La situazione europea tra le due Guerre
- Introduzione
- La situazione italiana fino al 1921
- L'Impero Britannico e la Francia
- Repubblica di Weimar, Austria, Ungheria
- Approfondimenti
- Riepilogando
L'Impero Britannico e la Francia
In Inghilterra, Lloyd George ottenne una netta affermazione alle elezioni del dic. 1918, a cui per la prima volta parteciparono le donne. L'economia inglese, però, non si riprese. Al primo ministro toccò affrontare difficili questioni sociali e scioperi dei lavoratori. Nel 1921 l'Irlanda divenne autonoma (solo nel '37 avrebbe ottenuto l'indipendenza). Il Partito laburista prese per la prima volta il potere a seguito delle elezioni del dic. 1923 con Ramsay MacDonald che fronteggiò la difficile condizione sociale con abilità. Il suo governo durò meno di un anno. Nel '26 si verificò un'ondata di scioperi causata dalla disoccupazione (1 milione i senza lavoro). Le elezioni del '29 riportarono MacDonald al governo. Per contrastare la crisi fu inaugurato il protezionismo (1931-32). Nell'Impero i rapporti con le colonie furono regolamentati dallo Statuto di Westminster ('31) cui seguì l'istituzione del Commonwealth (federazione di stati sovrani) comprendente i paesi più avanzati. In Palestina vi furono contrasti tra Arabi ed Ebrei che dal 1890 (Teodoro Herzl) aspiravano a fondare uno stato autonomo (avallato dalla dichiarazione Balfour, 1917). L'Egitto fu dichiarato indipendente nel '36. In India la figura di Mohandas Karamchand Gandhi (1869-1948), il Mahatma (grande anima), si pose a capo di una lotta per l'indipendenza fondata sulla “non violenza”. In Francia, dopo un periodo dominato dai moderati (Briand, Millerand, Poincaré), nel '24 ascesero al governo socialisti e radicali. Per fronteggiare il crollo della moneta e il pesante deficit pubblico, nel '26 Poincaré formò un governo di unione nazionale ostile a ogni riforma sociale, che decise drastiche misure economiche. Terminato il governo Poincaré, iniziò una fase di instabilità politica che, tuttavia, non si ripercosse sull'economia. Essa fu una delle poche a salvarsi dalla crisi del '29 (i suoi effetti si risentirono solo nel '31). L'instabilità politica portò a un rafforzarsi delle destre che il 6 febb. '34 tentarono un colpo di mano. Si formò per reazione un fronte popolare composto da comunisti, socialisti e radicali che vinse le elezioni del '36. Il governo fu allora affidato a Léon Blum che diede inizio a importanti riforme sociali (settimana lavorativa di 40 ore, nazionalizzazione della Banca di Francia ecc.) avversate dai grandi gruppi industriali.