Il secondo dopoguerra
Il nuovo assetto internazionale
Poco dopo la fine della guerra, concretizzando un progetto del 1941, fu varato lo statuto definitivo dell'ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite, San Francisco, 26 giu. 1945), istituita per salvaguardare la pace, la libertà e la democrazia nel mondo. Essa, tuttavia, dimostrò subito una certa debolezza non riuscendo a risolvere i crescenti contrasti tra USA e URSS. Le prime spaccature tra le due superpotenze emersero già durante le trattative per gli accordi di pace con Italia, Bulgaria, Romania, Ungheria e Finlandia, paesi ex-alleati della Germania: non trovarono punti d'intesa quasi su nulla. I trattati tra i quattro vincitori della guerra e gli sconfitti, a eccezione della Germania, comunque, vennero firmati il 10 febb. 1947 a Parigi. All'Italia toccò cedere Briga e Tenda alla Francia, perdere l'impero coloniale, Rodi e il Dodecaneso (queste ultime a vantaggio della Grecia); Trieste contesa da Italiani e Jugoslavi fu organizzata in territorio libero diviso in 2 zone (la zona A anglo-americana; la B jugoslava); infine fu imposta a Roma un'indennità di guerra che Inglesi e Americani non pretesero, Sovietici e Jugoslavi sì. Bulgaria, Romania, Ungheria e Finlandia, occupati dall'Armata Rossa, si piegarono a trattati rispondenti alle esigenze di Mosca. L'URSS, inoltre, ottenne dalla Polonia le regioni di Bielorussia e Ucraina, consentendo all'annessione da parte polacca di Pomerania, Slesia e parte della Prussia Orientale. Mentre in Asia il Giappone perdeva i possedimenti in Cina, Formosa, Sakhalin e la Corea, le potenze vincitrici mantennero il controllo sui rispettivi imperi coloniali. Effetto delle sistemazioni del dopoguerra è anche la nascita di Israele, nel 1948. Il quasi immediato attacco delle truppe della Lega Araba, ostili alla creazione dello Stato ebraico voluta dall’ONU, si conclude in una rovinosa sconfitta.