Romagna
IndiceTerritorio
Regione storica dell'Italia settentrionale, divisa tra Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Repubblica di San Marino. È limitata a N dal corso del fiume Reno, dalla foce alla confluenza con il torrente Sillaro; a NW dal Sillaro fino alla sorgente; a W e a SW dal crinale appenninico tra il monte La Fine e l'Alpe della Luna, lungo i gruppi montuosi dell'Alpe di Vitigliano, dell'Alpe di San Benedetto, del monte Falterona e dell'Alpe di Serra; a SE dalla dorsale montuosa e collinare che dall'Alpe della Luna si spinge fino al mare Adriatico, in prossimità di Cattolica, lungo i rilievi del monte Simoncello e del monte Carpegna; a E infine dalla costa adriatica. Entro questi limiti la regione ha una superficie complessiva di ca. 6350 km² con una linea di costa di 100 km. Essa non costituisce un'unità amministrativa, ma appartiene per 7/10 all'Emilia-Romagna (province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena), per 2/10 alle Marche (provincia di Pesaro e Urbino) e alla Repubblica di San Marino e per il rimanente 1/10 alla Toscana (province di Firenze e di Arezzo), la cosiddetta “Romagna toscana”, conosciuta fino al 1859 con la denominazione di Romagna granducale. La regione, montuosa e collinare a SW e a S (Appennino Tosco-Emiliano), pianeggiante a N e a E, è attraversata da vari corsi d'acqua che scendono al mare Adriatico con un corso pressoché parallelo diretto da SW a NE: i principali sono il Sillaro, il Santerno, il Senio, il Lamone, il Montone, il Ronco, il Savio, il Rubicone, la Marecchia, il Conca, il Foglia, oltre al basso corso del Reno. La Romagna trae la sua unità da varie caratteristiche distintive d'ordine geologico e morfologico, ma ancor più dai suoi aspetti climatici e floristici, costituendo una zona di transizione tra la Padania e la penisola italiana, ed economico per la stretta complementarità tra le risorse della pianura e della montagna. L'ambiente e il paesaggio presentano delle particolarità uniche, tutelate all'interno nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna e, lungo la costa ravennate, nelle pinete di San Vitale e di Classe comprese nel Parco Regionale del Delta del Po. Il clima è mite, di tipo marittimo, con estati calde e inverni non rigidi nella fascia costiera; procedendo verso l'interno si accentuano le escursioni termiche giornaliere e annue, gli inverni si fanno più freddi ma le estati permangono piuttosto fresche.
Popolazione ed economia
Le città principali sono Ravenna, considerata la capitale naturale della regione, Imola, Faenza, Forlì, Cesena, Rimini e San Marino: in esse si concentra gran parte delle attività industriali. Per la bontà del clima, per la bellezza dei vasti litorali sabbiosi e per l'efficienza delle numerosissime attrezzature ricettive, sono famosi i centri balneari di Marina Romea, Marina di Ravenna, Punta Marina, Lido di Classe, Lido del Savio, Milano Marittima, Cervia, Cesenatico, Gatteo a Mare, San Mauro a Mare, Bellaria-Igea Marina, Rimini, Riccione e Cattolica. Le vie di comunicazione che attraversano la regione sono numerose: la principale direttrice dei traffici è quella tradizionale costituita dalla via Emilia, affiancata dalla ferrovia e dall'autostrada Bologna-Taranto (A14); importante è anche la SS 3 bis Ravenna-Perugia. I porti maggiori sono quelli di Rimini e di Ravenna, quest'ultimo sviluppatosi negli ultimi decenni grazie all'espansione delle sue attività industriali. Aeroporto a Rimini e Forlì. Le principali risorse economiche sono le attività connesse con il turismo balneare, lungo la costa, l'agricoltura (cereali, ortaggi, uva, barbabietole da zucchero, frutta), l'allevamento bovino e avicolo oltre che la pesca. Direttamente collegate al settore primario eccellono le attività agro-industriali di ortaggi e frutta, delle conserve e della macellazione e trasformazione delle carni.
Storia
La storia della Romagna coincide spesso con quella dell'intera Emilia o con quella delle sue principali città. Anticamente abitata dagli Etruschi, occupata nel sec. IV dai Galli, fu poi conquistata dai Romani e iscritta da Augusto nell'VIII regione, l'Aemilia appunto. Dopo le invasioni barbariche i Bizantini formarono con essa l'Esarcato di Ravenna che durante la lotta iconoclasta si schierò dalla parte dei papi. Il territorio romano-bizantino era denominato Romania in contrapposizione con quello vicino, controllato dai longobardi, indicato come Lombardia. Cinque delle sue città (Ancona, Fano, Pesaro, Rimini e Senigallia, dipendenti direttamente dai Bizantini) formarono in seguito la Pentapoli, conquistata poco alla volta dai re longobardi e poi nominalmente ceduta ai pontefici da Pipino e Carlo Magno, ma in realtà governantesi in maniera largamente autonoma. A partire dal sec. XIII si fece più pressante l'ingerenza della Chiesa, tanto che nel 1278 l'imperatore Rodolfo I d'Asburgo riconobbe a papa Niccolò III alcune pretese dello Stato Pontificio in Romagna e il papato cercò di rafforzare la propria influenza attraverso legati pontifici, tra cui i cardinali Albornoz e Roberto di Ginevra. Dalla fine del sec. XIII in Romagna prevalevano infatti alcune famiglie nobili che costituirono vere e proprie signorie indipendenti dalla Chiesa: si ebbero così gli Alidosi a Imola, i Manfredi a Faenza, gli Ordelaffi a Forlì e a Cesena, i Malatesta a Rimini, i Da Polenta a Ravenna, gli Estensi a Ferrara. Nel 1500, con l'aiuto del padre, il papa Alessandro VI, Cesare Borgia assunse il titolo di duca di Romagna e con Giulio II (Lega di Cambrai) la regione entrò a far parte definitivamente dello Stato della Chiesa. Nel periodo napoleonico costituì parte delle repubbliche Cispadana e Cisalpina, ma con la Restaurazione ritornò al papato. Nel 1831 fece parte delle Province Unite Italiane ma anche questa indipendenza durò pochi mesi. Dopo le insurrezioni del 1838, del 1843 e del 1845, aderì alla Repubblica Romana. Nel 1860 fu annessa al Regno d'Italia.