Honduras
Indice(República de Honduras). Stato dell'America Centrale (112.492 km²). Capitale: Tegucigalpa. Divisione amministrativa: dipartimenti (18). Popolazione: 7.707.000 ab. (stima 2008). Lingua: spagnolo. Religione: cattolici 86,7%, protestanti 10,5%, altri 2,8%. Unità monetaria: lempira (100 centesimi). Indice di sviluppo umano: 0,714 (117° posto). Confini: Mar delle Antille (N), Nicaragua e oceano Pacifico (S), El Salvador e Guatemala (W). Membro di: OAS, ONU e WTO.
Honduras. Cartina geografica.
Honduras. Veduta delle Montañas de Comayagua.
De Agostini Picture Library / G. Sioën
Honduras. Lavorazione del tabacco.
De Agostini Picture Library / G. Sioën
Honduras. Rovine di Copán.
De Agostini Picture Library / S. Gutierrez
Honduras. Stele maya a Copán.
De Agostini Picture Library / C. Novara
Generalità
È il secondo Paese per estensione dell'America istmica, ma uno dei meno popolati. Affacciato ampiamente al Mar delle Antille (o dei Caraibi), a S ha solo un esiguo sbocco sull'oceano Pacifico in corrispondenza della parte più interna del Golfo di Fonseca; con il Nicaragua ha definitivamente risolto la controversia circa il possesso del territorio della Mosquitia, assegnato all'Honduras nel 1895 e riconfermato nel 1960. Dal 1971 inoltre sono honduregne le Islas del Cisne, o Swan Islands, nel Mar delle Antille, già occupate dagli Stati Uniti. Il suo nome deriva dal termine spagnolo hondura, che significa “profondità”; Colombo, quando giunse sulla costa settentrionale del Paese, ritenne che lì le acque fossero molto profonde. In effetti, le Islas de la Bahía, al largo della costa caribica, emergono da un fondale di oltre 5000 metri. Falliti i tentativi di accordo per la costituzione di un'unione federale con gli Stati limitrofi nel XIX secolo, soggetto allo sfruttamento da parte delle compagnie statunitensi nel XX secolo, l'Honduras sta affrontando all'inizio del XXI secolo i problemi lasciati in eredità dai regimi dittatoriali, violazione dei diritti umani, criminalità, povertà, analfabetismo, dopo aver finalmente risolto il contenzioso con El Salvador per lo sbocco sull'oceano Pacifico.
Lo Stato
Prima colonia spagnola, l'Honduras ottenne l'indipendenza il 15 settembre del 1821 nell'ambito della Confederazione dell'America Centrale ed è divenuto Stato sovrano il 5 novembre del 1838. In seguito alla Costituzione promulgata nel novembre 1982, successivamente emendata (1995), l'Honduras è una Repubblica democratica. Capo dello Stato è il presidente della Repubblica, eletto per 4 anni a suffragio universale e diretto; egli è anche capo del governo e come tale esercita il potere esecutivo con l'ausilio dei ministri da lui nominati. Il potere legislativo è delegato al Congresso Nazionale i cui membri restano in carica con un mandato elettivo e quadriennale. Il sistema di diritto in uso è basato sulla legge spagnola e sulla Common Law britannica. La giustizia è amministrata dalla Corte Suprema (che svolge anche funzione di Corte Costituzionale) e da corti d'appello e tribunali minori presenti nei dipartimenti. Il sistema della difesa dello Stato è affidato alle tre forze tradizionali di esercito, marina e aviazione; il servizio militare, della durata di 2 o 3 anni, si effettua su base volontaria a partire dai 18 anni d'età. Per quanto riguarda l'organizzazione dell'istruzione, in base alla Costituzione del 1880 e dei testi successivi, l'insegnamento primario è laico, obbligatorio e gratuito, La scuola primaria ha la durata di 6 anni nelle scuole urbane e di 3 anni in quelle rurali. Vi sono inoltre scuole itineranti che organizzano corsi di alfabetizzazione. Il dato dell'analfabetismo, tuttavia, continua a essere elevato, nonostante esso si sia praticamente dimezzato negli ultimi trent'anni passando dal 43,1% del 1974 al 16,4% del 2007. Il sistema dell'istruzione si articola poi nella scuola secondaria quinquennale, che garantisce l'accesso all'università; nella scuola agricola e commerciale, quadriennale e nelle scuole professionali. L'insegnamento superiore viene impartita nell'Università autonoma di Tegucigalpa e nelle università private di San Pedro e Tegucigalpa.
