Il barocco a Venezia
Ancora in parte dominata dagli influssi del Palladio, l'architettura veneta del sec. XVII, e veneziana in particolare, ebbe un solo grande protagonista in Baldassarre Longhena, che diede forma a un'interpretazione originale del gusto barocco.
Nelle arti figurative il Seicento fu un secolo di stasi con forte afflusso di artisti forestieri, i quali diedero origine a botteghe locali non sempre di alto livello. In pittura si ebbe una ripresa in seguito all'opera di artisti forestieri come il romano Domenico Fetti (1589 ca-1623), che si espresse compiutamente in un genere congeniale alla sua sensibilità lirica, quello delle parabole evangeliche come Il buon samaritano (Venezia, Gallerie dell'Accademia), il genovese Bernardo Strozzi e il tedesco J. Liss (ca 1595-1629), autore di quadri di genere, mitologici e sacri. Anche la scultura fu dominata dalla presenza di un artista straniero, il fiammingo Giusto Le Court (1627-79), che operò a Padova e a Venezia come collaboratore di Longhena.
Baldassarre Longhena
Baldassarre Longhena (Venezia 1598-1682) fu uno dei maggiori architetti barocchi italiani. Nel 1630 vinse il concorso per la chiesa di S. Maria della Salute, la sua opera maggiore, che lo rivela artista barocco nella ricerca scenografica e nella capacità di organizzazione e fusione degli spazi nell'ambiente. La soluzione adottata fu quella di un edificio a pianta centrale con caratteristiche dello schema longitudinale: un grande vano ottagonale, sovrastato dalla cupola maggiore, prelude allo slargo del presbiterio, sul quale è impostata la cupola minore. I volumi esterni, i due campanili, i contrafforti laterali, le splendide volute che raccordano la base massiccia alla grande cupola, fissano in chiave pittorica la suggestiva visione del monumento nel profilo della città.
Nel 1640 finì le Procuratie Nuove, lasciate incompiute da Vincenzo Scamozzi; tra il 1641 e il 1645 costruì la biblioteca e lo scalone d'onore nel convento benedettino di S. Giorgio Maggiore. Dal 1656 al 1663 lavorò alla Chiesa degli Scalzi e dal 1670 al 1672 costruì la facciata della Chiesa dell'Ospedaletto. Lo stesso senso scenografico ispirò anche le numerose costruzioni civili, tra le quali il Palazzo Pesaro (iniziato nel 1652) e il Palazzo Rezzonico (iniziato nel 1667), la cui facciata fu terminata poi dall'architetto Giorgio Massari (1686-1766). Altrettanto fantasiosa e innovatrice fu la sua attività di scultore (monumento Pesaro nella Chiesa dei Frari, 1669).