Liechtenstein (Stato)
Indice(Fürstentum Liechtenstein). Stato dell'Europa centrale (160,5 km²). Capitale: Vaduz. Divisione amministrativa: comuni (11). Popolazione: 35.446 ab. (stima 2008). Lingua: tedesco (ufficiale), dialetto alemanno. Religione: cattolici 76%, evangelici 6,9%, musulmani 4,1%, altri 13%. Unità monetaria: franco svizzero (100 centesimi). Confini: Austria (E), Svizzera (W).. Membro di Consiglio d'Europa, EBRD, EFTA, ONU, OSCE e WTO.
Generalità
Con un reddito pro capite tra i più alti del mondo, il Liechtenstein, uno dei più piccoli Stati del continente, è un Paese a elevato sviluppo umano. Principato indipendente nell'ambito del Sacro Romano Impero, il Liechtenstein ha saputo conservare nei secoli la propria identità nazionale e la propria indipendenza grazie al sapiente gioco politico e all'alterna alleanza con i due più potenti vicini (Austria e Svizzera). Durante i secoli XVIII e XIX, il Paese ha intrattenuto rapporti economici e di alleanza militare con la monarchia asburgica austriaca per poi entrare, nel 1924, nel sistema doganale della Svizzera, che ne assicura anche la rappresentanza diplomatica e la difesa militare. Nel secondo dopoguerra, l'espansione economica dovuta alla crescita del settore manifatturiero, ma soprattutto a quella del comparto dei servizi, in virtù anche delle facilitazioni del regime fiscale e dei vantaggi del sistema bancario, hanno garantito l'irresistibile ascesa economica del piccolo principato.
Lo Stato
In base alla Costituzione del 5 ottobre 1921, il Liechtenstein è una monarchia costituzionale, ereditaria in linea maschile. Capo dello Stato è il principe regnante, che nomina il primo ministro su proposta del Parlamento o Dieta, composto da 25 membri eletti per 4 anni a suffragio universale (le donne sono state ammesse al voto solo nel 1984). Con la riforma costituzionale del marzo 2003 sono stati rafforzati i poteri del principe regnante che ha la possibilità di costringere alle dimissioni il primo ministro e di annullare le leggi votate dal Parlamento. L'ordinamento giudiziario, basato su codici civili e penali locali, prevede una Corte suprema e una Corte superiore. Il principato, che non possiede un esercito, dispone di una piccola forza di polizia. Il sistema scolastico del Liechtenstein prevede otto anni di istruzione obbligatoria (compresi tra i 6 e i 14 anni di età). Dopo cinque anni di scuola primaria si accede a un triennio di scuola secondaria inferiore al termine del quale è possibile seguire un ulteriore triennio di scuola secondaria superiore, oppure frequentare un corso di studi secondari, della durata globale di otto anni, che consente l'accesso agli studi universitari. Questi ultimi vengono svolti all'estero (Austria, Germania, Svizzera) poiché nel Liechtenstein non esiste un sistema universitario.
Territorio: geografia fisica
Esteso sul versante nordoccidentale. della catena alpina del Reticone (Rätikon), che separa lo Stato austriaco del Vorarlberg dal Cantone svizzero dei Grigioni, e limitato a W dal corso del Reno, confine naturale con il Cantone svizzero di San Gallo, il Liechtenstein è un Paese prevalentemente montuoso. Si possono tuttavia distinguere una regione di più ampi spazi pianeggianti a N, dove il fondovalle renano si allarga per la presenza di depositi accumulati dal fiume prima di immettersi nel lago di Costanza, e una zona dal rilievo più accidentato a S, dove il Reticone tocca i 2570 m nel monte Naafkopf e i 2560 m nel monte Falknis. Idrograficamente il territorio tributa interamente al Reno, sia direttamente sia tramite l'affluente Ill in cui si immette, già però in Austria, il fiume Samina che, nato dal Reticone, attraversa da S a N il Liechtenstein orientale. Il Paese ha un clima di tipo alpino, con inverni rigidi ed estati fresche, benché mitigato specie a N dall'influsso delle acque del lago di Costanza. Le precipitazioni, non eccessive (in media si registrano 1000 mm annui sull'altopiano settentrionale, e massimi di 2000 mm sui più esposti rilievi meridionale), cadono in prevalenza nei mesi estivi. Il Paese è inoltre di frequente interessato dal Föhn, il vento caldo e asciutto che scende dalle Alpi quando tra i due versanti della catena si stabiliscono forti differenze di pressione atmosferica.
