Allāh

il Dio unico dell'islamismo. In epoca preislamica c'era già tra gli Arabi la credenza in un essere supremo, ma il termine “dio” non era riservato a lui. Fu con la predicazione di Maometto che si giunse a una concezione monoteistica, quale è sintetizzata nel primo articolo del credo musulmano: “Non c'è altro dio (ilāh) che Iddio (Allāh)”. Nei confronti dell'Universo, Allāh è il creatore e signore assoluto. Nei confronti dell'uomo, è il Misericordioso. La posizione dell'uomo nei riguardi di Allāh è di assoluta dipendenza. La teologia islamica si è contenuta nella rappresentazione di Allāh fornita da Maometto. Anche le espressioni puramente poetiche e le immagini che il Profeta usò per parlare di Allāh divennero poi oggetto di controversie teologiche. Il tutto, del resto, è nello spirito della predicazione di Maometto che in Allāh vedeva la realtà in senso assoluto: dunque anche un'immagine poetica, quando si trattava di Allāh, tendeva a diventare significativamente “realistica” nell'interpretazione dei seguaci. Le dottrine sulla “persona” di Allāh possono raggrupparsi in tre indirizzi generali. I tradizionalisti, che si attengono al Corano per “credere” tutto quel che vi si dice di Allāh “senza chiedersi come e senza fare confronti”; o se confronti si fanno, sono in senso negativo, sul tipo di una rima tuttora corrente al Cairo: “Ogni cosa che ti viene in mente è deperibile, Allāh è diverso da ciò”. I razionalisti (corrente che si forma dallo studio della filosofia greca), che riconoscono la legittimità dell'uso della ragione ('aḳl) e quindi la possibilità di trarre illazioni dai testi coranici e di sottoporli a critica; essi, per esempio, non accettano: gli attributi di Allāh, perché ne infirmerebbero la concezione unitaria; la predestinazione, che sarebbe contraria alla giustizia divina; la visione di Allāh, sia pure in paradiso, che in qualche modo materializzerebbe il dio. I mistici, infine, che ritengono possibile una conoscenza diretta di Allāh mediante un'esperienza personale superante le nozioni contenute nel Corano e i ragionamenti dei filosofi; naturalmente una simile esperienza non è descrivibile e quindi non può essere oggetto d'insegnamento. Quando è intervenuto l'insegnamento dei mistici, la “persona” di Allāh si è fatalmente (tendenzialmente) dispersa in una concezione panteistica più che monoteistica.

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