Agostino e i tardi prosatori latini
Profondità e modernità di Agostino
Ultimo grandissimo autore dell'epoca classica, Agostino si serve della tradizione letteraria pagana, di cui è consapevole erede, e la utilizza per un'ispirata e originale opera autobiografica e per gli scritti teologici e polemici. Il pensiero filosofico di Agostino è straordinariamente acuto e presenta spesso un aspetto di incredibile modernità. Prova ne è la concezione della relatività del tempo, che non è una realtà assoluta se non nell'eterno, ma un fatto soggettivo che esiste solo nella memoria. Il tempo è costituito da tre non esistenze: il passato che non è più, il futuro che non è ancora e il presente, attimo fuggente tra la non esistenza del passato e quella del futuro. Anche il problema del peccato originale, presupposto imprescindibile per definire il libero arbitrio, sta a indicare la profondità di pensiero. Rigoroso interprete dell'apostolo Paolo, Agostino sostiene che il libero arbitrio, come capacità di scegliere, appartiene all'essenza umana in quanto dono divino. Tuttavia, a causa del peccato originale, esso si ritorce contro l'uomo che non è più certo di saper scegliere il bene né di poterlo compiere. Solo la grazia, donata da Dio a pochi predestinati, imperscrutabilmente, ma non ingiustamente, in quanto tutti gli uomini sono peccatori e dunque meritano il castigo, garantisce la possibilità di operare in modo giusto, secondo il destino originario della libertà stessa. Gran parte del pensiero medievale è stato stimolato dalle idee di Agostino, alle quali si rivolse anche la Riforma protestante per elaborare le sue basi dottrinarie. Le teorie della coscienza, consapevolezza che accompagna l'atto del pensare, fornendo la base di ogni certezza, fa di Agostino il primo formulatore del cosiddetto argomento del cogito (penso) da cui, con Campanella e Descartes, prenderà le mosse la filosofia moderna.