Faènza, maiòlica di-

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denominazione che raggruppa le maioliche prodotte a Faenza. Centro ceramico attivo fin dalla metà del sec. XII con una produzione di terrecotte invetriate, raggiunse il massimo splendore nel Cinquecento, epoca in cui vennero fatte le più belle maioliche rinascimentali, tanto che in molti Paesi europei la maiolica viene chiamata faenza o faïence. Agli esemplari arcaici appartenenti al gruppo delle ceramiche paleoitaliane, costituiti da boccali ornati con motivi geometrici in verde di rame, bruno e violetto di manganese su fondo bianco (fine sec. XIV-inizio XV), fece seguito la produzione di maioliche dello “stile severo” (tipiche di Faenza sono quelle raggruppabili nella categoria della “famiglia a tavolozza fredda”, di color turchino-grigio nerastro, giallo pallido, verde e paonazzo). Tra i motivi decorativi in uso a Faenza nel sec. XV v'è quello detto “a penna di pavone”. Caratteristici del primo quarto del secolo sono gli albarelli con decorazioni “a grottesche” e ornati policromi dalle calde tonalità aranciate. Verso il 1490 comparvero nella decorazione le prime raffigurazioni umane, generalmente di profilo, che si svilupparono nel sec. XVI nelle ricche composizioni figurative tratte dalle stampe italiane e tedesche coeve (“stile istoriato”). Andavano intanto delineandosi le inconfondibili maniere dei singoli maestri, tra i quali: il Maestro del San Giovanni, il Maestro della Resurrezione, il Pittore dell'Assunta (autori di opere conservate al Victoria and Albert Museum di Londra), il Maestro di Selene e i monogrammisti C. I., F. P. e B. T. Tra le maggiori manifatture del sec. XVI sono da ricordare quelle Pirota, Bergantini e Manara. Dopo la metà del sec. XVI prevalsero le maioliche bianche (“bianchi di Faenza”) decorate con rapidi tocchi di pennello nello stile cosiddetto “compendiario”. Questi pregevoli pezzi, nella produzione dei quali si erano specializzati il Mezzarisa, il Calamelli e il Bettisi, vennero largamente imitati durante tutto il Seicento dalle altre manifatture europee. In questo secolo nelle botteghe faentine di Battista Mazzanti e di Francesco Vicchi le forme, divenute barocche secondo il gusto imperante, si arricchirono di applicazioni modellate e di ornati a giorno. Dagli ultimi anni del secolo sino a tutto l'Ottocento, primeggiò la fabbrica Ferniani. Il Museo Internazionale delle Ceramiche (fondato nel 1908) è un centro unico al mondo per la conoscenza della storia e della tecnica delle ceramiche di ogni epoca e Paese; conserva porcellane italiane a partire dal sec. XIII e un'ampia sezione di ceramica contemporanea italiana e internazionale con opere di Chagall, Léger, Matisse, Rouault e Picasso. Il locale Istituto d'Arte per la Ceramica forma tecnici e pittori che garantiscono la continuità dello storico centro di produzione.

R. Buscaroli, Rapporti di gusto e influssi di stile fra la pittura e la ceramica faentinadel Quattrocento, Faenza, 1937; G. Liverani, C. Grigioni, L'officina maiolicara cinquecentesca dei Bergantini, Faenza, 1939; F. Failly, Faïence, Parigi, 1987.

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