Federico II (imperatore)

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di Hohenstaufen, imperatore (Iesi 1194-Fiorentino, presso Lucera, 1250). Figlio dell'imperatore Enrico VI di Hohenstaufen e di Costanza d'Altavilla, dopo la morte dei genitori, nel 1198, fu affidato alla tutela di papa Innocenzo III, e quello stesso anno fu eletto re di Sicilia. Le rivendicazioni del nuovo imperatore Ottone IV di Brunswick sul regno di Sicilia e sui possedimenti che erano stati della contessa Matilde di Canossa spinsero Innocenzo III a togliere il proprio appoggio all'imperatore eletto e a scomunicarlo, invitando nel contempo i feudatari tedeschi a procedere a una nuova elezione. A Ottone il papa contrappose Federico II, dopo averlo impegnato a tenere distinte la corona di Sicilia e dell'Impero, riconoscendo la prima come feudo della Chiesa. Federico II fu proclamato re nel 1212, ma solo nel 1214 la coalizione ghibellina di cui facevano parte Federico II e Filippo II Augusto di Francia riuscì a sconfiggere definitivamente, nella battaglia di Bouvines, Ottone IV che si era alleato con l'inglese Giovanni Senza Terra. Nel frattempo a Innocenzo III era succeduto Onorio III (1216). Il nuovo pontefice incoronò Federico II imperatore a Roma (1220) dopo averlo impegnato a mantenere la promessa fatta a Innocenzo III e a organizzare una nuova spedizione crociata in Terra Santa. Federico II preferì dedicarsi innanzi tutto al riordinamento del regno di Sicilia e del regno normanno. Si volse quindi verso l'Italia centrosettentrionale, dove i Comuni avevano ripreso la propria politica autonomistica e avevano accresciuto grandemente la propria forza politica ed economica. Il programma di Federico II di ridurre le città ad accettare la sovranità imperiale si scontrò subito contro la coalizione dei Comuni nuovamente riuniti in lega (Lega di San Zenone), cui aderirono quasi tutte le città padane. La tensione aumentò negli anni seguenti quando salì al soglio pontificio (1227) Gregorio IX che, meno condiscendente del proprio predecessore, ingiunse a Federico II di organizzare la crociata promessa. Un ritardo nella partenza, motivato da una epidemia scoppiata tra l'esercito, giustificò la scomunica papale di Federico II (1227). L'imperatore partì allora immediatamente, e negoziando con il sultano d'Egitto al-Kāmil ottenne Gerusalemme e altri territori. A Gerusalemme si fece incoronare re (marzo 1229); considerava infatti di averne diritto in ragione del suo matrimonio con Iolanda di Brienne, che aveva sposato in seconde nozze. Ritornato in Italia, dovette fronteggiare una rivolta guidata dal pontefice e dopo laboriose trattative giunse all'Accordo di San Germano (1230). Si volse quindi al consolidamento del proprio Stato ed emanò la Costituzione di Melfi (1231), raccolta di leggi che sancivano il carattere burocratico e accentratore del potere del sovrano. Le leggi melfitane prevedevano una riorganizzazione dell'apparato fiscale e l'esercizio del potere esecutivo per mezzo di funzionari stipendiati. In Germania, frattanto, scoppiò una rivolta sostenuta dal figlio di Federico II, Enrico VII, e appoggiata dalle città tedesche. Enrico fu sconfitto e imprigionato nel 1235. Anche la Lega dei Comuni, nuovamente ribellatasi, fu sbaragliata nella battaglia di Cortenuova (1237); lo stesso Carroccio di Milano fu conquistato e inviato come trofeo in Campidoglio. Il successo di Federico II non poté impedire il consolidamento dell'alleanza tra le città e il papa. Anzi, la notizia del conferimento del titolo di re di Sardegna a Enzo, figlio di Federico II, avvenuta senza interpellare la Curia Romana, provocò una nuova scomunica papale. Gregorio IX tentò anche di convocare un concilio a Roma (1241) per deporre l'imperatore, ma non poté riunirlo perché gran parte dei convocati fu catturata presso l'isola del Giglio. Morto Gregorio IX, Federico II cercò di avviare trattative con il successore Innocenzo IV (1243-54). Ma il nuovo papa fuggì in Francia e convocò a Lione un concilio che dichiarò decaduto l'imperatore e lo condannò come eretico. La situazione sembrò precipitare: in Germania fu eletto re Enrico Raspe (1246), in Italia si rinforzò l'offensiva dei Comuni che a Vittoria (1248) sconfissero l'esercito imperiale. Nella battaglia della Fossalta(1249) fu fatto prigioniero Enzo, re di Sardegna. Federico II morì improvvisamente nel castello di Fiorentino in Puglia, mentre i suoi seguaci Ezzelino da Romano e Tommaso di Savoia riportavano nuovi successi ed egli si accingeva a organizzare una nuova spedizione nell'Italia settentrionale. Federico II è considerato come la figura più geniale e moderna tra gli statisti del Medioevo. La sua attività politica fu volta alla fondazione di un tipo di monarchia assoluta e illuminata, originale per i suoi tempi, e alla lotta per i diritti dello Stato laico contro la teocrazia papale. Principe coltissimo (parlava il latino, il volgare, il francese, il tedesco, il greco e l'arabo), affiancò alla sua azione politica un'intensa opera di mecenate. Tra le sue opere civili spiccano la fondazione dell'Università di Napoli, gli aiuti alla scuola medica di Salerno, l'impulso agli studi scientifici e speculativi. La sua vocazione scientifica è attestata dal trattato di ornitologia, De arte venandi cum avibus, notevole sia per l'acutezza dell'osservazione sia per il rigore e la vivezza dell'espressione. Poeta egli stesso (il suo nome appare in testa a tre composizioni), Federico II raccolse attorno alla “magna curia” di Palermo la scuola poetica che fu detta “siciliana”, alla quale è riconosciuta la priorità storica nell'avvio a poetare in lingua volgare e nella formazione del nostro linguaggio poetico.

Bibliografia

A. De Stefano, Federico II e le correnti spirituali del suo tempo, Roma, 1923; D. Abulafia, Federico II. Un imperatore medievale, Torino, 1990.

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