di (preposizione semplice)
preposizione semplice propria [sec. XII; latino de]. In composizione con l'articolo, forma le preposizioni articolate del, dello, della, dei, degli, delle. Introduce il complemento di specificazione: sapore di sale; più in particolare indica il soggetto (genitivo soggettivo) o l'oggetto (genitivo oggettivo) di un'azione o di uno stato espressi da un nome verbale: il riposo del guerriero; la richiesta di un prestito; può indicare relazioni più specifiche, per esempio di proprietà (un palazzo dei Medici), di parentela (la figlia del portinaio), di pertinenza (i doveri del cittadino), di contenuto (un sacco di patate), ecc. § Può inoltre introdurre diversi altri complementi: 1) denominazione: la città di Milano. 2) Partitivo: alcuni di essi; in particolare, dopo il superl. relativo o altre formule superlative: l'asso degli assi: può inoltre aver funzione di articolo precedendo il soggetto o l'oggetto partitivo: dammi del pane. 3) Paragone: sei più noioso di una mosca. 4) Nascita e origine: è di Torino; un giovane di umile famiglia. Talvolta, specialmente nell'uso lett., con il valore della prep. da per indicare moto da luogo, provenienza, allontanamento, separazione, passaggio da una condizione all'altra: è uscito ora di casa; gli affari vanno di bene in meglio. 5) Qualità: una persona d'ingegno. 6) Materia: orecchini d'oro; anche fig.: una memoria di ferro. 7) Abbondanza e privazione: un terreno ricco di minerali; romanzo povero di fantasia. 8) Argomento: conversare del più e del meno; anche come titolo di opere: Dei Delitti e delle Pene. 9) Quantità e misura: una regione di 1000 km². Età: un ragazzo di tredici anni. 10) Colpa: incriminare di omicidio. 11) Limitazione: forte di carattere. 12) Modo o maniera: lavorava di lena. Mezzo e strumento: ferire di spada, campare di espedienti. Causa: tremare di paura. Scopo: materiale di scorta. 13) Tempo determinato e continuato: aperto solo di domenica; di notte. § In espressioni enfatiche può stabilire tra due nomi un rapporto di tipo appositivo: quel furfante di tuo fratello. Talvolta con uso puramente enfatico: perché fai di queste domande? Davanti ad avverbi e aggettivi, con funzione pleonastica: rispondere di sì; qualche cosa di strano. § Seguita da verbi all'infinito, introduce proposizioni subordinate: 1) soggettive e oggettive: gli accadde d'incontrarmi; credo di saperlo. Nelle soggettive viene spesso omessa: è vietato (di) entrare. 2) Finali e consecutive: gl'intimò di andarsene; è degno di essere ammirato. § Spesso unita ad altre prep.: prima di, dopo di, invece di, senza di, ecc.; oppure ad avverbi: di sopra, di sotto, ecc. Ricorre inoltre in molte locuzioni prepositive (a causa di, per mezzo di, ecc.), avverbiali (di grazia, di soppiatto, di tanto in tanto, ecc.) e congiuntive (di modo che).