rilevaménto (geologia)
complesso delle operazioni necessarie a fornire informazioni sulla costituzione geologica di una regione geografica. Scopo del rilevamento geologico è dare una descrizione (memoria geologica) e una rappresentazione (carta geologica) in cui siano descritti e rappresentati tutti gli elementi morfologici (coperture detritiche, terrazzi, frane, conoidi, ecc.), stratigrafici (formazioni, unità lito-cronostratigrafiche, ecc.) e tettonico-strutturali (fratture, faglie, sinclinali, anticlinali, ecc.) atti a definire la geologia di un territorio. Il rilevamento si realizza attraverso una serie di operazioni che possono essere distinte in tre fasi; le ricerche bibliografiche forniscono le prime indicazioni, teoriche, sulla regione da studiare e mettono il geologo rilevatore a contatto con le difficoltà e i problemi che dovrà affrontare. Se la zona da rilevare non è mai stata studiata, si ricercheranno, ovviamente, notizie su aree limitrofe. Le operazioni sul terreno costituiscono il rilevamento vero e proprio e devono fornire le seguenti informazioni: riconoscimento dei lineamenti generali geomorfologici, identificazione e descrizione delle formazioni presenti, misura della direzione, immersione e inclinazione degli strati, determinazione dei rapporti di giacitura delle formazioni per ricostruire la successione stratigrafica, descrizione dei diversi elementi tettonici, raccolta di campioni di roccia, di fossili e di altro materiale utile. In pratica, il rilevamento si effettua percorrendo una serie di itinerari programmati in modo tale da coprire uniformemente la zona in esame, ed eseguendo lungo i percorsi le osservazioni e le misure necessarie. Base del rilevamento è la carta topografica su cui vengono ubicati con esattezza gli affioramenti incontrati e la posizione dei prelievi di campioni. Molto importante è la scala della carta che deve essere scelta in rapporto allo scopo del rilevamento e al grado di precisione richiesto; così, per esempio, per un rilevamento che debba dare indicazioni generali su una regione vasta è sufficiente una carta con scala 1:100.000; su questa, però, non potranno essere cartografati elementi geologici di estensione inferiore a 50-100 m a causa dell'impossibilità materiale di adatta rappresentazione: elementi del genere infatti dovrebbero essere indicati con tratti di 0,5-1 mm. Per un rilevamento più accurato occorre quindi servirsi di scale più grandi (1:25.000 o 1:10.000). Nel rilevamento sul terreno si impiegano strumenti e apparecchiature semplici come l'altimetro, la bussola e il clinometro per fare il punto e per la misura dell'inclinazione e dell'immersione degli strati, mazzette, martello e scalpelli per prelevare campioni dalla roccia e isolare fossili, lente di ingrandimento e reagenti chimici per un'analisi di massima delle rocce, macchina fotografica per identificare punti particolari di una formazione o per ricavare una visione generale di elementi morfologici o tettonici. Il metodo di rilevamento esposto è genericamente valido sia in caso di terreni sedimentari e metamorfici sia per terreni eruttivi. Per questi, naturalmente, non valgono più le regole stratigrafiche (principio di sovrapposizione, interpolazioni per i limiti stratigrafici, ecc.) e particolare cura deve essere posta per determinare il tipo di giacitura degli affioramenti e per un più frequente campionamento specie in prossimità del contatto tra gli ammassi eruttivi. L'interpretazione dei dati costituisce il momento conclusivo del rilevamento. Si effettua in parte in laboratorio dove vengono analizzati i campioni di roccia, identificati i fossili e i microfossili e svolte eventualmente tutte quelle ricerche specialistiche (analisi delle acque, prove sedimentologiche, datazioni con i metodi radioattivi, ecc.) richieste dalla finalità del rilevamento. Si elaborano infine i dati raccolti sul terreno e quelli ottenuti in laboratorio per arrivare all'esatta ricostruzione stratigrafica e strutturale del territorio esaminato, che costituisce appunto lo scopo principale del rilevamento geologico. § Lo studio della geologia di una regione mediante le foto aeree (fotogeologia) permette di rilevare rapidamente vaste zone (rilevamento fotogeologico) e risulta molto utile in indagini specialistiche su ampia scala come è richiesto per esempio dalla prospezione petrolifera e per la ricerca di nuovi giacimenti minerari. Le caratteristiche geologiche vengono ricostruite esaminando le caratteristiche morfologiche delle diverse formazioni, poiché tra morfologia e geologia di una formazione o più in generale di un territorio esiste sempre un preciso rapporto. In particolare, le foto aeree permettono di esaminare l'idrografia superficiale, il colore o meglio le tonalità degli affioramenti rocciosi, i limiti tra le formazioni, gli elementi geomorfologici, i suoli e la vegetazione, i lineamenti tettonici generali. Da questi elementi si possono dedurre tutte le informazioni necessarie per ottenere la carta geologica del territorio; le eventuali incertezze rimaste vengono poi superate da rilievi di controllo eseguiti direttamente sul terreno.