L'Italia nel Cinquecento e nel Seicento
Il Ducato di Savoia
Dopo un periodo di occupazione francese (1536-61) Torino fu ripresa da Emanuele Filiberto, comandante supremo delle armate di Carlo V, che vi stabilì definitivamente la capitale sabauda spostandola da Chambéry. Emanuele Filiberto iniziò l'unificazione amministrativa dei territori: introdusse la lingua italiana nella legislazione e centralizzò l'amministrazione finanziaria e giudiziaria. Una delle direttrici di espansione territoriale dello Stato sabaudo era verso il Monferrato, dal 1559 possesso dei Gonzaga. Dopo il vano tentativo di conquista da parte di Carlo Emanuele I (1613-17), il Monferrato fu conteso da Spagnoli e Francesi con la cosiddetta Guerra del Monferrato iniziata nel 1627 e conclusasi con i trattati di Ratisbona (1630) e Cherasco (1631), secondo i quali Trino e Alba passavano ai Savoia, Pinerolo al re di Francia e il resto del territorio ai Gonzaga-Nevers. Con le paci di Utrecht e Rastadt (v. cap 10) il Monferrato passò ai Savoia. Durante il ducato di Carlo Emanuele II (1663-75) il Piemonte imboccò la via del mercantilismo investendo nelle attività produttive e nella costruzione di importanti opere architettoniche per abbellire Torino (Palazzo Reale, Teatro Regio, Palazzo Carignano). Le ambizioni di espansione territoriale nei territori di Genova dovevano restare solo un desiderio, nella battaglia di Castelvecchio (1672), infatti, la Repubblica ottenne una grande vittoria.