Territorio: geografia umana
Originariamente abitato dai Reti e più tardi per molti secoli cristallizzato in una chiusa economia feudale, il Liechtenstein ha conosciuto solo di recente un relativo incremento demografico, in stretta connessione con le profonde trasformazioni avvenute nell'economia del Paese. La popolazione, valutata sulle 6000 unità ai primi del Novecento, ha raggiunto gli 11.000 ab. nel 1939 e successivamente, secondo una stima del 2003, si è più che triplicata toccando quota 34.000 ab. Attualmente il Liechtenstein ha una densità di 221 ab./km², piuttosto elevata per un Paese alpino. Oltre un terzo della popolazione è però costituito da stranieri (in particolare svizzeri, austriaci, tedeschi e italiani), attratti nel principato dallo sviluppo delle attività industriali e terziarie. Sono poi numerosi i pendolari che, dai Paesi confinanti, si recano quotidianamente a lavorare nel principato. La popolazione, che a parte gli stranieri è prevalentemente di ceppo germanico con un piccolo gruppo di vallesi, si concentra nella capitale, Vaduz, graziosa cittadina dominata dal castello dei principi, e in una decina di villaggi (Balzers, Schaan, Triesen), situati non nella valle o lungo il corso del Reno ma a mezzacosta, sui conoidi di pedemonte.
Territorio: ambiente
Con un'estensione di quasi 7000 ha, le foreste coprono quasi il 44% dell'intera area del Liechtenstein. Fitte distese di faggi e, a quote più alte, di conifere, ammantano i rilievi meridionali, mentre aree prative e campi coltivati predominano nelle zone settentrionali. Il patrimonio faunistico comprende marmotte, camosci, cinghiali, volpi e varie specie di uccelli. Sebbene non sia un Paese a forte concentrazione industriale, il Liechtenstein è colpito dal fenomeno delle piogge acide che, originatesi in luoghi anche distanti, mettono in serio pericolo il patrimonio boschivo. La salvaguardia dell'ambiente è competenza dell'Office of Environmental Protection che, in collaborazione con l'Office of Forests, Nature and Land Management, gestisce le aree adibite a riserva naturale (40,1% del territorio). Il principato si è nel tempo dimostrato attento nel perseguire politiche di sviluppo sostenibile sottoscrivendo vari accordi internazionali in materia ambientale (protezione dell'ozonosfera, smaltimento dei rifiuti nocivi, tutela delle specie a rischio d'estinzione, modificazioni climatiche).
Economia
Uno sviluppato settore manifatturiero, insieme alla solidità del comparto finanziario, cresciuto grazie anche a una favorevole legislazione bancaria e fiscale, fanno del Liechtenstein un Paese dalla florida economia (nel 2007, il PIL era pari a 4.160 ml di franchi svizzeri). Ben poco rilievo vi occupa ormai l'agricoltura, che impegna l'1,1% della popolazione attiva (2007): principali colture sono quelle dei cereali (mais), delle patate e degli ortaggi . La presenza di vaste estensioni a prato e pascolo permanente, pari a ca. un terzo del territorio, ha permesso un discreto sviluppo dell'allevamento (quello bovino alimenta una razionale industria lattiero-casearia). Sono invece le attività manifatturiere e quelle terziarie ad assicurare al Paese la sua grande prosperità . L'industria, che fornisce occupazione a ca. la metà della forza lavoro (43,5%), si basa essenzialmente sulla metalmeccanica di precisione e su produzioni a elevato contenuto tecnologico, quali strumenti scientifici e apparecchiature elettroniche, oltre che sui comparti alimentare, chimico, farmaceutico e tessile. Un posto significativo, tra le esportazioni, hanno protesi e prodotti per l'odontotecnica. Oltre ai proventi ricavati dal sempre fiorente turismo, nonché dalla commercializzazione di emissioni filateliche, il Liechtenstein ha tratto rilevanti vantaggi da un sistema bancario e da un regime fiscale assai ben disposti nei confronti dei capitali stranieri (tanto da ricevere, nel 2000, una censura da parte dell'OCSE, in quanto disinvolto “paradiso fiscale”). L'insieme delle attività finanziarie, che mediante una gestione dei rapporti con lo Stato centralizzata