Sièna (città)
Indicecapoluogo della provincia omonima, 322 m s.m., 118,71 km², 54.195 ab. secondo una stima del 2021 (senesi), patrono: santa Caterina da Siena (29 aprile).
Generalità
Città situata nel cuore dell'altopiano Toscano, su un colle che separa il bacino del fiume Elsa da quello del torrente Arbia. Si sviluppò a partire dal sec. XI sulla sommità del colle, assumendo la peculiare struttura triangolare caratterizzata da consistenti dislivelli e da strade strette e tortuose. "Per la pianta della città vedi a pagina 176 del XX volume." "Per la pianta della città vedi il lemma del 18° volume." L'agglomerato urbano tipicamente medievale, racchiuso dalla cerchia muraria, si mantenne entro questo perimetro fino al Novecento, quando iniziò a espandersi nella zona pianeggiante lungo le principali direttrici di accesso alla città. Siena è piuttosto appartata rispetto alle principali arterie stradali e ferroviarie del centro Italia; solo negli anni Sessanta del Novecento i collegamenti con Firenze sono stati sveltiti con la costruzione di una superstrada. La città è un centro di cultura tra i più noti a livello internazionale grazie alla sua antichissima università (1240) e a istituzioni di grande prestigio quali l'Accademia Musicale Chigiana, l'Università per Stranieri, l'Accademia dei Fisiocritici e quella degli Intronati. È sede arcivescovile.
Storia
Già centro degli Etruschi (dei quali furono rinvenute tombe con suppellettili), poi colonia romana, Sena Julia, intorno al sec. I ebbe un proprio corpo di magistrati. La posizione dominante nell'altopiano toscano la preservò dalle invasioni barbariche favorendone lo sviluppo. Occupata dai Longobardi, fu sede vescovile nel sec. VIII; governata da gastaldi, divenne poi capoluogo di una contea con la conquista franca. Tra i sec. X e XI si rafforzò il potere dei vescovi i quali, scalzando il potere dei conti, prepararono l'avvento del comune. Sotto il governo dei vescovi Siena cominciò ad allargare il suo dominio scontrandosi con Firenze (1141) e già nel 1147 si andava affermando l'autorità laica la quale poté sostituire il governo del vescovo con quello dei consoli a loro volta sostituiti (1199) dal podestà. Dopo una breve alleanza Siena e Firenze si trovarono ancora in conflitto: i senesi subirono a Montalto della Berardenga (1207) una dura sconfitta che segnò la fine delle loro pretese su Montepulciano, Montalcino e Poggibonsi. Ebbe successo invece la loro espansione verso la Maremma dove furono sottomesse diverse contee e, nel 1224, Grosseto. Nel 1228, alleata di Pisa e Pistoia, Siena riprese contro Firenze una guerra conclusa con l'avversa sentenza del cardinale di Preneste (1235). Nel 1236 fu nuovamente riformata la struttura della suprema autorità politica e al podestà fu sostituito un Consiglio di ventiquattro (e dal 1270 di trentasei) cittadini, che fu detto poi Eccelso Concistoro e che tenne il potere politico sino alla metà del sec. XV. Capo del Consiglio dei ventiquattro fu, dal 1252, il capitano del popolo eletto tra personalità non cittadine. Siena, giovandosi del cambiamento istituzionale e diventata il centro del partito ghibellino in Toscana, nel 1260, alleata con Pisa e Pistoia, mosse ancora guerra a Firenze infliggendole una dura sconfitta a Montaperti.Ma appena morto Manfredi a Benevento (1266), la fazione guelfa riprese il sopravvento e i ghibellini furono esiliati. La pacificazione tra i due partiti avvenne nel 1280, ma nel 1287, per sventare le trame ghibelline, fu costituito il cosiddetto “governo dei Nove” che rimase al potere sino al 1355 e, composto di benestanti di parte guelfa, tenne buone relazioni con Firenze e nel 1326 riconobbe l'alta autorità di Carlo d'Angiò. Sotto questo governo, Siena attraversò il periodo del suo massimo splendore. La vittoriosa, ma dispendiosa, guerra contro Lucca e Pisa e la peste del 1348 portarono