Cambògia
Indice(Preǎhréachéanachâkr Kâmpǔchéa). Stato dell'Asia sudorientale (181.035 km²). Capitale: Phnom Penh. Divisione amministrativa: province (20), municipalità (4). Popolazione: 16.069.921 ab. (stima 2018). Lingua: khmer (ufficiale), francese. Religione: buddisti 93%, musulmani 4%, cristiani 2% altri 1%. Unità monetaria: riel (100 sen). Indice di sviluppo umano: 0,582 (146° posto). Confini: Laos (N), Thailandia (N e W), Viet Nam (E e SE), golfo del Siam (SW). Membro di: ASEAN, ONU e WTO.
Cambogia. Cartina geografica.
Cambogia. Paesaggio nella zona di Angkor.
De Agostini Picture Library/C. Sappa
Cambogia. Villaggio nei pressi di Phnom Penh.
De Agostini Picture Library/C. Sappa
Cambogia. La pagoda d'argento a Phnom Penh.
De Agostini Picture Library/C. Sappa
Cambogia. La raccolta del riso.
De Agostini Picture Library/C. Sappa
Cambogia. Pescatori sul fiume Mekong.
De Agostini Picture Library/C. Sappa
Cambogia. Veduta dell'Angkor Vat, imponente santuario dell'arte khmer ad Angkor (sec. XII).
De Agostini Picture Library/C. Sappa
Generalità
Situata nel cuore della penisola Indocinese, la Cambogia è stata la culla della civiltà Khmer, che elaborò in forme originali i valori culturali dei più antichi regni induizzati sorti nelle pianure della penisola. Il senso della grandezza e della potenza espressa dai sovrani Khmer trova la sua principale espressione in quel particolarissimo intrico di natura e reperti del passato che affiora nei pressi di Angkor, una delle antiche capitali dell'impero, simbolo eloquente delle profonde stratificazioni culturali, politiche e religiose di cui furono oggetto questi territori. Nota in passato come Terra Gentile o Terra del Sorriso, la Cambogia è stata travolta a più riprese dalle lacerazioni derivanti dalle guerre e dal terrore dei regimi dittatoriali che hanno insanguinato il Paese per più di vent'anni. Nonostante i contraccolpi seguiti dalla dominazione coloniale, la chiusura delle frontiere successiva alla conclusione della guerra del Viet Nam, i devastanti conflitti interni che hanno squassato il tessuto civile del Paese, la Cambogia ha cercato ripetutamente di riconquistare un equilibrio che a tutt'oggi appare lontano. In questo quadro complesso, il Paese sembra mantenere quelli che sono da sempre i suoi tratti distintivi, scalfiti solo in modo superficiale anche dalla dominazione francese. Essenzialmente agricola, legata alle risaie e al ritmo stagionale del grande fiume che l'attraversa e gli dà vita, il Mekong, la Cambogia affronta dunque un difficile processo di risalita sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista della stabilità politica interna, aggravato, da un lato, da carenze strutturali e dal bassissimo potere di attrazione degli investimenti esteri e, dall'altro, da un faticoso ritorno alla democrazia.
Lo Stato
La Cambogia ha raggiunto l'indipendenza nel 1953 (ratificata dalla Conferenza Internazionale di Ginevra nel 1954). Già monarchia costituzionale e Repubblica presidenziale, nel 1979 ha assunto la denominazione di la Repubblica popolare di Cambogia. La costituzione attualmente in vigore, promulgata nel 1993, ha ripristinato la monarchia e ha istituito un Parlamento bicamerale, formato dall'Assemblea Nazionale (122 membri eletti a suffragio universale) e dal Senato (61 membri, eletti dai consigli amministrativi locali). Il governo necessita della fiducia dei due terzi dell'Assemblea. La monarchia non è ereditaria: le maggiori autorità del Paese, riunite in un Consiglio della corona, sono responsabili dell'elezione del re. Il sistema giudiziario, riformato in base alla nuova Costituzione, prevede tre gradi di giudizio; l'ultimo livello è rappresentato dalla Suprema Corte dei magistrati. Il sistema di diritto in uso deriva dalla commistione di codici di influenza francese, decreti reali, atti legislativi e da consuetudini derivanti dal sistema comunista. La giurisdizione della Corte Internazionale di Giustizia è accettata ancora con riserve. Le forze armate del Paese sono divise nelle tre armi tradizionali, a cui si aggiungono diverse forze provinciali. Il servizio di leva è obbligatorio e dura 18 mesi. Il sistema scolastico cambogiano prevede un insegnamento primario (gratuito e obbligatorio) della durata di 6 anni, a cominciare dal sesto anno di età e un insegnamento secondario, facoltativo, che comprende invece due cicli, ognuno di 3 anni. L'istruzione superiore viene impartita in diversi istituti tecnici e presso l'Università di Phnom Penh. Il tasso di analfabetismo del Paese riguardava nel 2015 quasi un quinto della popolazione (19,5%); il dato, abbastanza elevato, rivela al suo interno una disparità ancora più marcata tra il tasso di alfabetismo di uomini e donne adulti (64% contro 85%).
Territorio: morfologia
Territorialmente la Cambogia ha una sua relativa unità fisica. Essa è centrata su un'ampia depressione, che per gran parte rientra nel bacino inferiore del Mekong, ed è compresa tra le propaggini meridionali della Catena Annamitica a E e alcuni bassi rilievi (Catena dei Dong Rak e Monti Cardamomi) che la cingono rispettivamente a NW e a SW, dove il Paese spinge i suoi confini sino alla costa del golfo del Siam. Nei rilievi affiorano le antiche formazioni paleozoiche, sovrastate da lembi del Mesozoico: questi ultimi rappresentano i resti delle coperture sedimentarie accumulatesi quando la depressione cambogiana era occupata dal mare. Per l'80% della sua superficie il territorio cambogiano, elevato pochi metri sul livello del mare, è coperto dalle recenti alluvioni fluviali del Mekong, qui attratto dalla depressione, strutturalmente un'ampia sinclinale. Essa ha la sua parte più depressa nel Tonle Sap, una superficie lacustre dai contorni mutevoli, invasa stagionalmente dalle acque del Mekong, attraverso un ramo che si distacca presso Phnom Penh dal corso principale del fiume.
