EFTA
(European Free Trade Association, Associazione Europea di Libero Scambio), associazione di natura economica istituita in base alla Convenzione di Stoccolma il 20 novembre 1959 ed entrata in vigore il 30 maggio 1960, tra sette Paesi europei (Austria, Danimarca, Gran Bretagna, Norvegia, Portogallo, Svezia e Svizzera) allo scopo di favorire i reciproci scambi commerciali. Nel 1961 si associava all'EFTA la Finlandia (divenuta membro effettivo dell'organizzazione solo nel 1986); nel 1970 entrava nell'EFTA anche l'Islanda. Due anni dopo però la Gran Bretagna e la Danimarca ne uscivano, preferendo entrare a far parte della Comunità Economica Europea. I restanti Paesi dell'EFTA stipularono allora un accordo di associazione con la CEE, concordato a Bruxelles il 22 luglio 1972, creando così una vasta zona di libero scambio dei prodotti industriali in Europa, allargata agli Stati membri dei due organismi internazionali. Nel 1985 anche il Portogallo usciva dall'EFTA, preferendo esso pure aderire alla CEE (di cui diveniva membro il 1º gennaio 1986). Questo progressivo svuotamento dell'EFTA portava il 2 maggio 1992 alla firma a Porto di un importante accordo che aveva per oggetto la costituzione, a partire dal 1º gennaio 1993, di uno Spazio Economico Europeo (SEE). Il nuovo organismo entrava in vigore il 1º gennaio 1994, un anno dopo la data prevista nell'accordo costitutivo. Di fatto il ruolo dell'organizzazione si è venuto progressivamente modificando poiché Austria, Finlandia e Svezia aderivano pochi mesi dopo all'Unione Europea. Sono rimasti tra i membri dell'EFTA l'Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia e la Svizzera, Paesi che, oltre a mantenere rapporti commerciali privilegiati con l'Unione Europea, hanno consolidato durante la seconda metà degli anni Novanta, i rapporti di scambi con altri Stati, in particolare dell'Europa orientale e del bacino del Mediterraneo.