Il secondo dopoguerra
La “guerra fredda”
Nominalmente per opporsi a un'eventuale rinascita tedesca, in effetti per timore dei sovietici, dapprima Francia e Gran Bretagna (Trattato di Dunkerque, 4 mar. 1947), quindi Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda e Lussemburgo (Unione Europea Occidentale, UEO, 17 mar. 1948) stipularono accordi di mutua assistenza. Per nulla tranquillizzatisi, i paesi dell'UEO avviarono trattative con gli USA in funzione anti-sovietica: ne risultò il Patto Atlantico (NATO, 4 apr. 1949), comprendente oltre ai paesi dell'UEO anche Stati Uniti, Canada, Norvegia, Danimarca, Islanda, Portogallo e Italia. Nel 1951 vi avrebbero aderito Turchia e Grecia; nel '54 la RFT. Nel magg. 1949, per iniziativa inglese e francese fu costituito il Consiglio d'Europa, allo scopo di favorire l'integrazione politica fra gli stati dell'Europa occidentale. Più importante fu la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio), cui parteci-parono Francia, RFT, Italia e Belgio, Olanda e Lussemburgo (Benelux) creata nell'apr. 1951 per controllare produzione e prezzi del carbone e dell'acciaio. L'URSS e i paesi dell'Est, di fronte a simili iniziative occidentali, stipularono accordi economici (COMECON, 25 GENN. 1949) e di difesa, cooperazione e mutua assistenza (Patto di Varsavia, 14 magg. 1955). Già dal 1947, per riunire i partiti comunisti europei, Mosca aveva stabilito l'istituzione del Cominform in sostituzione della III Internazionale disciolta nel 1943. La guerra fredda raggiunse il suo culmine nel 1950, quando comunisti e nazionalisti presero le armi in Corea. Evitata per un soffio una catastrofe mondiale, l'Occidente provvide a potenziare la NATO. Nel timore di un attacco sovietico si promosse il riarmo della RFT istituendo la CED (Comunità europea di difesa), sotto il comando americano con partecipazione tedesca (27 magg. 1952).