Territorio: idrografia
Idrograficamente il Paese è quasi tutto legato al Mekong. Alimentato dalle piogge monsoniche, esso ha una portata massima (in ottobre) di 60.000 m3/s, che si riducono a 15.000 m3/s nel periodo di magra. Durante la piena il fiume inonda la pianura, deposita fertile limo e irriga le risaie, che in quel periodo si trasformano in specchi scintillanti; esso riversa una parte delle sue acque nel Tonle Sap, la cui superficie, che in fase di secca è di 250 km², aumenta sino a 10.000 km².
Territorio: clima
Alle inondazioni stagionali contribuiscono anche le piogge monsoniche, che sono copiose su tutto il territorio, ben esposto al monsone di SW. Le precipitazioni più elevate si hanno sui rilievi, come sui Monti Cardamomi, dove, sul versante marittimo, si raggiungono i 5000 mm annui; all'interno della depressione, riparata dalle alteterre periferiche, non si superano mediamente i 1500 mm, che a Phnom Penh si abbassano a ca. 1000 mm. Le piogge cadono tra maggio e ottobre, cui succede la stagione secca da novembre a febbraio. Nel periodo che prelude alla stagione piovosa si registrano i più alti valori della temperatura, con medie nella capitale di ca. 28 ºC; i valori minimi si hanno in gennaio, e naturalmente sui rilievi (ca. 15 ºC).
Territorio: geografia umana
La popolazione della Cambogia è venuta assumendo, fin dalle origini, un carattere di omogeneità etnico-linguistica assai spiccato e unico nel SE asiatico: l'85,2% di essa è costituito, infatti, da Khmer, scesi, a partire dal sec. III a. C., nelle pianure del Mekong e del Tonle Sap, fino alle zone costiere. Essi progressivamente assimilarono i Mon, insediati sui rilievi annamiti e che rappresentano il sostrato più antico del Paese, mentre l'esigua minoranza dei Cham, islamizzati e stanziati lungo il corso del Mekong, deriva dalla più antica immigrazione dal Viet Nam, seguita da altre durante il sec. XVII e il periodo coloniale francese. Dal sec. XVIII si ebbero anche apporti di popolazione cinese, dedita – come in molte altre aree – prevalentemente ad attività commerciali. Le recenti e profonde alterazioni subite dalla geografia umana della Cambogia rendono difficoltoso anche valutare la consistenza attuale dei gruppi minoritari: comunque, i cinesi dovrebbero aggirarsi intorno al 6,4% e i vietnamiti (a parte il periodo di occupazione militare) intorno al 3% del totale. Per quanto riguarda la popolazione complessiva, il primo censimento ufficiale (1911) contò 1,6 milioni di ab.; nel 1962, erano quasi quattro volte tanto, sotto la spinta di un movimento naturale particolarmente vivace. La forte pressione demografica indusse, negli anni Sessanta, ad aprire fronti pionieri nelle aree periferiche e di confine, particolarmente a NW, trasferendovi veterani dell'esercito e contadini delle zone a più alta densità, senza tuttavia modificare sostanzialmente la distribuzione della popolazione. Questa, infatti, rimase per la massima parte concentrata nell'area di antico insediamento khmer, ovvero intorno al Tonle Sap e nella bassa valle del Mekong. Negli anni Settanta la caduta della monarchia, le ripercussioni del conflitto vietnamita e, soprattutto, la guerra civile che vide i Khmer rossi occupare, nel 1975, la capitale Phnom Penh (dove si erano ammassate, per il continuo afflusso di profughi, ca. 2 milioni di persone) sconvolsero il quadro antropico del Paese. Le enormi perdite umane e i forzati trasferimenti di massa della popolazione urbana nelle campagne, per essere adibita ai lavori agricoli e alla manutenzione della rete irrigua, resero di fatto incalcolabile la residua consistenza demografica. L'occupazione da parte delle truppe vietnamite (1979) portava a un massiccio esodo verso altri Paesi, principalmente Stati Uniti, Francia e Australia, e avviava un processo di riurbanizzazione che la portò a recuperare, in pochi anni, circa mezzo milione di persone. Frattanto, il censimento del 1981 vedeva la popolazione cambogiana tornare a crescere a un ritmo decisamente elevato. Il trasferimento coatto della maggior parte della popolazione urbana nelle campagne e, in particolare, lo svuotamento forzato della capitale, attuato dal governo khmer, ha, però, privato una rete urbana già molto debole del suo maggiore punto di riferimento. Poiché il naturale processo di inurbamento è stato così drasticamente stroncato sul nascere, il principale movimento della popolazione consiste in spostamenti centrifughi dai centri urbani alle campagne. Circa l'80% di tale popolazione resta insediata nella fitta trama dei villaggi , che conservano il loro carattere tradizionale, con le case su palafitte a difesa dalle inondazioni stagionali, allineate sulle sponde dei fiumi e lungo le vie di comunicazione, di preferenza nelle aree non inondabili, sui rilievi del terreno (phnom). Nonostante il processo di pacificazione avviato in Cambogia a partire dal 1989, e i molteplici sforzi fatti dalla comunità internazionale per aiutare il governo a ricreare condizioni di stabilità politica nel Paese, la situazione non è ancora del tutto normalizzata e i principali indicatori demografici mostrano uno stato di grave arretratezza. La popolazione è in continua crescita ma la speranza di vita alla nascita è piuttosto bassa; l'indice di natalità è alto (22,9‰) e il 30,8% della popolazione ha meno di 15 anni. La densità media della popolazione è poco elevata (88,7 ab./km²), sebbene vi siano aree ad altissima concentrazione, come i distretti comprendenti le zone fertili lungo il Mekong, e province praticamente disabitate come quelle del NE. Oltre la metà della reintegrata popolazione urbana vive a Phnom Penh, città sviluppatasi in epoca coloniale, dato che un urbanesimo nel senso moderno non è mai esistito in Cambogia, dove la città era solo la sede del sovrano e il luogo dei templi, com'è testimoniato da Angkor Wat. Phnom Penh è sorta, come tutti i centri coloniali, in un luogo felice per i commerci con l'esterno: essa comunica infatti con il mare attraverso il corso terminale del Mekong e occupa una posizione centrale rispetto al Paese. Gli altri centri hanno solo funzioni locali, per lo più amministrative e commerciali; rivestono una certa importanza Bătdâmbâng, il principale centro risicolo, Siěm Réab, situata sul Tonle Sap non lontano dall'antico sito di Angkor, e Sihanoukville, nella municipalità di Krong Preah Sihanouk, città portuale e meta del turismo balneare sul golfo del Siam.