Territorio: morfologia
Nei suoi tratti generali il territorio dell'Honduras corrisponde a un vasto altopiano, esteso da una sponda all'altra dell'Istmo e percorso da catene montuose con prevalente andamento W-E. Geologicamente il Paese poggia su un imbasamento di rocce cristalline, che affiora ampiamente nella sezione settentrionale. Piegato nell'era paleozoica e successivamente spianato dalla lenta erosione, tale zoccolo fu violentemente interessato dai moti orogenetici del Cenozoico, propri dell'intera area istmica, che provocarono numerose fratture con conseguente fuoruscita di magma; gli espandimenti lavici e gli apparati vulcanici sono presenti nella parte meridionale del Paese, collegandosi a quell'allineamento di vulcani che corre lungo tutta l'America Centrale. Al di sopra dello zoccolo si hanno strati sedimentari mesozoici e cenozoici, questi ultimi particolarmente estesi nella sezione occidentale dell'altopiano; una copertura quaternaria infine caratterizza la Mosquitia e la pianura costiera nordorientale. L'orografia è complessa, specie nella zona centrale e più compatta dell'altopiano, sovrastata da brevi catene (Montañas de Comayagua , Cordillera de Montecillos, Sierra Opalaca, Montaña La Sierra ecc.) in più punti superiori ai 2000 m e culminanti nei 2849 m del Cerro Las Minas, nella Sierra de Celaque; da tale nucleo di alteterre si diparte verso N una serie di dorsali montuose, dall'andamento SW-NE più nettamente delineato, quali i Cerros de Cangreja (2435 m), la Montaña La Esperanza, la Sierra de Agalta (2590 m) e le Montañas de Colón, che talvolta raggiungono il litorale caribico, determinando una costa in alcuni tratti alta e rocciosa: tale è, p. es., quella fronteggiata dall'arcipelago delle Islas de la Bahía. Il fronte costiero atlantico si sviluppa per 500 km, dal Golfo de Honduras al Cabo Gracias a Dios, ed è orlato di lagune (Los Micos, Guaimoreto, Ibans Ébano, Brus, Caratasca ecc.); qui si estendono le maggiori pianure honduregne, le quali peraltro occupano solo una limitata porzione del complessivo territorio. Tra le principali sono la piana di Sula, estesa alla foce del fiume Aguán, e soprattutto la Mosquitia, in buona parte paludosa; un'altra vasta area pianeggiante si affaccia a SW sul Golfo di Fonseca, dove sbocca il fiume Choluteca.
Territorio: idrografia
La rete idrografica dell'Honduras è nel complesso piuttosto irregolare. Lo spostamento verso S della linea spartiacque fa sì che i maggiori fiumi sfocino nel Mar delle Antille; vi scendono con vallate spesso tortuose, ma che rappresentano tuttora assai utili mezzi di accesso all'interno del Paese: l'Ulúa, il più importante fiume honduregno, che solca la ricca piana di Sula, il citato Aguán e il Patuca; quest'ultimo è il più lungo corso d'acqua del Paese (se si esclude il Río Coco che segna gran parte del confine con il Nicaragua), di cui attraversa l'intera sezione sudorientale, ma di scarso rilievo come via di comunicazione in quanto corrisponde in gran parte alla semidesertica Mosquitia. Due sono infine i principali fiumi del versante pacifico: il Goascorán, che segna per un buon tratto il confine con El Salvador, e il Choluteca, che nasce dai monti presso Tegucigalpa.
Territorio: clima
L'Honduras ha un clima tropicale, ampiamente influenzato però dalla marittimità del fronte caribico e, nell'interno, mitigato dall'altitudine. Le coste e i bassopiani registrano temperature medie annue di 27-30 ºC, con lievissime escursioni termiche diurne e stagionali, mentre tra gli 800 e i 1500 m d'altitudine (tierras templadas) si hanno medie di 20-25 ºC; i valori decrescono ulteriormente a quote più elevate ma non scendono in nessun luogo al di sotto dei 15 ºC. Le precipitazioni, copiose da ottobre ad aprile, sono molto abbondanti nella fascia caribica, direttamente investita dall'aliseo di NE e che riceve in media 2500-3500 mm di pioggia annui (3600 mm a Tela); si attenuano sulla fascia rivolta al Pacifico e soprattutto nelle valli interne, chiuse agli influssi delle masse d'aria marittime e dove cadono in media 900-1400 mm di pioggia all'anno (1000 mm a Tegucigalpa). La costa caribica è soggetta a cicloni: nel 1998 l'uragano Mitch ha causato nel Paese circa 14.000 vittime e lasciato oltre 2 milioni di senzatetto.
