I movimenti socialisti
Introduzione
Nel XIX sec., gli stridenti contrasti tra il tenore di vita della borghesia e quello del proletariato industriale generarono una vera e propria “questione sociale”. Gli operai, costretti a sopportare estenuanti orari di lavoro in cambio di miseri salari, di fronte all'assoluta mancanza di qualsiasi difesa della manodopera più debole (donne e bambini) e a ogni genere di sopruso da parte del padronato, maturarono esigenze di cambiamento. Mentre i lavoratori andavano raccogliendosi in coalizioni per l'autotutela, alcuni intellettuali e imprenditori “filantropi” elaborarono nuove teorie sulla gestione del lavoro nelle industrie e per regolare la convivenza tra i nuovi ceti sociali. Nacquero così le dottrine dette “egualitaristiche” e “utopistiche”. Da esse si sarebbe sviluppato il “Socialismo”, corrente di pensiero che si proponeva l'affermazione di un sistema economico, sociale e politico in cui gli interessi della comunità prevalgono sulle aspettative di profitto dei singoli individui (il “padronato”). I tentativi di “costruire” nuovi modelli d'organizzazione della società furono molteplici in tutto il XIX sec. Saranno però Karl Marx e Friedrich Engels a porre le basi scientifiche del pensiero socialista in Europa. La Chiesa, dal canto suo, reagì duramente ai cambiamenti della civiltà moderna.