Territorio: ambiente
Il clima, complessivamente umido e piovoso, con caratteri che l'avvicinano a quello equatoriale, si rispecchia nella fitta vegetazione forestale che ammanta in particolar modo i Monti Cardamomi, ricchi di essenze pregiate; su vaste aree però la foresta è stata degradata dall'uomo e al suo posto si hanno distese savaniche. Nella depressione, occupata in gran parte dalle risaie, la foresta sopravvive in lembi più o meno estesi lungo i corsi d'acqua. La Cambogia ospita una ricca fauna comprendente elefanti, leopardi, tigri, coccodrilli, serpenti; il Tonle Sap, oltre a essere ricco di pesci, costituisce inoltre l'habitat di diverse specie di uccelli. L'animale simbolo del Paese è il kouprey, un bovide selvatico tipico della regione. Per quanto attiene ai problemi ambientali, le questioni che il Paese si trova a dover affrontare sono diverse: da un lato, la deforestazione, particolarmente incisiva in ragione anche della presenza sul territorio di un patrimonio forestale decisamente cospicuo che fornisce legnami pregiati come il teak; dall'altro, l'inquinamento dovuto all'uso di defolianti, frequente durante la guerra ma anche collegato alle attività di estrazione, specialmente nelle zone al confine con la Thailandia; dall'altro ancora l'avvelenamento delle acque con la conseguente compromissione del patrimonio ittico. La legislazione sull'ambiente ha, tuttavia, stabilito la creazione di aree protette, suddivise in quattro tipologie: parchi nazionali, oasi faunistiche, paesaggi protetti e aree a fini multipli, che assicurano la conservazione di circa un quarto dell'intero territorio cambogiano (21,9%). In Cambogia esistono 8 parchi nazionali: il parco di Bokor, di Botum-Sakor, di Kep, di Kirirom, di Phonm Kulen, di Preah Monivong, di Ream e di Virachey.
Economia: generalità
Poco più di un decennio, dal momento dell'indipendenza al coinvolgimento nella guerra del Viet Nam, durò la speranza del Paese di poter avviare il decollo della propria economia, tradizionalmente basata su un'agricoltura di pura sussistenza (in particolare sulla risicoltura). Nell'ambito di un particolare socialismo cambogiano che, senza dimenticare la realtà nazionale, intendeva adottare delle esperienze progressiste, associando l'attività pubblica a quella privata, furono realizzati vari importanti interventi economici, tra cui la creazione del porto di Sihanoukville, sul golfo del Siam, l'ampliamento della rete delle comunicazioni stradali e ferroviarie, la nascita delle prime industrie, il potenziamento delle produzioni agricole da avviare all'esportazione, specie dell'Hevea (o albero della gomma), introdotta dai francesi in razionali piantagioni. Coinvolta successivamente, come tutta l'Indocina, nella guerra del Viet Nam, la Cambogia è forse il Paese che più ha risentito del lungo e durissimo conflitto. Infatti, a partire dal 1970, non solo furono arrestati i pur modesti processi di modernizzazione delle strutture economiche, ma ogni apparato produttivo venne praticamente distrutto. Quando salì al potere Pol Pot, l'economia era in uno stato di totale rovina; ma tragicamente per il Paese i tre anni del nuovo regime non furono meno disastrosi dei precedenti. Una radicale rottura con il passato caratterizzò il nuovo corso della vita economica del Paese, impostata su concezioni ideologiche di totale autarchia. Nazionalizzazione di tutti i settori produttivi e collettivizzazione dell'agricoltura, priorità assoluta al raggiungimento dell'autosufficienza alimentare, da conseguirsi adibendo l'intera popolazione all'attività dei campi con vere e proprie deportazioni e lavori forzati (e quindi con lo spopolamento delle città, specie di Phnom Penh); abolizione della stessa moneta sostituita con l'antico baratto, scarsi incentivi all'industria e soppressione pressoché totale degli scambi con l'estero furono i punti più salienti della politica economica instaurata da Pol Pot. Malgrado le altissime perdite umane (2 o 3 milioni di morti per un piccolo Paese di appena 8 milioni di ab.), non si riuscì nemmeno a ridurre il deficit alimentare; comunque la successiva occupazione da parte dell'esercito vietnamita vanificò quanto era stato realizzato, anche se a prezzo di durissimi lavori forzati (per esempio le infrastrutture idriche, di vitale importanza per il Paese). Si verificarono colossali spostamenti territoriali di contadini che cercavano di ritornare alle terre d'origine e ritrovare i loro familiari, ma ciò in pratica comportò a lungo la sospensione di ogni attività agricola. Tuttavia una certa normalizzazione prese finalmente ad avviarsi, attraverso una parziale modernizzazione dell'agricoltura e una ripresa dell'industria. Alla fine del 1979 era già operativa una cinquantina di piccoli