Territorio: geografia umana
All'inizio del sec. XVI, all'epoca della conquista spagnola, l'Honduras era popolato da ca. un milione di amerindi: nell'area N dell'altopiano vi erano genti di lingua nahua e maya; questi ultimi avevano edificato splendide città, tra cui la famosa Copán. Nelle regioni centrali e occidentali vi erano tribù di lingua mixe e lenca che, con quelle di lingua caribe della fascia atlantica, costituivano i più antichi abitanti del Paese. Infine, a S e nella Mosquitia si trovavano le più settentrionali genti di lingua chibcha dell'America istmica. Lo scarso interesse della colonizzazione spagnola per l'Honduras ha in parte protetto il Paese da profondi sconvolgimenti etnici. Debole è stato, infatti, l'afflusso dell'elemento africano, tanto che neri e zambos (africani meticciati con amerindi), concentrati soprattutto nella pianura caribica, rappresentano il 4,3%, della popolazione totale; anche i bianchi, che costituiscono un'élite razziale e sociale, sono assai poco numerosi (il 2,3%), mentre la gran massa della popolazione (87%) si compone di meticci. Gli amerindi (Lenca, Xicake, Paya, Mosquitos o Miskito ecc.), minoranza poco rilevante (5,5%), sono insediati nelle alte terre e nelle foreste della Mosquitia, nel Nordest del Paese. Lo sfruttamento commerciale di queste aree è ragione di scontro tra il governo e le comunità indigene. L'incremento demografico è stato a lungo piuttosto basso; valori molto elevati si hanno solo a partire dal sec. XX, il tasso di mortalità si è attestato su valori molto contenuti, a fronte di un tasso di natalità mantenutosi tra i più elevati del mondo. Si è così passati dai 500.000 ab. del 1910 agli 1,3 milioni del 1950 e ai 7.367.000 (stima 2006). La crescita annua risulta sostenuta (2,5% nel periodo 2000-2005) nonostante i flussi migratori: si calcola che circa 100.000 honduregni vivano e lavorino negli Stati Uniti e numerosi altri abbiano trovato asilo in Canada. Nei primi anni del XXI secolo il numero dei rifugiati provenienti dall'Honduras è però notevolmente calato. All'inizio del nuovo millennio, inoltre, con la diffusione del virus dell'HIV si è registrato un consistente aumento nei tassi di mortalità, specie quelli relativi alla mortalità infantile. La densità di popolazione (media 69 ab./km²) è estremamente varia. Le alteterre vulcaniche, fertili e di clima temperato, sono fittamente popolate: in particolare nella regione di Tegucigalpa si superano i 137 ab./km²; semidesertica è, invece, la Mosquitia (4 ab./km²), corrispondente al dipartimento di Gracias a Dios; 371 ab./km² si hanno nella zona del basso Ulúa, dove è localizzata l'area di sviluppo industriale e commerciale di San Pedro Sula. Nonostante dinamismi territoriali di questo tipo, prevale l'insediamento rurale, anche perché il basso grado d'industrializzazione del Paese non ha favorito il fenomeno dell'urbanesimo, che ha registrato un lieve aumento solo verso la fine del XX secolo: la popolazione urbana è poco meno della metà di quella totale. Unica grande città è Tegucigalpa (900.400 ab., oltre un milione considerando l'agglomerato urbano), centro politico, storico e culturale nonché attivo mercato di una vasta zona agricola delle alteterre centromeridionale; notevole sviluppo ha però registrato San Pedro Sula (558.200 ab. nel 2005), sede, insieme alla capitale, delle principali industrie del Paese. Altre città importanti sono i porti caribici di La Ceiba, Tela e Puerto Cortés.
Territorio: ambiente
Assai ricco è il manto vegetale dell'Honduras, che ricopre complessivamente il 41,5% del territorio: la foresta pluviale, comprendente il cedro, il mogano, la ceiba, la sapodilla ecc., domina nei bassopiani, lungo i versanti settentrionali delle catene montuose e in genere nelle aree più umide, cedendo al di sopra dei 1500 m ai boschi di querce e conifere; la savana occupa invece le zone più asciutte e le coste sono spesso orlate di mangrovie. La fauna, che comprende anche specie rare o in via di estinzione, include il tapiro centroamericano, il giaguaro, l'ocelot, il margay, il paca; Rettili e Anfibi tra cui 7 specie di serpenti velenosi, il coccodrillo americano, il caimano dagli occhiali, l'iguana verde, tartarughe marine e terrestri; tra gli uccelli, l'avvoltoio papa, vari pappagalli come l'Ara macao e l'Ara militaris. Considerevoli sono i problemi ambientali, fra tutti l'abbattimento di ampie porzioni di foresta per far posto all'agricoltura e per ricavarne legname pregiato (mogano, cedro e pino) e l'inquinamento delle acque del lago Yojoa e di vari fiumi a causa degli scarichi delle industrie minerarie. Le aree protette (16,1% della superficie del Paese), gestite a partire dal 1991 dal Dipartimento per le aree protette e la flora e fauna selvatiche, sono suddivise in nove categorie, tra cui si annoverano 18 parchi nazionali e numerosissimi altri siti tra riserve biologiche, antropologiche e marine. Di queste aree solo poco più della metà hanno un riconoscimento legale a livello nazionale. A questi siti va aggiunta la Riserva della Biosfera Río Plátano, un'area dominata dalla foresta pluviale dove vivono indisturbati circa 5000 amerindi (Paya e Mosquitos) che l'UNESCO ha dichiarato patrimonio mondiale dell'umanità nel 1982.