però alla sollevazione delle classi popolari (1355) che abbatté i Nove. A essi furono sostituiti prima dodici e poi quindici riformatori, tutti provenienti dalle file popolane, che conservarono il potere sino al 1386. Nel 1399 la città, esausta dalle continue lotte interne, esasperata da Firenze, che si impadroniva di Montepulciano e di altre terre, si pose allora sotto la signoria di Gian Galeazzo Visconti (1399) e, morto questi, dei suoi successori fino al 1404. In quell'anno fu formato un nuovo governo di dieci priori, fu fatta la pace con Firenze, fu riconquistata la Maremma, ma ripresero le lotte intestine che continuarono finché Pandolfo Petrucci, capo dei nobili fuorusciti, nel 1487, rientrato in città, riuscì a impossessarsi del potere. Cacciati i Petrucci nel 1525 la Repubblica Senese vide sempre più aumentare l'ingerenza imperiale che favoriva i grandi mercanti. Ormai impossibilitata a mantenersi indipendente, stretta dalle potenze nazionali e sovranazionali, Siena si ribellò ancora una volta e nel 1552 il popolo cacciò gli imperiali dalla città. Siena si alleò allora con la Francia e con i fiorentini di Piero Strozzi, ma nel 1554, assediata da un formidabile esercito tedesco-spagnolo, dovette cedere (aprile 1555) dopo un'accanita resistenza. La repubblica, ancorché nominalmente, continuò ancora per quattro anni, ridotta solo alla città di Montalcino. Siena fu quindi incorporata nello Stato mediceo e poi in quello lorenese seguendone le vicende. Nel 1859 fu la prima città toscana a deliberare l'annessione al Regno d'Italia. Durante la seconda guerra mondiale fu occupata dalle truppe alleate del generale A. Juin il 13 luglio 1944.
Arte
La città conserva quasi intatto il tessuto urbano e l'aspetto definitisi fra il sec. XIII e il XVI. Nata dalla fusione di tre abitati, Siena ha i suoi centri urbanistici e monumentali nella Piazza del Campo e in quella del Duomo. Massimo monumento cittadino è appunto il duomo, iniziato nel 1229, compiuto nelle strutture fondamentali nel 1264 e portato a termine nel sec. XIV; fra il 1376 e il 1382 furono completate la facciata e l'abside. L'ambizioso progetto, iniziato nel 1339, di costruire un nuovo, gigantesco duomo, del quale il precedente avrebbe dovuto essere il transetto, venne abbandonato nel 1355 per insormontabili difficoltà tecniche. La facciata gotica tricuspidata, ornata di tre portali e di numerose statue (gli originali si trovano nel Museo dell'Opera Metropolitana e sono stati sostituiti da copie), è dovuta nella parte inferiore a Giovanni Pisano e allievi (1284-96), nella superiore a Giovanni di Cecco (1376-82). Notevole è anche il campanile, costruito in stile romanico nel 1313, con decorazione a strisce marmoree bianche e nere. L'interno, a tre navate su pilastri polistili, suggestivo nel paramento murario a fasce bianche e nere, ha uno stupendo pavimento (56 riquadri a graffito e a tarsia in marmo bianco, nero e colorato), realizzato fra il 1369 e il 1547 su cartoni forniti da numerosi artisti, fra cui Matteo di Giovanni, Pinturicchio e Domenico Beccafumi. Numerosi e di grande valore artistico sono le sculture e i dipinti conservati nella chiesa: celebre in particolare il pergamo a pianta ottagonale, realizzato da Nicola Pisano con l'ausilio di Giovanni Pisano, Arnolfo di Cambio e Lapo (1265-68). In marmo bianco, poggiante su nove colonne di granito, di porfido e di marmo verde, ha la parte superiore divisa in otto riquadri, separati tra loro da statue di profeti e angeli, splendidamente scolpiti con Storie di Cristo. Nella cappella di San Giovanni Battista, costruita da Giovanni di Stefano nel 1482, si trovano dipinti del Pinturicchio, la statua di Santa Caterina d’Alessandria (1487), realizzata da Neroccio di Bartolomeo Landi e aiuti, e la statua bronzea di San Giovanni Battista, di Donatello, splendido esempio della potenza espressiva del