Manfrédi (re di Sicilia)
re di Sicilia (? 1232-Benevento 1266). Figlio di Bianca Lancia e di Federico II, mantenne il cognome materno anche dopo le nozze tra i suoi genitori (1246). Principe di Taranto, Manfredi sposò nel 1249 Bianca di Savoia, marchesa del Monferrato, da cui ebbe la figlia Costanza, sposata nel 1262 a Pietro III d'Aragona. Morto il padre (1250), Manfredi tenne i domini degli Svevi in Italia come luogotenente del fratello Corrado IV, che temendo la sua potenza esiliò i Lancia e, morendo (1254), affidò la Sicilia a Bertoldo di Hohenburg. Questi lasciò la reggenza a Manfredi che, scomunicato da Innocenzo IV (1254), tenne il regno per il nipote Corrado (Corradino), ancora minorenne, mentre truppe pontificie invadevano la Campania. La lotta continuò con il nuovo papa Alessandro IV. Nel 1258, sparsa la voce che Corradino era morto, Manfredi si fece incoronare re di Sicilia (10 agosto) a Palermo e fu ben presto riconosciuto capo dei ghibellini d'Italia. Fu scomunicato dal papa nel 1259 e di nuovo nel 1260 ma nel frattempo con il suo appoggio i ghibellini toscani si erano imposti a Firenze con la battaglia di Montaperti; la parte di Manfredi otteneva altri successi nel Veneto e suoi vicari reggevano la marca d'Ancona e il ducato di Spoleto. Le sue seconde nozze con Elena, figlia del despota d'Epiro, accrebbero il suo prestigio. Papa Urbano IV offrì allora la corona di Sicilia usurpata da Manfredi a Carlo d'Angiò, fratello di Luigi IX il Santo, re di Francia. Carlo nel 1265 venne in Italia e, incoronato a Roma da Clemente IV re di Sicilia (1266), mosse contro Manfredi appoggiato dai Saraceni e da poche truppe tedesche. Il 6 febbraio 1266, nella battaglia di Benevento, Manfredi morì e nel regno s'insediò Carlo d'Angiò. Le spoglie di Manfredi, che era stato sepolto sul campo di battaglia, furono fatte disseppellire dall'arcivescovo di Cosenza e gettate in terra sconsacrata. Dante dedicò a Manfredi un episodio del Purgatorio (canto III).