complessi industriali; sempre nel 1979 furono riaperti al traffico con l'estero il porto di Sihanoukville e l'aeroporto di Phnom Penh, furono riattivati i sistemi postali, telefonici e telegrafici, nonché il principale tronco ferroviario, tra Phnom Penh e Sihanoukville; nel marzo del 1980 fu introdotta la moneta. Nel corso degli anni Ottanta il governo filovietnamita riuscì a suscitare una debole ripresa, legata però soprattutto agli aiuti sovietici. Al venire meno di questi sussidi l'economia ripiombò in una profonda crisi: nel 1991 il reddito, pur essendo lievemente risalito rispetto agli anni precedenti, restava il più basso del mondo. Negli anni Novanta l'economia del Paese risentiva ancora del lungo periodo di guerra civile e di disordini, nonché della crisi che nel 1997 colpiva la penisola indocinese, ma qualcosa iniziava a muoversi in senso positivo, come per esempio la travagliata ammissione all'ASEAN (l'Associazione regionale dei Paesi del Sud-Est asiatico) che, siglata nel 1997 e poi congelata, aveva il definitivo via libera il 30 aprile 1999 e, successivamente, l'ingresso nel WTO ratificato nel 2004. Gli aiuti internazionali costituiscono una voce rilevante nell'economia cambogiana così come i finanziamenti della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, erogati in cambio della promessa da parte del governo di combattere la corruzione, di rispettare maggiormente i diritti dell'uomo, di lottare contro la deforestazione indiscriminata e di procedere alla riduzione delle forze militari. Tuttavia i governi che si sono succeduti hanno faticato a far fronte a questi impegni: nel 2006 la Banca Mondiale ha nuovamente sospeso alcuni progetti a causa dell'evidente dilagare della corruzione, che compromette anche la competitività e gli investimenti esteri. Il PNL registrato, nel 2018 è stato di 22.915 ml $ USA, mentre il rapporto PIL pro capite, tra i più bassi di tutto il continente, ammontava a 1059 $ USA.
Economia: agricoltura, allevamento e pesca
L'agricoltura praticata da sempre e sfruttata nei decenni del secolo scorso come mezzo per raggiungere l'autosufficienza alimentare, rimane la tradizionale risorsa del Paese. Il prodotto fondamentale è il riso, seguito da manioca, mais, banane, canna da zucchero, soia, noci di cocco e arance. Le risaie coprono ca. il 50% dell'arativo; si trovano nelle aree inondabili interessate dal Mekong e in genere, proprio perché la pratica colturale è basata sull'inondazione, si ha un solo raccolto annuo. Nelle stagioni secche i campi vengono sfruttati per altre colture. L'Hevea (caucciù) si coltiva invece sugli altopiani basaltici sudorientali. Attività non trascurabile è anche l'allevamento, specie quello dei suini e dei bovini, anche se maggior rilievo hanno l'avicoltura, seriamente compromessa nei primi anni del sec. XXI dalla diffusione dell'influenza aviaria e la pesca, sia nel Mekong sia nel Tonle Sap. Molto sfruttate sono anche le risorse forestali; tuttavia, data l'intensificazione di questa pratica, il governo cambogiano si è visto costretto a imporre, dal 1° gennaio 1995, uno speciale permesso per abbattere alberi, nonostante il legname rappresenti una delle principali voci dell'export.
Economia: industria e risorse minerarie
Le industrie e le infrastrutture della Cambogia hanno subito pesanti distruzioni nel corso degli eventi degli anni Settanta del Novecento. Alla fine degli anni Novanta il settore manifatturiero era in lenta ripresa, e beneficiava del processo di rilocalizzazione internazionale di impianti moderni a basso valore aggiunto, che trovavano nella manodopera cambogiana un elemento di competitività. A partire dal 2005, di fronte alla concorrenza di altri Paesi asiatici in questo settore, la Cambogia ha avviato, soprattutto su richiesta dei compratori stranieri, una politica di miglioramento delle condizioni del lavoro, sebbene queste rimangano ancora carenti. Lo sviluppo dell'industria cambogiana è ostacolata anche dalla difficoltà nello sfruttamento delle risorse minerarie ed energetiche: né la produzione di energia idroelettrica nelle regioni del NE né l'esplorazione dei depositi di petrolio e gas naturale scoperti nei primi anni del 2000 nelle acque territoriali sono adeguatamente sviluppati, anche a causa dell'opposizione dei Paesi confinanti. Tra le industrie si annoverano impianti chimici, meccanici (montaggio di autoveicoli) e tessili, un cementificio, alcuni tabacchifici e birrifici, uno stabilimento di pneumatici, delle cartiere, impianti per la lavorazione del riso e del pesce, una raffineria di petrolio. Sul fiume Se San è attiva una centrale idroelettrica. Con capitali cinesi, a Sihanoukville è stata creata una zona economica speciale (industrie tessili, meccaniche, del legno).
