Tra XX e XXI secolo
- Introduzione
- USA, dall'egemonia al predominio
- America Latina: la democrazia difficile
- La polveriera Medio Oriente
- Il subcontinente indiano
- La deriva dell'Africa
- Il Giappone e l'Asia orientale
- L'ascesa della potenza Cina
- L'Europa verso nuovi assetti
- L'Italia: si consolida il bipolarismo
- Approfondimenti
- Riepilogando
L'ascesa della potenza Cina
Superate le convulsioni sociali del 1989 culminate nella strage di piazza Tien An Men, il gruppo dirigente comunista cinese dimostra un'inattesa tenuta politica abbinata a una straordinaria capacità di adattamento di fronte alle nuove sfide poste dal mutato scenario internazionale prodotto dalla fine dell'URSS e dall'affermarsi del mercato globale. La chiave di svolta di tali esiti risiede nella graduale ma decisa trasformazione delle maggiori concentrazioni urbane e industriali del Paese in "zone economiche speciali", aperte all'economia di mercato e agli investimenti esteri, e dove ai singoli non solo è riconosciuta la libertà d'iniziativa secondo la formula dello xia hai ("gettarsi in mare", ossia mettersi in affari), ma è altresì consentito d'arricchirsi.
L'efficacia di questa originale versione di regime socialista trova conferma nella delicata fase di passaggio alla Cina dell'ex colonia britannica di Hong Kong, avvenuta nel 1997 e di quella portoghese di Macao, avvenuta nel 1999, che si realizza senza scosse apparenti grazie alla concessione da parte di Pechino ai due territori di ampie autonomie giurisdizionali interne in base all'innovativo principio di "un solo Paese, due sistemi". Tale processo ha ottenuto il suo coronamento nel 2001 con l'ingresso a pieno titolo della Repubblica Popolare Cinese nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), a cui fa riscontro nel 2005-6 l’ascesa della Cina al quarto posto in termini di prodotto nazionale lordo (PNL). Gigante demografico di prima grandezza con un miliardo e trecento milioni di abitanti, dotata di un proprio arsenale nucleare, membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU, e ora anche colosso economico in vertiginosa crescita, la Cina si avvia così a divenire una delle maggiori potenze del pianeta e a candidarsi a far parte della pattuglia di testa degli Stati guida-del sistema internazionale, raggruppati nel G8 e probabile futuro G9.
Molto di tale nuovo ruolo della Cina si deve alla sua leadership postmaoista, rappresentata per un ventennio da Den Xiaoping, poi da Jian Zeming (1997-2002), il cui successore, Hu Jintao, si trova tuttavia a dover affrontare l’impegnativo compito di varare un ampio piano di riforme politiche inteso a intaccare il monolitismo del blocco partito-Stato promuovendo una progressiva separazione e articolazione dei poteri sul modello delle democrazie occidentali.