Generalità

Termine che indica: A) in senso geografico, la penisola posta all'estremità sudorientale dell'Asia (detta anche penisola di Malacca dal nome della città un tempo prevalente), che si prolunga per ca. 1000 km in direzione NW-SE dall'istmo di Kra fino al capo Tanjung Piai, affacciandosi al golfo del Siam e al Mar Cinese Meridionale a E, al Mar delle Andamane e allo stretto di Malacca a W. Politicamente comprende la sezione meridionale della Thailandia a N, la Malaysia Peninsulare e Singapore a S. È a questa specificazione che ci si riferisce nei capitoli che seguono. B) In senso politico-amministrativo corrisponde alla sola Malaysia Peninsulare, la più vasta e popolata sezione della Malaysia (capitale Kuala Lumpur). Comprende, oltre il Territorio Federale di Kuala Lumpur, 11 Stati (Johor, Malacca=Melaka, Negeri Sembilan, Selangor, Pahang, Terengganu, Kelantan, Perak, Pinang, Kedah e Perlis) che dal 1957 al 1963 hanno costituito uno Stato indipendente, la Federazione della Malesia.

Storia

Le popolazioni della penisola subirono un'influenza indiana particolarmente accentuata a partire dal sec. V d. C. I due fattori principali alla base di tale influenza furono il commercio e il buddhismo. Il primo favorì i contatti fra una serie di porti della costa malese con quelli indiani e indonesiani, mentre lo sviluppo del secondo portò pellegrini e missionari buddhisti in vari regni dell'Asia sud-orientale. Fu proprio un regno indo-buddhista dell'isola di Sumatra, Shrivijaya, che accentuò l'impronta indiana sulla Penisola Malese quando l'incorporò sotto il suo dominio nel sec. VII. In questi stessi secoli (VII-XII) si ebbe anche una notevole influenza cinese che, a differenza di quella indiana, prettamente culturale, fu politico-economica, e che a sua volta lasciò il posto alla pressante potenza dell'Islam che si estendeva ormai su quasi tutta l'Asia sud-orientale. Verso la metà del sec. XIV il porto più importante della penisola si trovava all'estrema punta meridionale (dove oggi sorge Singapore), ma venne poi surclassato da Malacca che, sorta verso il 1400, prese presto nella penisola il posto che secoli prima era stato di Shrivijaya. Caratteristica della sua ascesa fu l'iniziale aiuto cinese, che coincise con l'unico periodo di espansione marinara della Cina. All'inizio del sec. XVI l'importanza di Malacca era ormai così radicata che i Portoghesi, nella loro corsa al controllo delle vie commerciali delle Indie, la scelsero come loro base. Conquistata nel 1511 da A. de Albuquerque, divenne una pedina essenziale nello scacchiere commerciale portoghese. All'inizio del Seicento il monopolio commerciale passò agli Olandesi che si erano insediati in tutto l'arcipelago indonesiano. Sotto il dominio della Compagnia Olandese delle Indie Orientali la Penisola Malese perse gran parte della sua importanza commerciale e strategica, in quanto gli Olandesi avevano posto il loro quartiere generale a Batavia (odierna Jakarta), nell'isola di Giava. Al dominio olandese succedette definitivamente, ma dopo alterne vicende, quello britannico, che si protrasse sino alla seconda guerra mondiale. All'inizio del secolo scorso, la penisola era così suddivisa: gli Stati Federati Malesi (Perak, Selangor, Negri Sembilan, Pahang) che avevano accettato il protettorato britannico verso la fine del sec. XIX; gli Stati Malesi non federati (Kelantan, Terengganu, Kedah e Perlis) passati al protettorato britannico all'inizio del sec. XX dopo aver subito il formale protettorato istituito nel sec. XVII dal Siam; i due Stabilimenti dello Stretto, Penang e Singapore, colonie inglesi. Dopo il 1914, agli Stabilimenti dello Stretto si aggiunsero la provincia Wellesley, Malacca e Naning. In tal modo, sino all'inizio del secondo conflitto mondiale, l'Inghilterra ebbe, con configurazioni diverse, il controllo quasi totale della penisola. Durante la II guerra mondiale, i Giapponesi, comandati dal generale Yamashita, intrapresero la conquista della penisola. Invano contrastati dalle truppe inglesi del generale Pownall, nel gennaio 1942, i Giapponesi, ormai padroni della penisola, iniziarono l'assedio di Singapore che si arrese un mese dopo. Un'Unione degli Stati Malesi (con esclusione di Singapore), costituita alla fine del conflitto sotto l'autorità del re d'Inghilterra, provocò gravi malcontenti, così che il 1º febbraio 1948 la Gran Bretagna acconsentì a trasformare l'Unione in Federazione e l'indipendenza fu infine accordata il 31 agosto 1957. Il 16 settembre 1963 la Federazione si trasformò in Malaysia.