contribuisce in maniera assolutamente prevalente alla formazione del reddito, impiega il 55,4% della popolazione attiva. Date le caratteristiche di questa attività, inoltre, non si sono verificati fino a questo momento problemi di congestionamento: gli spazi richiesti sono estremamente esigui e, per quanto la capitale Vaduz appaia completamente colonizzata dalle sedi bancarie e finanziarie, le infrastrutture di comunicazione e telecomunicazione (quelle effettivamente vitali per il settore) sono mantenute in condizione di soddisfare l'intensa richiesta. Il principato, da sempre a forte vocazione internazionale, intrattiene una fitta serie di relazioni economiche e aderisce a vari organismi e accordi internazionali. Principale partner è la Svizzera, con cui il Liechtenstein è legato da un'unione doganale istituita nel 1924, ma buoni rapporti sono stabiliti anche con i Paesi membri dell'Unione Europea e dell'EFTA, di cui il Liechtenstein è entrato a far parte nel 1991. La successiva adesione del principato, nel 1992, al SEE, ha reso indispensabile una rinegoziazione integrale del trattato di unione doganale con la Svizzera, ma ciò non pare aver inciso minimamente sulle condizioni di competitività delle produzioni locali, tanto che la bilancia commerciale è da anni costantemente in attivo. Per quanto riguarda le vie di comunicazione, il territorio è percorso da adeguate infrastrutture che lo collegano con le reti stradali svizzera e austriaca.
Storia
Il principato di Liechtenstein sorse il 23 gennaio 1719 allorché l'imperatore Carlo VI concesse che le due signorie di Vaduz e di Schellenberg, acquistate dal principe J. A. A. Liechtenstein, diventassero un unico principato. Dal 1806 al 1814 il Liechtenstein fece parte della Confederazione francese del Reno e dal 1815 al 1866 della Confederazione germanica. Nel 1852 strinse un'unione doganale e nel 1856 un'unione monetaria con l'Austria. Neutrale nel corso delle due guerre mondiali, nel 1921 Giovanni II rielaborò la Costituzione del 1816. Lo stesso Giovanni II promosse l'avvicinamento del Paese alla Svizzera stringendo con quest'ultima un'unione monetaria (1921) e doganale (1924) e affidandole la rappresentanza consolare e politica del Liechtenstein. Nel 1938 divenne principe regnante Francesco Giuseppe II: nel periodo del suo regno il Paese entrò a far parte del Consiglio d'Europa (1977). Francesco Giuseppe II detenne il potere esecutivo fino al 1984, quando lo passò al figlio Hans Adam II che alla sua morte gli è succeduto anche nella carica di capo di stato (1989). Negli anni Novanta il Liechtenstein faceva il suo ingresso anche all'ONU. Alla fine degli anni Novanta, il Parlamento, retto dal 1938 da una coalizione formata dai due partiti più grandi, il Partito borghese (di centrodestra) e l'Unione patriottica, vedeva per la prima volta dopo ca. sessant'anni di governo unico, l'avvento di un esecutivo formato da un solo partito di maggioranza. Nel 1997, infatti, l'Unione patriottica otteneva la maggioranza dei voti nelle elezioni legislative e il suo leader Mario Frick, primo ministro uscente, veniva riconfermato a capo del nuovo governo monocolore. Ma le riforme economiche promosse dal nuovo governo, che prevedevano una serie di norme per la limitazione del segreto bancario, volte a riabilitare il principato considerato centro mondiale del riciclaggio di capitali sospetti, se nel 1997 avevano permesso a Frick di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento, nelle elezioni del 2001 decretavano la sua sconfitta. L'Unione patriottica, infatti, nel 2001 otteneva solo 11 seggi su 25, mentre il Partito borghese conquistava 13 seggi e assumeva la premiership con Otmar Hasler. Nel 2003, con un referendum, veniva approvata la modifica costituzionale proposta dal principe regnante Hans Adam II, con cui gli venivano conferiti ampi poteri decisionali in materia legislativa. Nelle elezioni del 2005 vinceva il Partito borghese progressista (FBP), mentre in quelle del 2009, Unione patriottica (VU), entrambi formazioni di centro-destra.