maestro. Nella cappella di Sant'Ansano si possono ammirare il monumento del cardinale Riccardo Petroni, di Tino da Camaino (1318), e la tomba del vescovo Giovanni Pecci, in bronzo, di Donatello (1426). Altre opere notevoli sono l'Altare Piccolomini, opera di Andrea Bregno, e, nel presbiterio, l'altare maggiore realizzato nel 1532 da Baldassarre Peruzzi; su di esso si trovano un pregevole ciborio bronzeo del Vecchietta (1467-72), due angeli portacandelabro di Giovanni di Stefano e otto angeli di Beccafumi. Di particolare bellezza è il coro ligneo addossato alle pareti dell'abside. Dal duomo si accede alla Libreria Piccolomini, costruita nel sec. XV per custodire la biblioteca di Pio II. L'interno è rivestito da un ciclo di affreschi del Pinturicchio e allievi (Scene della vita di Pio II), notevoli per la vivacità dello stile e l'esuberanza decorativa. Sotto gli affreschi, lungo le pareti, sono esposti alcuni bellissimi corali miniati da Liberale da Verona, Sano di Pietro e altri. Il battistero (1316-25) è la continuazione della parte absidale del duomo e ne costituisce in certo senso la cripta; sulla facciata gotica (1382) si aprono tre grandiosi portali, quello centrale cuspidato. All'interno si trova il mirabile fonte battesimale di Iacopo della Quercia, ornato di sei bassorilievi bronzei alternati a statue, fra i quali Zaccaria cacciato dal tempio dello stesso Iacopo, il Convito di Erode di Donatello, Battesimo di Gesù e Cattura di Cristo di Lorenzo Ghiberti. Sulla Piazza del Duomo sorgono il Palazzo Arcivescovile (1723), che conserva all'interno la Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti; il palazzo detto “del Magnifico”, fatto erigere da Pandolfo Petrucci (1508); lo Spedale di Santa Maria della Scala (sec. XIII-XIV), con affreschi del Vecchietta, di Domenico di Bartolo e altri; la chiesa di Santa Maria della Scala o della Santissima Annunziata, con una bella statua bronzea di Cristo risorto, opera del Vecchietta, e, nel catino, La piscina probatica, uno dei più felici dipinti di Sebastiano Conca.Alla Piazza del Duomo, centro del potere religioso, si contrappone la Piazza del Campo, centro del potere civile. A forma di valva di conchiglia, è una delle più belle piazze medievali d'Europa. Cinta da palazzi dei sec. XIII-XIV, è dominata dal Palazzo Pubblico (1297-1342), in pietra e in cotto, il più elegante esempio di gotico toscano. Alla sua sinistra si innalza per ca. 102 m la slanciata e bellissima Torre del Mangia, quasi interamente rivestita in cotto, alla cui base sorge la cappella di Piazza, fatta erigere dai senesi come ringraziamento per lo scampato pericolo della peste del 1348; iniziata da Domenico d'Agostino e terminata da Giovanni di Cecco, la cappella custodisce all'interno un interessante affresco del Sodoma. Nel Palazzo Pubblico, in parte sistemato a museo, si trovano la Sala del Mappamondo, con i famosi affreschi della Maestà e di Guidoriccio da Fogliano di Simone Martini, e la Sala della Pace o Sala dei Nove, decorata dal ciclo Allegorie ed effetti del buono e cattivo governo in città e nel contado di A. Lorenzetti, uno dei più importanti complessi pittorici non solo della scuola senese, ma di tutta l'arte medievale italiana. Sul lato opposto del Palazzo Pubblico è situata la Fonte Gaia, costruita tra il 1409 e il 1419 da Iacopo della Quercia e ornata di sculture (gli originali si trovano nel Palazzo Pubblico, sostituiti da copie di Tito Sarrocchi) in cui l'artista senese fornì una prova di grande armonia e compostezza formale.Al sec. XIII risalgono il severo palazzo Tolomei, in pietra, e le chiese di Santa Maria dei Servi, con interno rinascimentale (1471-1528), che conserva opere di Coppo di Marcovaldo, Pietro Lorenzetti, Lippo Memmi; di Sant'Agostino (trasformata nel 1755 da Luigi Vanvitelli), con opere di A. Lorenzetti, di Matteo di Giovanni, del Perugino e del