Letteratura

Le prime iscrizioni in lingua malese risalgono al sec. VII d. C. e dimostrano la diffusione che la lingua aveva già a quel tempo nelle varie isole dell'arcipelago indonesiano. I primi documenti letterari veri e propri non sono tuttavia anteriori ai sec. XVI-XVII, quando cioè il regno di Malacca assunse un'individualità propria e distinta dalle altre terre indonesiane, e sono redatti nella lingua degli Shrivijaya di Sumatra centrale, in un secondo tempo diffusa fino alla Penisola Malese. In forma semplificata e corrotta da vari prestiti, questa lingua pare contribuisse alla formazione del malese classico, divenuto poi lingua franca fra gli abitanti di gran parte dell'arcipelago indonesiano e della Penisola Malese nonché presso i commercianti stranieri, anche europei, ma soprattutto arabi e persiani. La penetrazione dell'Islam favorì oltre alla trascrizione della lingua in caratteri arabi, la fioritura di una letteratura di carattere popolare e di intendimento devozionale che consistette per la gran parte in versioni malesi di originali persiani o arabi sulla vita e l'insegnamento di Maometto. Un ciclo importante di storie fa capo al cosiddetto Romanzo di Alessandro, una biografia leggendaria di Alessandro Magno, che il repertorio malese e anche giavanese attinse a un originale persiano-arabo in cui Alessandro era visto come il campione della religione di Abramo, poiché Allāh gli aveva conferito il mandato di convertire tutti i popoli della Terra. Le imprese leggendarie di Alessandro e dei suoi discendenti che, secondo la tradizione, si erano stabiliti a Sumatra dove avevano avuto origine i principi malesi, si ritrovano illustrate nelle opere storiografiche posteriori. La storiografia occupa un posto di grande importanza nella letteratura malese e se da un lato continua il filone dell'antica storiografia giavanese dall'altro si presenta permeata di notevolissime influenze islamiche. Tra i generi principali figura il Sejarah (Annali), di cui il Sejarah Melayu (Annali malesi) di Tun Muḥammad è l'opera maggiore. Seguono l'Hikayat Marong Mahawangsa e il Tāj as-Salātīn, quest'ultimo di Bukhārī al-Jauharî. Conclude il ciclo di queste storie in cui l'autenticità si intreccia con l'elemento leggendario, l'ottocentesco Tuhfat an-Nafis di Raja Ali Haji (1808-1870). In seguito alla colonizzazione europea, l'evoluzione letteraria malese subì un graduale dirottamento dai generi tradizionali e più popolari, per esempio il vecchio pantun, e si cominciò ad allineare sulle forme e i generi della letteratura europea. Un precursore del rinnovamento letterario è considerato Abdullah bin Abdul Kadir Munsyi (1796-1854), che già a metà del sec. XIX infuse nuova vita alla lingua malese e ne rivalutò i valori tradizionali, precorrendo di quasi un secolo l'attività dell'Ufficio di traduzioni che fu istituito nel 1924 con il compito di curare versioni di opere e di preparare collane e libri di testo e di lettura. Antesignano di una moderna letteratura che fa propri i modelli occidentali fu Syed Sheikh Al-Hady, anche giornalista di formazione profondamente religiosa, con Hikayat Faridah Hanum (1925; La storia di Faridah Hanum) e pochi altri romanzi, ambientati in Egitto e pervasi di spirito musulmano. Ma ambientazione e problematiche veramente malesi troviamo solo in Kawan Benar (1927; Un vero amico) di Ahmad bin Muhammad Rasyid. Il rigoglio della letteratura moderna comincia solo negli anni Cinquanta, anche se inizialmente questa appare come la “sorella minore” della più sviluppata e ampia letteratura indonesiana (data la quasi completa unità linguistica). Numerosi i racconti brevi e le liriche di vari autori come Usman Awang, Muhammad Haji Salleh, la poetessa Salmi Manja. Non molti i romanzi, alcuni dei quali di buona fattura. Il capolavoro della narrativa moderna malese per riconoscimento unanime si è rivelato Salina (1958) di A. A. Samad Said (n. 1935), anche originalissimo poeta. Degna di speciale menzione è anche un'altra opera di questo narratore, Hujan Pagi (1987; Pioggia al mattino), pervasa di realismo magico. Le comunità cinese e indiana, sia della penisola sia di Singapore, esprimono modeste produzioni letterarie, limitate a novelle e alla lirica, in mandarino e in tamil, mentre è sorta un'altrettanto ristretta attività letteraria in inglese, dovuta all'anglicizzazione di intellettuali cinesi e indiani, più di rado malesi, fra i quali è da ricordare il già citato Muhammad Haji Salleh (n. 1942), poeta anche in inglese, oltreché critico e storico della letteratura malese. Comunque, nessun segno di amalgama o di sintesi danno le culture malese, cinese e indiana che, pur convivendo nello stesso territorio, continuano a essere impermeabili l'una all'altra.

