saliva

sf. [sec. XIV; latino salīva]. Prodotto di secrezione delle ghiandole salivari. È un liquido inodoro, incolore, torbido e filante, contenente sostanze inorganiche (cloruri di sodio e potassio, carbonato di calcio, bicarbonati di potassio e sodio, solfato di potassio) e sostanze organiche (ptialina, mucina, albumina, globulina). La saliva svolge varie e importanti funzioni: favorisce la masticazione, la formazione del bolo e la deglutizione, mentre la mucina funge da lubrificante assicurando al cibo un facile passaggio lungo il canale esofageo; inoltre, mantenendo costantemente umido il cavo orale, la saliva ha un compito essenziale nella fonazione. La saliva protegge i denti, probabilmente per un'azione meccanica-detergente; quale solvente dei cibi solidi e secchi, rende possibile la stimolazione delle terminazioni gustative da parte delle sostanze sapide in essi contenute, quindi assume un ruolo importante nel preparare la secrezione del succo gastrico. Compito importantissimo della saliva umana è inoltre quello assolto dall'azione digestiva della ptialina sugli amidi: infatti l'amilasi salivare è capace di operare la scissione idrolitica dei polisaccaridi quali l'amido e il glicogeno. In condizioni patologiche la saliva può aumentare o diminuire di quantità secondo le cause determinanti. L'analisi dei campioni salivari rappresenta un valido metodo per il dosaggio di numerose sostanze, tra le quali per esempio le frazioni dell'enzima amilasi, la cui determinazione è utile nelle alterazioni della funzionalità digestiva del pancreas. È inoltre possibile misurare le concentrazioni di alcuni farmaci allo scopo di seguire nel tempo l'andamento delle terapie croniche.

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