La Rivoluzione industriale
Le condizioni di lavoro
Nei paesi industrializzati i lavoratori che trovarono impiego nelle fabbriche delle città si trasferirono spesso nelle periferie urbane con le famiglie. Costretti a vivere in abitazioni malsane, e a lavorare sopportando ritmi massacranti (13-15 ore quotidiane), presto maturarono l'esigenza di vedere salvaguardati i propri interessi. Gli operai salariati iniziarono così a riunirsi in associazioni di mestiere. In Inghilterra, furono istituite le Trade Unions (Unioni di mestiere), nate nella seconda metà del XVIII sec. e riconosciute dal governo nel 1824. Nel 1834 fu istituita la Grand National Consolidated Trade Union che le comprendeva tutte. Non ottenendo successi nella legislazione del lavoro, esse si orientarono all'attività politica. Nel 1838 redassero la Carta del popolo per la democratizzazione del sistema politico inglese. In Francia tra gli artigiani e alcuni gruppi di operai si diffusero le Società di mutuo soccorso. Esse compresero che era in atto una separazione tra gli interessi borghesi e quelli del popolo. Di fronte a questi movimenti la borghesia ebbe atteggiamenti differenti. I più respingevano ogni richiesta dei lavoratori, una piccola minoranza era favorevole a un moderato interessamento. I governi, dal canto loro, affrontarono i problemi legati al mondo del lavoro proletario per evitare pericolose tensioni. In Inghilterra furono emanate leggi che limitavano a 10 ore l'orario di lavorro per donne e bambini sotto i 10 anni nel 1831. In Francia venne limitato l'impiego dei bambini solo nel 1841, ma la legge in proposito riguardava esclusivamente le fabbriche con più di 20 dipendenti.