Economia: commercio, comunicazioni e turismo
Il terziario è in crescita, grazie al turismo culturale (meta di punta è il sito di Angkor) e all'ecoturismo. Al sistema finanziario tradizionale, poco sviluppato, si è affiancato il microcredito. L'investimento di capitali stranieri, soprattutto thailandesi, ha carattere prevalentemente speculativo. Quanto alle comunicazioni, il Mekong è la grande via dei traffici interni, data anche la precarietà delle strade e delle ferrovie; principale sbocco marittimo è Sihanoukville. Phnom Penh ospita invece il maggiore porto fluviale e l'aeroporto; altri scali aerei si trovano a Siěm Réab, Bătdâmbâng, Kâmpóng Cham, Kâmpôt e Krâchéh. Assai modesti sono gli scambi, sia interni sia esteri; questi ultimi riguardano l'importazione di vari prodotti industriali, specie chimici, tessili e meccanici e l'esportazione di riso, caucciù, soia, mais, sesamo, pesce, vestiario e legname. I traffici commerciali avvengono soprattutto con altri Paesi asiatici (Cina, Hong Kong, Thailandia, Taiwan); le esportazioni sono dirette invece verso Stati Uniti e Unione Europea, in particolare Germania e Regno Unito. In forte crescita l’apporto del turismo (5,6 milioni di arrivi nel 2017), soprattutto dalla Cina, che alimenta attività edilizie principalmente sulla costa meridionale.
Storia
Dal sec. I al VI dell'era cristiana la Cambogia, il cui nome significa “figli di Kambu”, un mitico eremita, fece parte di un grande Stato, ricordato dai Cinesi come Fu-nan, di cui si sa ben poco e a cui succedette, nel corso del sec. VI, il Regno di Chen-la (la terra dei Kambuja). Dalla fine del sec. IX alla metà del XV si svolse il periodo di Angkor, così chiamato dal nome della capitale. A partire dal 1350 presero un andamento continuo le guerre con i vicini, già iniziate in precedenza, e specialmente con il Siam. Nel 1430 il re di Ayutthaya conquistò Angkor; le lotte con il Siam a nord e il Viet Nam a sud durarono, con varie perdite e riconquiste di territori da parte della Cambogia, fino al 1860 ca., complicate nei sec. XVI-XVII da ingerenze portoghesi e olandesi. Nel 1864, sollecitata dal re Norodom, la Francia stabilì il suo protettorato sulla Cambogia e nel 1887 la incorporò nell'Union Indochinoise. Verso il 1930 ebbero inizio rivendicazioni nazionalistiche; nel 1941 il Giappone, approfittando dell'impossibilità della Francia a intervenire, costrinse la Cambogia a restituire alcune province alla Thailandia. L'indipendenza fu proclamata una prima volta il 12 marzo 1945 dal re Norodom Sihanouk, ma la Francia restaurò nell'agosto il regime coloniale e l'effettiva indipendenza fu possibile solo nel 1953. Nel 1955 Norodom Sihanouk abdicò in favore del padre e formò il partito Sangkum che alle successive elezioni ebbe tutti i seggi. Da allora fino al 1970 Sihanouk è stato sempre la guida politica della Cambogia, divenendo anche, alla morte del padre, effettivo capo dello Stato, pur senza assumere il titolo di re. Assertore della neutralità e del mantenimento dell'integrità territoriale del Paese, conservò buoni rapporti con gli USA fino al 1962 (Conferenza di Ginevra sul Laos) e allacciò poi stretti rapporti con la Cina Popolare, convinto di una sua egemonia nell'Asia di SE. Nel marzo 1970, in seguito a un colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti, Norodom Sihanouk venne cacciato dalla Cambogia e il 9 ottobre il Paese assunse l'assetto repubblicano. Dall'esilio in Cina, Sihanouk organizzò un proprio governo, si legò ai Khmer rossi, una volta suoi oppositori, con i quali riuscì, dopo un'aspra guerra civile, a provocare, nel 1975, la fuga dal Paese del presidente Lon Nol (1º aprile) e a ridurre alla resa i filoamericani assediati a Phnom Penh. Il 14 dicembre 1975 venne proclamato lo Stato democratico di Cambogia e Sihanouk tenne il potere fino all'entrata in vigore della nuova Costituzione (5 gennaio 1976) e alle elezioni generali di marzo, in seguito alle quali fu eletto capo dello Stato Khieu Samphan, leader moderato dei Khmer rossi, mentre la carica di primo ministro venne assunta dal feroce Pol Pot. Assunta la denominazione di “Cambogia Democratica”, il Paese, governato da Pol Pot, fra il 1977 e il 1978 fu più volte coinvolto in conflitti con il Viet Nam, mentre cominciarono a diffondersi notizie circa il regime di terrore instaurato dai Khmer rossi. Nelle zone di frontiera tra Cambogia e Viet Nam si formò un movimento antigovernativo, il Fronte Unito Nazionale per la Salvezza della Kampuchéa (FUNSK), che trovò, proprio a causa della spietatezza del governo di Pol Pot, appoggio nella popolazione. In questa situazione sempre al limite della guerra civile, si inserirono le potenze internazionali interessate al controllo della zona. Nel gennaio 1979 truppe vietnamite, intervenute in appoggio al FUNSK, occuparono la capitale della Cambogia: la Cina, con cui il governo di Pol Pot aveva intrattenuto buone relazioni, accusò l'Unione Sovietica di essere dietro le quinte e di aver progettato l'occupazione del Paese; il governo legittimo si ritirò. L'11 gennaio 1979 veniva proclamata dal FUNSK la Repubblica popolare di Cambogia; gli scontri continuarono però tra FUNSK e Vietnamiti da un lato e Khmer dall'altro, mentre Unione Sovietica e Cina sostenevano nelle varie iniziative diplomatiche internazionali le opposte fazioni. Costretto a lasciare la Cambogia in seguito all'occupazione vietnamita, il principe Sihanouk fondò