Il secondo dopoguerra
La ricostruzione in Occidente
Di fronte a un'Europa devastata dalla guerra, gli Stati Uniti restavano l'unica potenza mondiale che poteva contare su una fiorente economia. Per contrastare le tendenze comuniste e filo-sovietiche e dimostrare l'efficienza del capitalismo, Washington programmò un ricco piano di aiuti diretto ai paesi inclusi nella loro sfera d'influenza (particolarmente dell'Europa Occidentale). Grazie alla pianificazione dell'UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration), nato nel 1943 sotto l'egida dell'ONU, ma in realtà controllato dagli USA, vennero inviati in Europa capitali, materie prime e generi alimentari: il presidente americano Truman fece di questa condotta lo strumento per sostenere una guerra ideologica contro il “totalitarismo comunista”. A una prima fase di aiuti (1945-46), ne seguì una seconda, ben più ricca, culminata nel piano Marshall (giu. '47), un progetto di grandi aiuti economici rivolti indistintamente a tutti i paesi europei. Con esso gli Americani speravano di allargare la propria influenza anche ai paesi dell'Est europeo: tali ambizioni naufragarono per l'ostilità sovietica. Nel 1948 ben 16 paesi (Gran Bretagna esclusa) fondarono l'OECE (Organizzazione Europea di Cooperazione Economica) per organizzare gli aiuti.