Economia: generalità
Il Paese, che con un PIL pro capite di 1.842 $ USA (2008) e un PIL di 14.126 ml $ USA è fra i più poveri dell'area istmica (è il meno dotato di risorse e tecnologie tra i Paesi dell'America Centrale), presenta una situazione economica caratterizzata da una generale arretratezza, che risale al periodo coloniale ma che non ha tratto alcun vantaggio dal conseguimento dell'indipendenza. Ciò deriva dalle pesanti ingerenze di alcune società estere, in particolare della United Fruit Company (poi United Brands), che a partire dall'inizio del sec. XX introdussero ben organizzate piantagioni commerciali di banane, caffè, letona (fibra ottenuta dall'agave), canna da zucchero e cotone, tabacco, palme da olio, piante da frutto, mentre ben poco veniva fatto per potenziare l'agricoltura per i consumi interni, sicché è necessario ricorrere ancora a cospicue importazioni di generi alimentari. Nel 1975 venne fatto un tentativo di riforma agraria mirante a una più equa distribuzione delle terre ai contadini, praticamente vanificato dai latifondisti e dalle multinazionali statunitensi. Anche il settore industriale è assolutamente inadeguato alla maggior parte delle richieste del Paese: l'unico polo di sviluppo è San Pedro Sula che gode dal 1975 di una zona franca nel vicino centro di Puerto Cortés. Mentre l'economia soffriva la fluttuazione dei prezzi internazionali dei beni d'esportazione e si dimostrava ancora dipendente da risorse esterne per perseguire i progetti di sviluppo del settore primario (irrigazione e riforma agraria), la crescita del prodotto interno lordo negli anni Ottanta è stata annullata dall'incremento demografico. Contemporaneamente il debito estero è cresciuto, imponendo per la sua rinegoziazione l'adozione di una politica di austerità che ha allargato il numero dei disoccupati e ha accentuato la dipendenza dagli aiuti internazionali. L'economia del Paese nel 1994 è stata sconvolta da una drammatica crisi energetica dovuta alla siccità, che ha colpito il Paese e che ha costretto a importare elettricità per circa 1 miliardo di dollari. Negli anni seguenti, la ripresa economica è stata nuovamente rallentata da altre catastrofi naturali (come le inondazioni dovute all'uragano Floyd nel 1999). Nel 2000 forti tensioni sociali sono state provocate dal rifiuto di aumentare i minimi salariali. Il governo ha di recente ridotto le spese statali tentando di riequilibrare la bilancia commerciale e di portare il Paese fuori dal periodo di recessione iniziato nel 1994. Nel 2004 è stato concluso con il FMI un accordo che prevede un piano di intervento; nel 2005 i Paesi membri del FMI e della Banca Mondiale hanno cancellato il debito estero delle Honduras (oltre 4200 ml $ USA). La disoccupazione è altissima (metà della popolazione attiva) e il livello di corruzione è elevato. Il Paese sopravvive grazie agli aiuti internazionali e alle ingenti rimesse degli immigrati.
Economia: agricoltura
L'agricoltura è tuttora la base dell'economia honduregna, partecipando per il 13,1% (2008) alla formazione del PIL. Interessa più di un terzo della popolazione attiva, benché l'arativo occupi appena il 12,8% della superficie territoriale e sia irrigato solo in minima parte; si tratta per lo più di contadini poverissimi, che coltivano su esigui appezzamenti mais e altri cereali, manioca, fagioli ecc., che coprono a stento il fabbisogno del Paese. Quella che rende è l'agricoltura di piantagione, destinata all'esportazione e in mano alle multinazionali statunitensi, che fornisce soprattutto banane (l'Honduras ne è uno dei principali produttori del mondo) e caffè (di cui è il nono produttore mondiale), quindi tabacco, cotone, canna da zucchero, palme da cocco e da olio, agrumi e ananas. L'andamento dell'agricoltura dipende fortemente dalle condizioni climatiche e dall'oscillazione dei prezzi sui mercati internazionali. Un certo rilievo ha lo sfruttamento forestale per legname (mogano, cedro, pino ecc.). Poco produttivo è anche l'allevamento del bestiame (prevalgono i bovini). La pesca, anche se scarsamente sviluppata, contribuisce alle esportazioni (soprattutto gamberi).