intanto un nuovo governo in esilio, alleandosi con le forze antivietnamite, tra cui i Khmer rossi. Nel luglio 1979 Pol Pot fu condannato a morte in contumacia, assurgendo quindi alla carica di presidente della Repubblica il filovietnamita Heng Samrin, divenuto nel 1981 anche segretario generale del Partito popolare Rivoluzionario. Assunto il nome di Repubblica popolare di Kampuchéa (1981) il Paese adottò, attraverso l'Assemblea nazionale contestualmente istituita, una nuova Costituzione. Per tutti gli anni Ottanta, nonostante ripetuti incontri fra le parti, i Khmer rossi, i seguaci del principe Sihanouk e i nazionalisti di Son Sann continuarono le operazioni di guerriglia contro le autorità di Phnom Penh. Nell'aprile 1989 venne emendata la Costituzione, si introdusse la denominazione di “Stato della Cambogia” e si proclamò di nuovo il buddhismo religione nazionale. Nello stesso periodo i Khmer rossi, approfittando del ritiro progressivo delle truppe vietnamite (completato nel settembre 1989), lanciarono una forte offensiva. Nel 1990 l'ONU elaborò un piano di pace accolto positivamente dalle parti, che istituivano un Consiglio supremo nazionale alla cui presidenza fu eletto (luglio 1991) il principe Sihanouk. Dopo ripetute interruzioni dei negoziati, si giungeva all'accordo di pace sottoscritto a Parigi (ottobre 1991) dai leaders delle quattro fazioni rivali. Si avviava così una fase di transizione sotto la diretta tutela dell'ONU, ma i Khmer rossi si opponevano (giugno 1992) allo schieramento delle forze dell'Autorità provvisoria dell'ONU per la Cambogia (APRONUC-UNTAC) e, incuranti delle sanzioni del Consiglio di Sicurezza, riprendevano a combattere. Ciò comunque non impediva che la scadenza elettorale fissata dal piano di pace firmato a Parigi fosse rispettata e, alla fine del maggio 1993, i Cambogiani erano chiamati alle urne. Nonostante il sanguinoso boicottaggio dei Khmer rossi, il 90% partecipava alle elezioni per l'Assemblea costituente, vinte dal partito di Sihanouk (FUNCIPEC) che si aggiudicava 58 seggi contro i 51 dei comunisti del PPC e i 10 del nazionalista Son Sann. Il mese successivo Sihanouk veniva proclamato capo dello Stato e si formava un governo di coalizione tra il FUNCIPEC e il PPC. La nuova Costituzione, varata il 21 settembre 1993, sanciva il ritorno alla monarchia fissando criteri garantisti per le deliberazioni legislative (maggioranza dei 2/3). Il governo veniva affidato al principe Norodom Ranarridh (FUNCINPEC), figlio di Sihanouk, che otteneva la carica di “primo primo ministro” affiancato da Hu Sen (PPC) come “secondo primo ministro”. Il successivo ritiro delle forze dell'ONU, portato a termine nel novembre 1993, rendeva ancora più fragile la giovane democrazia cambogiana su cui continuava a incombere la minaccia della guerriglia khmer, foriera per di più di divisioni tra il re (contrario) e il Parlamento deciso a condannare i Khmer rossi e Pol Pot. Più in generale lo stato d'instabilità generava non poche contraddizioni all'interno della compagine governativa, contraddizioni aggravate, nel 1997, dalla cattura di Pol Pot, morto poi prigioniero nel 1998, da parte di Khieu Samphan, il leader dei Khmer rossi ed ex braccio destro del dittatore. Paradossalmente, proprio la cattura di Pol Pot faceva esplodere apertamente la crisi tra il FUNCIPEC di Norodom Ranariddh e il PPC di Hu Sen, che il 5 luglio del 1997 con un golpe destituiva il rivale, sostituendolo con Ung Huot. Allo stesso tempo nel Nord del Paese si sviluppava una guerra civile tra le forze governative e i militare fedeli a Ranariddh, sostenuti dalla Thailandia. Nel febbraio del 1998 Hu Sen, spinto dalle pressioni internazionali, accettava un piano di pace e il ritorno dall'esilio di Ranariddh, in cambio del “cessate il fuoco” da parte delle truppe del FUNCIPEC. Indette le elezioni politiche per il luglio 1998, Hu Sen conquistava la maggioranza dei seggi, ma i risultati erano contestati da tutti i partiti in lizza e innescavano un'ampia protesta nel Paese. Avviati, quindi, negoziati si giungeva nel settembre dello stesso anno a un accordo per la formazione di un governo di coalizione tra Hu Sen e Ranariddh. Nel 1999 la Cambogia diveniva membro dell'ASEAN. Le elezioni politiche del 2003 attribuivano, con un'ampia maggioranza, la vittoria al partito di Hu Sen, il CPP (Partito Popolare cambogiano) tuttavia i conflitti tra le due formazioni politiche continuavano fino al luglio 2004, quando il Partito popolare e il FUNCIPEC raggiungevano un nuovo accordo per un governo di coalizione. In settembre il Parlamento ratificava l'entrata del Paese nel WTO, decisa nel 2003 alla conferenza di Cancùn. Nel ottobre 2004 il re Sihanouk, 81 anni, decideva di abdicare. Gli succedeva sul trono il figlio Norodom Sihamoni. Nel luglio 2008 si sono svolte nuove elezioni politiche vinte dal CPP e veniva riconfermato il premier Hu Sen. Nel 2009 iniziava il processo a Kaing Guek Eav detto Duch, ex direttore del principale carcere dei Khmer rossi, condannato nel 2012 all'ergastolo. Dispute di confine con la Thailandia hanno causato reiterati scontri armati che si sono inaspriti nel 2011 e seguiti da un accordo di tregua. Nelle classifiche redatte da Transaparency International, la Cambogia negli ultimi anni si è posizionata 156° nel 2015 e nel 2016 su 176 Stati. In accordo con questa lista, nel 2008 la Cambogia risulta uno dei paesi più corrotti del Sud-Est asiatico.
