al costituirsi di nuovi equilibri. Gli Stati Uniti devono condividere la leadership economica a vantaggio di nazioni asiatiche (il Giappone) ed europee (quelle dell'Europa occidentale). Dal bipolarismo politico-militare USA-URSS si è passati al multipolarismo: accanto alla potenza americana, infatti, sono sorte anche molte potenze regionali (India, Israele, Egitto) che potrebbero attentare alla pace nel mondo. Un altro problema è rappresentato dalla crescente minaccia del fondamentalismo islamico, sorta di nemesi storica del colonialismo europeo. Esso si contrappone all'Occidente utilizzando principi estranei alla tradizione islamica e mutuati dalle stesse ideologie occidentali, anche se spesso deformate. Questo fenomeno ha assunto connotazioni particolarmente sanguinose in Algeria, Egitto e Sudan. Negli USA, dopo la presidenza di George Bush (1988-1992), repubblicano, è salito alla Casa Bianca il democratico Bill Clinton (1993-2001). Questi ha avuto un ruolo importante in politica estera, arrivando alla firma del Trattato START con la Russia per la riduzione dei grandi arsenali strategici e agli accordi OLP-Israele del 1993, ma è stato assai meno incisivo in politica interna: un grave fallimento è stata per Clinton la mancata approvazione di un progetto di riforma sanitaria (1993). L'Europa occidentale, infine, è avviata, non senza contrasti, all'integrazione. L'Unione Europea ha introdotto la moneta unica (2002) e ha posto le basi per una nuova costituzione europea.