Sodoma; di San Domenico, maestosa costruzione gotica (1226-1465), che custodisce opere di Benedetto da Maiano, di Matteo di Giovanni e del Sodoma. Trecentesche sono le chiese di San Francesco (1326-1475), di sobria imponenza, con notevolissimi affreschi all'interno (Crocifissione, di P. Lorenzetti, 1331; San Lodovico d’Angiò davanti a Bonifacio VIII, di A. Lorenzetti, 1331), e di San Niccolò del Carmine, rifatta nel 1517 su disegno di Baldassarre Peruzzi (all'interno, dipinti del Beccafumi e del Marrina); notevoli sono inoltre i palazzi Chigi-Saracini e Salimbeni e le opere di fortificazione, come l'imponente Porta Romana. Nel sec. XV vennero innalzati edifici tardogotici e, a iniziare dalla metà del secolo, rinascimentali, spesso a opera di architetti fiorentini. Fra i primi, notevoli la Loggia della Mercanzia (1428-44), di Sano di Matteo e Pietro del Minella, e l'elegante palazzo Buonsignori già Tegliacci, sede della Pinacoteca Nazionale. Fra i palazzi rinascimentali, degni di menzione sono i palazzi Piccolomini (iniziato nel 1469) e Piccolomini o delle Papesse (1460-95), dovuti a B. Rossellino (nel primo, oggi Archivio di Stato, si conservano le famose Tavolette di biccherna). Interessanti costruzioni religiose sono la chiesa di Fontegiusta, dalla sobria facciata in cotto di puro stile rinascimentale, e gli oratori di San Bernardino (con interessanti affreschi del Sodoma e del Beccafumi) e di Santa Maria delle Nevi, attribuito a Francesco di Giorgio Martini, che conserva la bellissima Madonna della Neve di Matteo di Giovanni. Al sec. XV risale inoltre parte del complesso del Santuario Cateriniano, peraltro ampiamente trasformato e ingrandito nei secoli successivi. Significativa opera del principio del Cinquecento è palazzo Pollini, di B. Peruzzi. Nei dintorni della città, degno di attenzione il convento dell'Osservanza, del sec. XIII; la chiesa, eretta su disegno di Francesco di Giorgio Martini e Giacomo Cozzarelli (1474-90), conserva all'interno opere di Andrea Della Robbia, del Riccio, di Sano di Pietro e del cosiddetto Maestro dell'Osservanza.La città fu sede di un centro ceramico che, attivo già nel sec. XIII, raggiunse la notorietà nel sec. XVI per la produzione di maioliche. Tra gli oggetti più tipici usciti dalle fornaci senesi si ricordano i vasi da farmacia decorati su un solo lato, le brocchette con beccuccio troncoconico saldato al corpo mediante un nodo intrecciato e le mattonelle per pavimenti (famose quelle per il pavimento della Libreria Piccolomini).
Musei
Oltre al già citato museo del Palazzo Pubblico, la città vanta altre importanti raccolte. La Pinacoteca Nazionale conserva notevolissime opere di maestri senesi dei sec. XII-XVII (la Madonna dei Francescani di Duccio di Buoninsegna; una Madonna col Bambino di S. Martini; Città sul mare, Castello in riva al lago, Madonna, Santi e Angeli e Annunciazione di A. Lorenzetti; Storie dell’ordine carmelitano di P. Lorenzetti; Madonna col Bambino, , San Girolamo e san Bernardino del Neroccio; dipinti di Guido da Siena, Niccolò di Segna, Bartolo di Fredi, Lippo Memmi, Paolo di Giovanni Fei, Domenico di Bartolo, Michelino da Besozzo, Giovanni di Paolo, Sassetta, Matteo di Giovanni, Francesco di Giorgio Martini, Sano di Pietro, Pinturicchio, Rutilio Manetti, Andrea del Brescianino, Sodoma, Beccafumi, Albrecht Dürer, Federico Zuccari, Lorenzo Lotto e altri). Il Museo dell'Opera Metropolitana conserva quasi esclusivamente opere rimosse dal duomo. Da ricordare in particolare, oltre alla celebre Maestà di Duccio di Buoninsegna, dipinti di D. Beccafumi, del Pomarancio, del Brescianino, di S. Martini, di P. Lorenzetti (trittico con la Natività della Vergine, 1342); il gruppo marmoreo delle Tre Grazie, copia romana del sec. III da un originale greco di età ellenistica, già nella Libreria Piccolomini; dieci statue di personaggi biblici di Giovanni Pisano.