Cultura: generalità
Situato nel mezzo di un'importante direttrice europea, il Liechtenstein è stato esposto nel corso dei secoli a disparati influssi culturali. Molteplici le radici in cui affonda la sua identità: la principale è senza dubbio quella cristiana, la cui presenza nella regione si fa risalire già al VI sec. A causa delle sue modeste dimensioni, il principato non è mai stato un'autonoma area artistico-culturale e il suo sviluppo in questo ambito è frutto di un'incessante attività di scambi e relazioni con le culture confinanti. In questa prospettiva vanno valutati i trattati doganali e l'adesione del principato alla NATO, all'EFTA e al SEE, motivati non solo dalla necessità di istituire proficue relazioni economiche e commerciali ma anche dalla volontà di cooperare a livello internazionale nell'ambito della ricerca e dello sviluppo culturale. Rilevante il contribuito del governo che finanzia vari progetti e iniziative culturali, adeguatamente supportato dall'attività dell'Historical Society of the Principality of Liechtenstein che svolge un importante ruolo nella ricerca e nella tutela della cultura del Paese. Lingua ufficiale è il tedesco, ma la maggior parte della popolazione ne utilizza una variante dialettale, l'alemanno.
Cultura: tradizioni
Sebbene la maggior parte delle tradizioni del principato non abbia origine autoctona, è ancora vivo presso la popolazione un patrimonio di usanze e credenze che affonda le sue radici in antiche leggende pagane, nella religione e nella stessa vita quotidiana. Particolarmente sentite, in un Paese a maggioranza cattolica, sono le feste religiose. Oltre alle tradizionali ricorrenze di Natale, Pasqua e Ognissanti, diffuse sono anche la festa di san Nicola, le processioni del Corpus Domini e la festa dell'Ascensione, nel corso della quale si benedicono i campi. Alla tradizione pagana risalgono invece alcune abitudini del Carnevale, quale la Ruassla, tentativo di sporcarsi il viso a vicenda con pezzi di sughero bruciati o quello di sottrarre il piatto di zuppa del vicino. Un'altra importante tradizione, probabilmente risalente all'età precristiana, è il Küachle Sunday: durante la prima domenica di Quaresima, l'inverno viene bandito bruciando delle immagini simboliche. Interessanti anche le tradizioni legate al matrimonio. Una ghirlanda di ramoscelli di pino, auspicio di fortuna e prosperità, viene attaccata sulla porta di casa della sposa, decorata di bianco o con fiori di carta colorati. Dopo la cerimonia, di solito nel corso del pranzo nuziale, viene invece simulato il rapimento della sposa, il cui riscatto (in genere il conto del ristorante) dovrà essere pagato da chiunque se la sia lasciata sfuggire. Diffusa ormai solo nella regione dell'Oberland, nell'area settentrionale del Liechtenstein, è la tradizione dei Kuhherzle (piccoli cuori di mucca). Come forma di ringraziamento, dopo esser riusciti senza pericoli a trasferire il bestiame dalle Alpi alle valli, gli allevatori sono soliti legare sul collo delle migliori mucche da latte piccole targhe di legno con cuori intagliati. Nastri colorati, mazzi di fiori artificiali e grossi campanacci completano l'abbellimento delle mucche che gli allevatori orgogliosamente esibiscono dinanzi alle loro fattorie.
Cultura: arte
Nel castello di Vaduz si trova la più ricca collezione d'arte privata esistente. Costituita nel sec. XVII dal principe Carlo Eusebio nel proprio palazzo di Vienna, essa fu trasferita a Vaduz allo scoppio della seconda guerra mondiale. Un cospicuo nucleo della collezione è rappresentato dalle sculture e dai dipinti (in particolare del Rinascimento italiano e del Seicento fiammingo) raccolti dal principe Joseph Wenzel di Liechtenstein durante i suoi numerosi viaggi in Europa.
Bibliografia
H. D'Avrincourt, Liechtenstein, Losanna, 1964; P. Raton, Liechtenstein: History and Institutions of the Principality, Vaduz, 1970; W. Kranz, Principality of Liechtenstein - Documentary Handbook, Vaduz, 1971; W. Kranz (a cura di), The Liechtenstein Economy, Vaduz, 1978; Autori Vari, Liechtenstein in Europe, Vaduz, 1984; J. von Falke, Geschichte des fürstlichen Hauses Liechtenstein, 3 voll., Vaduz, 1984; T. A. T. Larke, Index and Thesaurus of Liechtenstein, Berkeley, 1984; O. Seger, A Survey of Liechtenstein History, Liechtenstein, 1984.