Economia: industria e risorse minerarie
L'attività industriale, concentrata a San Pedro Sul e Tegucigalpa, è incentrata sulla lavorazione dei prodotti agricoli (zuccherifici, birrifici, tabacchifici, oleifici, conservifici, distillerie di rhum) e sulla produzione di beni di prima necessità, come tessuti di cotone e calzature. Riveste inoltre una notevole importanza commerciale la fabbricazione, nei distretti di Copán e Santa Bárbara, di cappelli di panama, prodotti nazionali e di qualità. Sono in sviluppo le maquiladoras, industrie manifatturiere che assemblano materiali provenienti dagli Stati Uniti. Il settore risente della scarsità degli investimenti, che si traduce in un'incompleta valorizzazione delle capacità produttive: ne proviene comunque complessivamente il 30% del PIL. Molteplici sono i minerali accertati nel Paese, che disponeva un tempo di una notevole industria estrattiva; attualmente in misura apprezzabile si estraggono solo piombo, zinco, antimonio e, in misura minore, oro e argento. Nella Mosquitia sono stati aperti dei pozzi che forniscono piccole quantità di petrolio. Dal 1985 l'attività della centrale idroelettrica di El Cajòn ha ridotto sensibilmente il fabbisogno di petrolio; la produzione di energia idroelettrica oggi copre quasi completamente il fabbisogno del Paese. A El Porvenir è stato costruito un impianto di cogenerazione di energia elettrica che utilizza gli scarti degli zuccherifici come combustibile.
Economia: commercio e comunicazioni
La stagnazione economica e le politiche di austerità adottate si riflettono anche nel basso livello dei consumi, la bilancia commerciale rimane nettamente in deficit. Il sistema finanziario è debole e scarsamente sviluppato. Le esportazioni sono soprattutto rappresentate dalle banane e dal caffè, quindi da gamberi, aragoste, frutta, olio di palma, zucchero, legname, vestiario e oro, mentre le importazioni concernono essenzialmente macchinari e mezzi di trasporto, prodotti chimici, manufatti vari, generi alimentari; gli scambi si svolgono principalmente con gli Stati Uniti (che coprono quasi i tre quarti delle esportazioni e più della metà delle importazioni), seguiti a notevole distanza da Guatemala ed El Salvador cui si aggiungono Costa Rica e Messico per le importazioni. Le vie di comunicazione sono del tutto insufficienti. Le ferrovie (699 km, ubicate unicamente nel Nord del Paese), sono a scartamento ridotto, impiegate quasi unicamente per il trasporto dei prodotti di piantagione e del legname ai centri portuali: Puerto Cortés, il principale dell'Honduras, La Ceiba, Tela, Ampala, Trujillo, San Lorenzo e Roatán. Delle strade, che si sviluppano complessivamente per 13.720 km, solo 2970 km (l'asse Puerto Cortés-Choluteca e poche altre) sono asfaltate; il maggior nodo delle comunicazioni è la capitale collegata alla Carretera Panamericana (asfaltata) che interessa l'Honduras per 243 km. Talune zone sono raggiungibili solo per via aerea; nel Paese operano varie aviolinee locali, tra cui la SAHSA, Servicio Aéreo de Honduras SA, che effettua collegamenti anche con i vicini Paesi dell'America Centrale e con gli Stati Uniti; Tegucigalpa, La Ceiba e San Pedro Sula sono sedi di aeroporti internazionali, ma il Paese dispone di numerosi altri campi di atterraggio presso i centri più importanti delle piantagioni. L'Honduras fa parte dal 1994 del CACM (Central American Common Market, un'area di libero scambio con Costa Rica, Guatemala, El Salvador e Nicaragua) e dal 2006 del CAFTA (Central American Free trade Agreement, un accordo per una zona di libero scambio tra i Paesi del CACM e gli Stati Uniti). A Tegucigalpa ha sede la Banca Centroamericana per l'Integrazione Economica.
