polisaccàride
sm. [sec. XX; da poli-+saccaro-+-ide]. Di carboidrati ad alto peso molecolare che derivano dalla combinazione di numerose unità di monosaccaridi uniti tra loro mediante legami glucosidici. Si distinguono polisaccaridi veri, quali l'amido, il glicogeno, le destrine e la cellulosa, e polisaccaridi acidi, nella cui struttura figurano raggruppamenti acidi sia in forma di esteri solforici sia di acidi uronici. Questi ultimi sono in genere costituiti da unità disaccaridiche (per esempio N acetil galattosamina, acido N acetil muramico) o oligosaccaridiche ripetute, e andrebbero propriamente considerati degli eteropolimeri; inoltre con grande frequenza si trovano in natura coniugati con proteine o piccoli polipeptidi (mucoproteine e proteoglicani). Ne sono esempi il condroitinsolfato, l'eparina e i polisaccaridi dei globuli rossi e della capsula dei batteri, cui si deve rispettivamente la specificità del gruppo sanguigno e il potere antigene dei germi.