Cultura: generalità
La storia culturale della Cambogia affonda le proprie radici nei dettami di due delle grandi religioni nate e diffusesi in Asia, l'induismo e il buddhismo, sovrappostesi, in molti casi, alle pratiche animiste preesistenti e diffuse in Indocina; su questo substrato si inserirono poi elementi della cultura sanscrita, contribuendo a definire i caratteri dello stile khmer, risultato di una combinazione a metà tra il sacro e il pagano. Effetti e opere di tale processo si palesarono nella letteratura, nella scultura e nella danza, le forme d'arte più comuni e frequentate in Cambogia. Lungo il Medioevo e l'era moderna altre influenze contribuirono poi a precisare tradizioni e produzioni del Paese: in particolare, grazie a scambi commerciali e flussi demografici, penetrarono influssi delle culture cinese, thai, giavanese. Una consistente parte del patrimonio artistico-culturale cambogiano è stato eliminato o danneggiato durante il regime di Pol Pot e negli anni successivi segnati dalla guerra civile (dalla seconda metà degli anni Settanta fino all'inizio degli anni Novanta del Novecento), in quanto espressione di tradizioni e valori storici, rifiutati dall'ideologia dei Khmer rossi. Dal 1991 la tutela delle opere e la pratica delle arti hanno però ripreso vita, essenzialmente grazie a musicisti, scultori, scrittori e ballerini, in qualche modo sopravvissuti agli stermini e rientrati in patria, dove hanno potuto riprendere le proprie attività. Tra questi una nuova generazione di artisti sta tentando, soprattutto nelle arti figurative, di dare vita a forme e linguaggi ibridi, che coniugano “memorie ancestrali” e suggestioni contemporanee, mutuate, spesso, dall'Occidente. Un'arte khmer moderna, in sostanza, che esplora il nuovo anche nelle tecniche (fotografia, collages) e nei materiali (metalli, argilla). Fra gli esponenti più apprezzati Phy Chan Than (n. 1962) e Chhan Dina. A suggellare la “nuova partenza” del Paese post-regime, nel 1992 l'UNESCO ha inserito nella lista del Patrimonio dell'Umanità il sito di Angkor, città fortificata e simbolo della civiltà khmer, sfuggita alla distruzione. Gli altri siti dichiarati patrimonio dall'UNESCO sono il Tempio di Preah Vihear (2008) e il tempio di Sambor Prei Kuk (2017). Gli effetti dell'opera di annientamento culturale del dominio di Pol Pot colpirono anche il sistema dell'istruzione. L'università più antica del Paese, la Royal School of Arts di Phnom Penh, fondata nel 1918 e trasformata in Royal University of Fine Arts nel 1965, fu chiusa e poté riprendere i propri corsi (tra cui danza, musica, recitazione e belle arti) solo a partire dal 1980. Oltre allo storico istituto, nella capitale hanno sede il Palazzo Reale, il Museo del Genocidio, la Pagoda d'Argento. Il passato recente ha visto la Cambogia ottenere riconoscimenti anche in campo cinematografico. Nel 1985 Haing Ngor (1940-1996) ha ottenuto un Oscar come ‘miglior attore non protagonista' nel film Urla del silenzio. Nel 1994 il regista Rithy Panh (n. 1964) ha presentato a Cannes Neak sre (“Gente della risaia”), primo film cambogiano ospitato al festival francese, e nel 2003 ha stupito pubblico e critica con S21: The Khmer Rouge Death Machine (“S21: la macchina della morte di khmer rossi”). Nel 2013 il suo documentario The missing picture ha vinto il premio Un certain regard al Festival di Cannes 2013. Con lo stesso film Rithy Panh ha ottenuto una nomination ai Premi Oscar 2014 nella categoria “miglior film straniero”, primo film cambogiano ad ottenere una nomination allʼOscar.
Cultura: tradizioni
Le manifestazioni folcloristiche, in diversi Paesi dell'Asia, sono legate in maniera indissolubile con l'arte della recitazione, della danza, della cucina, in ragione di una dimensione di vita legata, più che altrove, a costumi ereditati dal passato e serbati intatti. Una sintesi perfetta della antiche tradizioni khmer è magnificamente testimoniata per esempio da quelle danzatrici celesti che ornano i bassorilievi dei templi di arenaria della città di Angkor e che insieme alle colonne, ai demoni, alle scalinate segnano un percorso inciso nella pietra che unisce natura e scultura, passato e presente. In Cambogia, feste nazionali e celebrazioni private accolgono allo stesso modo coreografie, musiche, piatti e cerimoniali di forte intensità e delicatezza, riscoperti in modo particolare dopo la rinascita di gran parte delle tradizioni bandite durante la dittatura dei Khmer rossi. La cucina cambogiana, in linea con gli altri aspetti della storia del Paese caratterizzati dalla commistione di influenze diverse, accoglie ascendenze dal variegato panorama dell'Estremo Oriente: vi si ritrovano dunque tratti della gastronomia vietnamita, cinese, thailandese, ma anche ingredienti e piatti di tradizione francese. La particolarità è sicuramente il pesce d'acqua dolce, consumato in quantità, con zuppe e riso. Molti tra i piatti tipici utilizzano il cocco, e non mancano specialità più particolari, come grilli e rane.
