Agostino e i tardi prosatori latini
Le Confessiones
Le Confessiones rappresentano una novità nell'ambito della letteratura classica, sia greca sia latina, poiché sono la prima autentica espressione del genere autobiografico. Furono scritte da Agostino tra il 397 e il 400, molto tempo dopo i fatti narrati e si compongono di 13 libri. Nei primi nove libri, che si arrestano alla morte della madre, lo scrittore ripercorre le tappe salienti della sua vita, che culmina nella conversione. I rimanenti quattro libri, abbandonata la memoria del passato, affrontano i grandi temi dell'uomo e di Dio e non di rado arrivano a toccare i vertici del pensiero filosofico, come nel memorabile libro XI, dedicato al problema del tempo, in cui, secondo il filoso inglese Bertrand Russell (1872-1970), c'è tutto quanto si può dire a tal proposito: "Cos'è dunque il tempo? Se nessuno m'interroga, lo so; se volessi spiegarlo a chi m'interroga, non lo so". Ma la vera grandezza delle Confessioni sta nello stile, alto e commosso, di cui Agostino si serve per scendere nelle profondità del proprio animo, per interrogarsi spietatamente non, come è stato detto, con la durezza eccessiva del convertito, ma con la lucidità del grande anatomista dell'anima, alla ricerca delle cause del male e del dolore. Esemplare quanto afferma con amara ironia a proposito dell'istinto del bambino: "Dunque l'innocenza dei bambini risiede nella fragilità delle membra, non nell'anima", che sembra precorrere con incredibile acume le analoghe tesi psicoanaliste di Sigmund Freud (1856-1939). Le Confessioni sono prima di tutto un atto di fede, in cui anche la sincerità ha senso solo se offerta a Dio, luce e conferma di ogni intenzione umana.