Storia
Abitato da tribù che non erano riuscite a darsi un'organizzazione politica unitaria, l'Honduras fu conquistato dagli Spagnoli nel 1524. Al comando delle operazioni si alternarono, nell'ordine, Cristóbal de Olid, Francisco de Las Casas e Hernan Cortés. Il territorio venne incorporato nel Vicereame della Nuova Spagna (Messico) e di questo seguì le vicende fino all'indipendenza. Si staccò definitivamente dal Messico, insieme con gli altri Paesi del settore, nel 1823, anno in cui nacque il nuovo Stato delle Province Unite dell'America Centrale (Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua). Nel 1839, malgrado la resistenza federalistica dell'honduregno Francisco Morazán, i cinque membri dell'entità regionale si separarono, acquistando ciascuno una propria individualità. La vita dell'Honduras si rivelò subito agitata: sommosse e rivolte si succedevano senza sosta, con continui mutamenti di governo. Questa situazione derivava dalle rivalità che dividevano le famiglie dei proprietari terrieri, nelle cui mani si concentrava il potere. Dal loro favore, quindi, dipendevano anche i caudillos che di volta in volta occupavano la presidenza della Repubblica. Verso la metà del sec. XIX anche l'Honduras, come tutta l'America Centrale, cominciò a subire l'influenza degli Stati Uniti, dopo quella, declinante, della Gran Bretagna. In particolare gli Stati Uniti, superata la guerra di Secessione, poterono dedicarsi liberamente all'espansione economica e finanziaria verso il Sud, per cui ben presto il Messico e l'America Centrale si trovarono condizionati dalla presenza determinante del “colosso del Nord”. Nell'Honduras fra la fine del sec. XIX e l'inizio del XX, si assestarono in particolare la United Fruit Company e la Standard Fruit Company che, direttamente o attraverso consociate, si impadronirono della produzione bananiera e della gestione di vari servizi (trasporti, energia, telefoni ecc.). I latifondisti locali si allearono agli Statunitensi e il Paese entrò così in una fase di intenso sfruttamento, senza peraltro goderne i profitti. L'oligarchia terriera e il suo braccio secolare, l'esercito, accanto alle compagnie nordamericane furono i veri beneficiari di quel sistema. Il resto della popolazione, eccettuato un ristretto ceto mercantile, continuava a vivere nella miseria. In tal modo si avvicendavano governi e presidenti sempre amici degli Stati Uniti e della classe agiata. Nel 1924 fu pure istituita una commissione mista statunitense-honduregna per l'esazione degli oneri doganali a titolo di pagamento dei debiti contratti con banche nordamericane. Nel 1933 ascese al potere, con un colpo di forza, il generale conservatore Tiburcio Carías Andino, che riuscì a mantenere la carica di presidente fino al 1948. L'anno successivo prese il suo posto Juan Manuel Gálvez. Si ebbe una più dinamica politica economica, che permise a giovani gruppi imprenditoriali di avviare forme di industrializzazione. Se ne avvertirono le conseguenze nel 1954 e nel 1957, allorché le elezioni diedero la vittoria al liberale Ramón Villeda Morales, fautore di pur timide riforme. Ma i conservatori non accettarono la novità e nel 1963 promossero un ennesimo intervento dei militari per restaurare il vecchio ordine. Capo dello Stato divenne il colonnello, poi generale, Oswaldo López Arellano. Frattanto Tegucigalpa aveva aderito all'Organizzazione degli Stati dell'America Centrale, sorta per favorire l'integrazione economica e politica del settore, e a un trattato del 1960, che si proponeva l'obiettivo di un Mercato comune regionale. Questo orientamento in politica estera non impedì nel 1969 lo scoppio di ostilità con El Salvador, per i problemi che suscitava la forte emigrazione salvadoregna nell'Honduras. Il conflitto durò pochi giorni, ma mise in crisi il processo comunitario centro-americano. Soprattutto dal punto di vista economico, l'Honduras ne rimase ferito in profondità: ciò determinò, nel marzo 1971, la vittoria elettorale per la presidenza della Repubblica del candidato avversario di López Arellano, il “nazionalista” Ramón Ernesto Cruz. Nel 1972 López Arellano riuscì a riconquistare il potere ma nell'aprile 1975 fu a sua volta rovesciato dal colonnello (poi generale) Melgar Castro. Questi, progressivamente esautorato da un Consiglio superiore delle Forze Armate, fu deposto nel 1978 e rimpiazzato da una giunta militare presieduta dal generale Policarpo Paz García, che assunse funzioni di capo dello Stato e indisse elezioni generali nel novenbre 1981, vinte dal candidato del Partito liberale, Roberto Suazo Córdova. Le elezioni presidenziali del novembre 1985 segnarono la vittoria di José Simón Azcona del Hoyo, candidato del Partito liberale. Durante il proprio mandato egli cercò di promuovere condizioni di maggior sicurezza nel Paese _ divenuto sotto il precedente governo il principale alleato degli Stati Uniti per la libertà concessa agli esuli nicaraguensi (contras) di riorganizzarsi militarmente sul proprio territorio, inserendolo nel più ampio processo di pacificazione della regione, culminato negli accordi del vertice di Tela (agosto 1989). Le vicende politiche degli anni Ottanta favorivano quindi