Arte

Una delle manifestazioni più importanti dell'età neolitica è la cultura dell'ascia quadrangolare (ascia con manico di rotang). L'attività megalitica (dolmen e menhir) ha il suo maggiore monumento a Bernhala Lima (Kota Bharu); in altre documentazioni è attestata la presenza di oggetti in bronzo e in ferro (forse introdotti dall'India). Rapporti con la cultura indocinese di Dong Son sono confermati dal ritrovamento a Tembeling e a Klang di pezzi di tamburi cerimoniali in bronzo recanti motivi decorativi. Lo sviluppo artistico in Malesia (a prescindere dalle manifestazioni delle tribù primitive, Semang, Sakai, Jacud, limitate a espressioni di carattere decorativo e a lavori d'intreccio con fibre vegetali) ebbe inizio con il processo di indianizzazione nei primi secoli dell'era cristiana. Le più antiche rovine di templi (Kedah) sembrano risalire ai sec. V-VI. A influenze architettoniche dell'India meridionale se ne aggiunsero più tardi (sec. VII-VIII) altre provenienti dall'architettura giavanese (resti del tempio in pietra sulle rive del fiume Sungai Batu Pahat a Kedah). Di notevole qualità e di più frequente documentazione sono le esperienze plastiche dei Malesi, ispirate al pantheon buddhistico ed espresse sia nei bassorilievi per la decorazione architettonica sia nella statuaria in legno, in bronzo e in ottone. Importanti e originali esiti raggiunse la lavorazione del ferro soprattutto nel campo delle armi, di cui espressione tipica della produzione malese è il kris, che qui vanta antiche tradizioni.

Musica

La musica della Malesia si inserisce nell'area indonesiana della quale ha in comune molti caratteri, pur distinguendosi per alcune caratteristiche originali. È basata su scale pentatoniche (slendro) ed eptatoniche (pelog). Notevole la varietà degli strumenti: dagli idiofoni comprendenti sonagli realizzati in bronzo o in legno di palma, sistrirau-rau, che hanno per corpo sonoro quattro noci di cocco sorrette da una forcella di bambù, tamburi di legno, ai membranofoni costituiti da numerose varietà di tamburi, ai cordofoni che raggruppano diversi tipi di salteri (il più importante dei quali è un salterio tubolare detto valiha), agli aerofoni, gruppo cui appartengono vari flauti (tra i quali caratteristico un flauto eolio, munito di fori e infisso variamente nel terreno e qui risonante per l'azione del vento), zampogne semplici e doppie (cioè a una o due canne, entrambe munite di ancia) e lo xiloaerofono, tavoletta di legno legata a una corda che viene fatta roteare rapidamente producendo un caratteristico ronzio.

Spettacolo

Nel teatro malese sono soprattutto interessanti tre generi: il ma' yong, che sceneggia antiche leggende con intermezzi di canto e di danze; è un teatro professionale di origini remote, diffuso soprattutto nelle campagne, che mescola elementi comici e patetici nella cornice ideologica del brahmanesimo; si recita senza scene ma con elaboratissimi costumi; il wayang kulit, cioè il teatro d'ombre, di derivazione giavanese, con tutte le sue convenzioni; e, ultimo, il bangsawan, sorta di commedia musicale che lascia molto spazio alla fantasia mimica dell'attore e soprattutto alle sue doti buffonesche.

Bibliografia

Per la storia

L. A. Mills, Malaya, a Political and Economical Appraisal, Minneapolis, 1958; P. Fistié, Singapour et la Malaisie, Parigi, 1960; P. Wheatley, The Golden Khersonese: Studies in the Historical Geography of the Malay Peninsula before A. D. 1500, Kuala Lumpur, 1961; M. A. P. Meilink-Roelofsz, Asian Trade and European Influence in the Indonesian Archipelago between 1500 and about 1630, L'Aia, 1962; J. Villiers, L'Asia sud-orientale prima del periodo coloniale, Milano, 1968.

Per la letteratura

F. S. Eringa, Letterature dell'Indonesia e delle penisole malesi, in Le civiltà dell'Oriente, vol. II, Roma, 1957; R. Winstedt, History of Classical Malay Literature, Singapore, 1961; A. Bausani, Malesia, poesie e leggende, Milano, 1963; A. Teeuw, Letterature malesi-indonesiane, in Storia delle letterature d'Oriente, vol. III, Milano, 1969; A. Bausani, Le letterature del Sud-Est Asiatico, Firenze, 1970.

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