Biblioteche
La Biblioteca comunale degli Intronati (che assunse questo nome nel 1932 in omaggio all'Accademia omonima) fu fondata da Sallustio Bandini e da lui donata nel 1758 all'università. Passò quindi al comune. Possiede (2008) ca. 350.000 volumi e opuscoli, oltre 900 incunaboli, ca. 5400 manoscritti (tra i quali l'Evangeliario Bizantino del sec. XI proveniente dal palazzo imperiale di Costantinopoli), molte stampe e disegni di artisti senesi e non senesi. La biblioteca da anni realizza un processo di digitalizzazione di periodici e giornali senesi.
Spettacolo
Siena è importante nella storia del teatro italiano soprattutto per due accademie cinquecentesche: la Congrega dei Rozzi, fondata nel 1531 da un gruppo di artigiani, che elaborò un repertorio di farse popolaresche, probabilmente influenzate dai maggi e dai bruscelli del contado; e l'Accademia degli Intronati cui si deve un certo numero di commedie erudite, compresi Gli ingannati che sembra abbiano ispirato a W. ShakespeareLa dodicesima notte. Si deve alla stessa accademia anche la costruzione di un teatro permanente (accanto a quello dei Rozzi, inaugurato nel 1690 e chiuso nel 1948) che prese nome da un'accademia scissionistica dei Filomati nel sec. XVII e che è stato successivamente restaurato, nel 1950, come Teatro dei Rinnovati, nome assunto all'inizio dell'Ottocento. La vita musicale di Siena gravita intorno all'Accademia Musicale Chigiana; fondata nel 1931 dal conte G. Chigi Saracini, promuove, oltre a una stagione concertistica di alto livello, corsi di perfezionamento in varie discipline musicali tenuti da insegnanti di prestigio mondiale; organizza inoltre annualmente tra agosto e settembre una Settimana Musicale Senese nell'ambito della quale vengono presentate musiche in prima esecuzione e riproposte pagine del passato di particolare rilievo storico-culturale. L'Accademia Musicale Chigiana cura la pubblicazione di un bollettino periodico, che dal 1965 esce con il nome di Chigiana e ospita notevoli contributi musicologici e critici di studiosi italiani e stranieri.
Economia
L'economia della città è caratterizzata dallo sviluppo del settore finanziario, già fiorente in età tardomedievale con importanti istituti bancari, tra i quali il principale è il Monte dei Paschi di Siena, uno dei più antichi istituti italiani di credito e una delle più importanti banche italiane. A questo si aggiungono le attività commerciali (come completamento della produzione agricola fiorente nel territorio provinciale) e quelle connesse al turismo d'arte e alla presenza dell'università. L'attività industriale è caratterizzata da numerose aziende artigianali e di alcune piccole e medie imprese operanti nei comparti chimico-farmaceutico, elettrotecnico, meccanico, vetrario, grafico-editoriale, dell'abbigliamento, del mobilio; i settori più importanti sono l'alimentare e soprattutto il dolciario (tipici e molto famosi il panforte, i ricciarelli e il pan pepato); attivi anche i settori ceramico, delle terracotte e del cristallo.
Curiosità e dintorni
Nel 1995 il centro storico di Siena è stato dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. L'evento principale della città è il Palio, le cui origini risalgono al sec. XIII. Il torneo, che gode di straordinaria fama internazionale, viene ripetuto due volte all'anno (2 luglio e 16 agosto), dal 1656 con lo stesso regolamento. La città diede i natali allo scultore Iacopo della Quercia (ca. 1371-1438), ai pittori Simone Martini (1284-1344) e Domenico Beccafumi (ca. 1484-1551), al pittore e scultore Francesco di Giorgio Martini (1439-1502) e al poeta Cecco Angiolieri (ca. 1260-ca. 1313). Nei dintorni della città, è degno di attenzione il convento dell'Osservanza, del sec. XIII; la chiesa, eretta su disegno di Francesco di Giorgio Martini e Giacomo Cozzarelli (1474-90), conserva all'interno opere di Andrea Della Robbia, del Riccio, di Sano di Pietro e del cosiddetto Maestro dell'Osservanza.
A. Susini, S. Chierichetti, Siena, Siena, 1956; A. Tailetti, Guida artistica illustrata di Siena e provincia, Siena, 1959; E. Carli, Musei senesi, Novara, 1961.