il ritorno al potere, dopo diciotto anni, del Partito nazionale, che nelle elezioni del novembre 1989 esprimevano in Rafael Leonardo Callejas il nuovo presidente, conquistando anche la maggioranza del Congresso. La violenza politica che continuava a funestare il Paese non arrestava però il processo di democratizzazione delle istituzioni e il regolare svolgersi delle elezioni legislative e presidenziali del 1994, che, vinte dal Partito liberale, portavano alla presidenza Carlos Roberto Reina. Nel corso del 1995 le difficoltà incontrate dal nuovo presidente si acuivano: lo stato di povertà rimaneva la condizione più diffusa, l'inflazione raddoppiava e la delinquenza aumentava. Nell'ambito della ristrutturazione dell'esercito il governo approvava lo scioglimento della Direzione nazionale delle investigazioni (DNI), accusata più volte di corruzione e violazione dei diritti umani. Al suo posto veniva istituita una nuova forza di polizia, l'Ufficio di investigazione criminale (DIC), non più sotto il controllo dei militari. A settembre il Partito liberale (PLH), il Partito nazionale (PNH), la Democrazia cristiana (PDC) e il Partito dell'unità e dell'innovazione (PINU) si univano per formare il CONACOM, Consiglio nazionale per la convergenza, che si proponeva di ottenere il consenso popolare sui problemi sociali, politici ed economici più impellenti. Nel 1997 le nuove elezioni confermarono il potere al Partito liberale, con il nuovo presidente Carlos Flores Facussé. Durante la sua presidenza, le relazioni internazionali conoscevano una nuova fase di tensione sui confini con il Nicaragua e con El Salvador, nonostante che con quest'ultimo Paese (e con il Messico) venisse firmato nel giugno 2000 un trattato di libero commercio. Il 31 marzo 2001 i presidenti dell'Honduras, del Nicaragua e di El Salvador annunciavano congiuntamente la volontà di trovare una soluzione pacifica e di rilanciare la cooperazione tra i tre Paesi. Nel novembre dello stesso anno le elezioni presidenziali decretavano il ritorno del Partito nazionale al governo, assegnando la vittoria al suo candidato, Ricardo Maduro. Al centro della politica del governo venivano messe le misure per ripristinare la legalità, come la lotta alla corruzione e la repressione della criminalità. Nel 2003 veniva sospeso il regime di immunità di cui godevano deputati, alti funzionari pubblici e i membri delle forze armate. Le elezioni presidenziali, svoltesi nel dicembre 2005, venivano vinte da Manuel Zelaya, del Partito liberale (formazione di destra), che otteneva il 47,3% dei consensi. Nel 2008 un referendum approvava l'adesione del Paese al CAFTA, il trattato di libero scambio con gli USA e gli altri paesi della regione. Nel giugno 2009 il presidente Zelaya veniva deposto dall'esercito e mandato in esilio forzato in Costa Rica. Roberto Micheletti, presidente del parlamento veniva nominato capo di stato ad interim, mentre la comunità intrenazionale condannava il colpo di stato. In settembre il presidente deposto Zelaya rientrava nel Paese ma si rifugiava nell'ambasciata brasiliana, mentre in novembre, con la mediazione degli Stati Uniti, riusciva a firmare un accordo con il capo del governo golpista Micheletti. In dicembre il congresso bocciava il ritorno al potere del presidente deposto Zelaya e dava via libera al conservatore Porfirio Lobo, vincitore delle elezioni di novembre. Nel febbraio 2010 Zelaya lasciava il Paese e raggiungeva la Repubblica Dominicana. Le elezioni presidenziali del 2013 venivano vinte da Juan Orlando Hernàndez del PNH.
Cultura: generalità
L'impronta dominante nella vita culturale honduregna è certamente quella spagnola. L'influenza dei dominatori europei si è sovrapposta ai costumi locali, dando vita a espressioni architettoniche, artistiche, religiose di forte peculiarità: esempio ne sono molti edifici del periodo coloniale, ricchi di elementi che spaziano dal barocco al moresco. Anche la letteratura, la musica, il folclore testimoniano la fusione di elementi e impulsi eterogenei. La capitale è ricca di chiese ed edifici storici, come il palazzo dell'antica università e la cattedrale (edificata nel Settecento) colma di opere d'arte. A Tegus, nomignolo con cui viene indicata Tegucigalpa, ha sede inoltre il Museo di storia repubblicana. Anche Comayagua, antica capitale, presenta motivi di interesse storico-culturale: qui fu fondata la prima università dell'America centrale (1632), ora sede del Museo Colonial, in cui sono conservate molte opere d'arte religiosa risalenti ai secoli di dominazione straniera; in città ha sede anche un museo archeologico. L'attuale centro universitario principale è quello di Tegucigalpa, fondato nel 1847. L'attrazione più importante del Paese è però senza dubbio il sito maya di Copán, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1980, posto quasi al confine con il Guatemala e le cui rovine archeologiche (la “scalinata dei geroglifici”, i templi dell'acropoli, le sculture) sono testimonianza della civiltà che qui visse a partire dal II secolo. Fra le altre istituzioni culturali un posto di rilievo è occupato dalla National School of Music. Lo sport in assoluto più popolare è il calcio.
