Faènza
Indicecomune in provincia di Ravenna (31 km), 35 m s.m., 215,78 km², 58.953 ab. secondo una stima del 2019 (faentini), patrono: Madonna delle Grazie (2 luglio), san Pier Damiani (21 febbraio) e san Savino di Faenza (7 dicembre).
Faenza. Veduta aerea del centro storico.
De Agostini Picture Library/G. P. Cavallero
Generalità
Cittadina situata nella pianura romagnola, sulla sponda sinistra del fiume Lamone. La pianta ellittica dell'abitato, con le strade che si intersecano ad angolo retto, corrisponde al tracciato dell'antico castrum romano, ricompreso entro la cerchia rettangolare delle mura duecentesche.
Storia
Insediamento di probabile origine etrusca, fu municipium romano (ca. 225 a. C.) con il nome di Faventia. Libero comune nel sec. XII, partecipò alla Dieta di Roncaglia (1158) e alla Lega Lombarda. Caduta in possesso dei ghibellini Accarisi, nel 1241 fu distrutta da Federico II. Dominata dagli Ordelaffi di Forlì e dai bolognesi, dopo un periodo di relativa autonomia nel 1313 fu conquistata dai Manfredi, che la contesero all'autorità papale sino al 1502, anno in cui ne divenne signore Cesare Borgia. Dopo un breve dominio veneziano (1503-1509), passò alla Chiesa, cui rimase fino all'invasione dei francesi (1796) che ne fecero la capitale del dipartimento del Lamone. Tornata alla Chiesa in seguito alla Restaurazione, nel 1860 entrò a far parte del Regno d'Italia. Nel 1891 nacque a Faenza Pietro Nenni. Verso la fine del XIX secolo, grazie all'impegno del conte Carlo Zucchini, la città fu guidata da forze cattoliche. Nel 1908 la città ospitò l'Esposizione Torricelliana, che raccoglieva la produzione ceramica locale e che ebbe grande risonanza a livello nazionale. Durante la Seconda guerra mondiale Faenza fu bombardata ripetutamente e due terzi delle abitazioni furono distrutte. La città fu liberata il 16 dicembre 1944.
Arte
Sulle due piazze contigue della Libertà e del Popolo, fiancheggiate da portici rinascimentali, prospettano i principali monumenti della città: il Palazzo Comunale, con affreschi settecenteschi di V. M. Bigari, il Palazzo del Podestà, la torre dell'Orologio (restaurata nel 1953), la monumentale fontana (1620). Nella piazza Fra' Sabba da Castiglione sorge la chiesa romanica della Commenda. Bell'esempio di arte rinascimentale è la cattedrale, progettata nel 1474 da Giuliano da Maiano, al cui interno è custodita l'arca di San Savino, scolpita nel 1474-76 da Benedetto da Maiano. Barocche sono le chiese di Santa Maria la Vecchia (1665), di San Francesco (1752), di San Domenico (1759) e dei Santi Ippolito e Lorenzo (1775).
Musei
La Pinacoteca Comunale conserva, oltre a reperti archeologici, dipinti e sculture dei sec. XIII-XIX; prestigiosa è la collezione di opere di artisti della scuola romagnola rinascimentale (G. Reni, Guercino, Donatello e B. da Maiano). Il Museo Internazionale delle Ceramiche, unico al mondo, documenta la storia e l'evoluzione dell'arte ceramica con pezzi rari e preziosi.
Economia
L'economia della città si identifica tradizionalmente con la lavorazione della famosa ceramica. L'associazione Ente Ceramica Faenza, nata nel 1977, è finalizzata alla promozione, in Italia e all'estero, della produzione di settore. L'agricoltura è rivolta principalmente alla coltivazione dell'olivo e della vite (nella zona DOC “Colli di Faenza” si producono rinomati vini, tra cui il sangiovese). Nell'industria, molto diversificata, spiccano i settori alimentare, chimico, poligrafico e dell'abbigliamento.
Curiosità
In estate vi si svolge il Palio del Niballo, torneo rinascimentale disputato tra i cavalieri dei cinque rioni della città. Vi nacquero il pittore Tomaso Minardi (1787-1871) e il leader socialista Pietro Nenni (1891-1980).
Per l'arte
A. Archi, Guida di Faenza, Faenza, 1958; G. Colla, La Pinacoteca e il Museo Civico di Faenza, Bologna, 1985.