L'Italia nel Cinquecento e nel Seicento
In sintesi
Redazione De Agostini
DUCATO DI SAVOIA | Nel 1561 Emanuele Filiberto cacciò i Francesi da Torino e iniziò la piemontesizzazione del Ducato con l'introduzione dell'italiano. Iniziò le guerre per il possesso del Monferrato continuate da Carlo Emanuele II che realizzò importanti opere urbanistiche e tentò di conquistare Genova. |
VENEZIA | La Repubblica aveva un vasto Stato di terraferma e possessi nell'Egeo, le sue ambizioni furono frenate dalla sconfitta di Agnadello (1509). La decadenza del Mediterraneo aveva relativizzato il suo ruolo commerciale conteso dai Turchi che le sottrassero Cipro, nonostante la vittoria di Lepanto (1571), l'erosione continuò con la perdita di Candia. Nel 1606 a causa di contrasti con il Papato fu dichiarato l'Interdetto. |
GENOVA | Nel 1512 Andrea Doria ottenne l'indipendenza della città legata da sempre alla Spagna che per questo fu bombardata da Luigi XIV (1684). |
DUCATO DI TOSCANA | Dopo i fasti del periodo del Magnifico, la morigeratezza della Repubblica teocratica del Savonarola, l'occupazione francese, la Toscana ottenne il titolo di ducato e poi di granducato (1539). Cosimo I tentò di costruire uno Stato assoluto. |
STATO DELLA CHIESA | L'interesse temporale dei papi fu ben manifesto per le numerose guerre condotte nel '500 (guerra di Castro contro i Farnese, guerra contro l'Impero che portò al Sacco di Roma) e per le continue annessioni territoriali (Ferrara e poi il Ducato di Urbino) |
DOMINI SPAGNOLI | Il malgoverno e la corruzione della burocrazia, la rifeudalizzazione, il ristagno dell'economia provocarono nei territori spagnoli (Milano, Napoli, la Sicilia) una grave crisi evidenziata dalle rivolte di Napoli (Masaniello) nel 1647 e di Messina nel 1674. |