Cultura: tradizioni
Nei villaggi indios i nativi mantengono molte delle abitudini e dei tratti originari, a cominciare dalla lingua, che non è stata soppiantata dallo spagnolo o dall'inglese. Altra peculiarità tipica dei clan dei villaggi è il forte legame familiare che permea ancora oggi la società. Caratteristica comune a molti Stati caribici o che sono stati oggetto di evangelizzazione è inoltre una sorta di sincretismo nell'ambito spirituale che presenta un amalgama di credenze e riti, dal cristianesimo, praticato secondo diverse confessioni, all'animismo. La festa religiosa più importante è quella dedicata alla vergine di Suyapa, celebrata il 3 febbraio. Nei variopinti mercati delle città sono in vendita i prodotti dell'artigianato locale (legno, cuoio, tessuti) e quelli agricoli che costituiscono anche la base dell'alimentazione di gran parte della popolazione: la cucina ruota infatti attorno a piatti semplici costituiti da cereali, patate, pesce, pollo. Il cave, un liquore a base di caffè, è la bevanda più celebre del Paese.
Cultura: letteratura
Non esistono scrittori honduregni prima dell'illuminista José Cecilio del Valle (1780-1834), autore dell'atto d'indipendenza (1821) e di altri scritti impegnati. Il poeta neoclassico José Trinidad Reyes (1797-1855), fondatore dell'Università di Tegucigalpa, fu un attivo promotore di cultura. Una vera attività letteraria cominciò però soltanto con i poeti modernisti Juan Ramón Molina (1875-1908) e Froilán Turcios (1875-1943), quest'ultimo anche ottimo narratore. Ne seguirono variamente gli esempi Jerónimo J. Reina, Luis A. Zúñiga, i fratelli Augusto e Adán Coello, Jorge F. Zepeda, Salvador Turcios, Julián López Pineda e altri; mentre Alfonso Guillén Zelaya (1878-1947) introdusse nella poesia i modi avanguardisti. Ma lo scrittore più importante del sec. XX è stato Rafael Heliodoro Valle (1891-1959), poeta, pubblicista, narratore storico e saggista di copiosa produzione. Nel panorama contemporaneo sisegnalano i poeti Oscar Acosta (n. 1933), Daniel Laínez (1919-1959) e Roberto Sosa (n. 1930) di cui sono state pubblicate alcune raccolte di versi anche in inglese (The Difficult Days, The Return of the Rivere Daniel Laínez), i narratori Víctor Cáceres Lara (1915-1993), Eduardo Bähr, Julio César Escoto (n. 1944), Ramón Amaya e il commediografo Andrés Morris.
Cultura: arte
Nella regione orientale dell'Honduras le manifestazioni artistiche consistenti in incisioni su roccia, pittografie, ceramica, glittica e sculture in pietra, mostrano affinità con l'arte del Panamá, della Costa Rica e del Nicaragua. La regione occidentale dell'Honduras ha risentito invece di influssi messicani e soprattutto maya, di cui nel Paese si conservano preziose testimonianze e manufatti (su tutti, la ceramica della valle di Ulúa, che presenta elementi simili a quella dell'America Centrale). L'arte figurativa del XX secolo si è aperta a influenze straniere, permettendo a diversi artisti di entrare in contatto con esperienze, rassegne, suggestioni internazionali. La personalità di maggiore spicco è senz'altro Jose Antonio Velasquez (1906-1983). Sul finire del secolo frequenti sono diventate le presenze di opere honduregne nei padiglioni di arte latino-americana allestiti nei maggiori centri europei, statunitensi e orientali. Fra i nomi più importanti della pittura e della scultura vi sono Yovany Adonay Navarro (1974), Pinto Rodezno (1965), Dario A. Rivera Trejo, Roque Zelaya (1958), MAFFELA (Maria Ofelia Garcia Casanova).
Cultura: teatro
Per tutto il periodo coloniale si hanno notizie, generalmente vaghe, di rappresentazioni di autos sacramentales, di danze indie e di una forma scenica autonoma, i cosiddetti bailes de moros y cristianos. Negli ultimi anni del XIX secolo arrivarono compagnie dalla Spagna e agirono occasionalmente formazioni locali ospitate in sedi di fortuna. Soltanto nel 1915 fu inaugurato, a Tegucigalpa, il primo teatro permanente, tuttora aperto a gruppi locali semiprofessionali e a compagnie straniere in tournée.
Bibliografia
W. S. Stokes, Honduras: an Area Study in Government, Madison, 1950; V. Checchi e altri, Honduras, a Problem in Economic Development, New York, 1959; F. D. Parker, Central American Republics, Londra, 1964; C. A. Pinel, Geografia de Honduras, Tegucigalpa, 1964; Autori Vari, Le conflit Honduras-El Salvador et la Communauté centramericaine, Parigi, 1971; F. Rabal Morales, Historia de la literatura en la América hispanica, Santiago del Cile, 1987.