Cultura: letteratura
La precoce introduzione del brahmanesimo e della cultura sanscrita indiana favorì lo sviluppo di un'ingente produzione epigrafica sin dai primi secoli dell'era volgare. L'epigrafia assunse un'importanza cospicua nel Paese e, fra una letteratura quasi tutta anonima e ancora difficilmente databile, i testi epigrafici di celebrazione storica e religiosa sono gli unici che consentono di ricostruire anche la storia della lingua khmer o cambogiana, usata correntemente nelle iscrizioni dal sec. VII d. C. I generi letterari posteriori si incentrarono su una produzione di carattere epico o pedagogico in forma poetica, di cui rimangono esempi di Chbâp Kram (Codice di morale), il Chbâp Pros (Etica dei fanciulli) e il Chbâp Srei (Etica delle fanciulle), quest'ultimo attribuito al re Ang Duong. Di tono ancora più edificante i drammi in versi ispirati ai cinquanta jātaka, al Pañcatantra o alle leggende del ciclo epico di Rāma. Di vivace freschezza è la poesia d'amore, di una certa originalità sono l'apologo e il racconto fiabesco e d'avventure. Con la dominazione coloniale, la letteratura cambogiana si è accostata alla cultura europea, specie francese. La riacquistata indipendenza ha segnato la rinascita di una letteratura nazionale. Nei decenni che hanno preceduto l'avvento al potere di Pol Pot, in Cambogia sono stati pubblicati centinaia di romanzi, di genere storico, sentimentale e giallo, anche grazie alla nascita, nel 1956, dell'Associazione Scrittori Khmer. La parentesi dittatoriale ha soffocato molte delle voci letterarie e artistiche, ma è stato poi argomento al centro di una serie di opere contemporanee o successive (spesso pubblicate all'estero, nei nuovi Paesi di residenza degli artisti), come The Killing Fields (I campi della morte) di Dith Pran (n. 1942), da cui è stato tratto il film Urla del silenzio, vincitore di tre Oscar. Anche la campagna governativa degli anni Ottanta contro l'analfabetismo ha favorito la circolazione di opere letterarie, sebbene i pochi fondi a disposizione non permettessero di stampare e pubblicare molti testi: numerosi sono stati infatti i romanzi che hanno iniziato a trovare posto nelle strisce quotidiane di alcune testate giornalistiche. La riapertura dell'Istituto Buddista ha ulteriormente contribuito alla ristampa di molti testi tradizionali. Le nuove generazioni di scrittori e poeti cambogiani, di cui solo una parte riesce a vivere con i proventi della propria attività, vengono incoraggiati con Premi e Festival promossi dal governo: fra gli autori più letti Ouch Vutha, Uom Niroth, Sok Sothon, Yem Samna. Lontano da librerie e case editrici anche la tradizione orale delle minoranze etniche riesce a sopravvivere: in remoti villaggi di provincia, i racconti degli anziani mantengono vivi poemi epici, leggende e proverbi di origine antichissima.
Cultura: arte
Posto tra il Viet Nam, il Laos e la Thailandia, lo Stato indianizzato della Cambogia assume importanza nel periodo maturo dell'arte del Fu-nan, nella prima metà del sec. VI, a seguito dell'espansione del Regno del Chen-la, sviluppatosi contemporaneamente a quello di Cambogia nelle terre alte della media Indocina. Dalla fusione di queste due civiltà artistiche maturerà l'arte khmer di Angkor. Nelle testimonianze dell'arte funanese del sec. VI, accanto alla produzione locale, ispirata a modelli dell'arte indiana dei Gupta (specie nella documentazione architettonica di Oc-Eo e nei reperti di statuaria buddhistica e brahmanica), si riscontrano legami extrasiatici, confermati da esempi di medaglistica e di glittica di origine romana (sec. II). Determinante per lo sviluppo del futuro stile della statuaria khmer fu l'emancipazione raggiunta dalla scultura fiorita nella bassa valle del Mekong mediante la fusione delle estetiche indiane del Fu-nan e del Chen-la, la terra dei Kambuja, gli antichi Khmer, la cui arte si sviluppa, proprio nel sec. VI, dallo stile cosiddetto preangkoriano (sec. VI-IX) a quello angkoriano che giunge fino al sec. XV.
Cultura: musica
La cultura musicale cambogiana, nonostante il forte influsso della civiltà indiana sui popoli khmer, denuncia scarsi prestiti dalla musica dell'India, mentre rilevante appare, dai non molti documenti sinora studiati, l'affinità con modi e forme della tradizione cinese. Nell'ambito delle scale, le più diffuse sono quelle a base pentafonica (con varianti esafoniche ed eptafoniche) e anche per quanto concerne gli strumenti molti sono varianti di modelli cinesi. Diverse ricerche hanno dimostrato la vasta diffusione nell'intero Paese di un ricco repertorio di canti folcloristici, molti dei quali, assai antichi, mostrano una struttura tetracordale. Tuttavia l'elemento più importante della tradizione musicale cambogiana è costituito dalla musica strumentale. Si conoscono 21 tipi di strumenti: 2 varietà di xilofoni; un carillon con 21 piatti di bronzo; 2 carillon di gong accordati a distanza di un'ottava l'uno dall'altro; 3 liuti a pizzico e 3 liuti ad arco; un salterio a corde percosse con risonatore costituito da una zucca; oboe, flauto, cimbali, 4 tipi di tamburo e sonagli di legno. Questi strumenti (a esclusione del salterio) entrano nella composizione delle orchestre di corte. Ne esistono due varietà, una maschile e una femminile. Il panorama odierno della musica cambogiana si è ampliato grazie alle influenze occidentali, penetrate a partire dal dominio coloniale francese. Se lo studio e la produzione di musica classica, come le opere teatrali, hanno trovato terreno fertile, sono ancora a uno stadio piuttosto embrionale invece la musica da camera e orchestrale: solo nel 2002 si è formato il primo ensemble nazionale, il Chaktomuk Consort, composto da quattro elementi e autore di esibizioni anche all'estero. La musica popolare si è evoluta accogliendo elementi “stranieri” e adattandoli agli impianti melodici e armonici della tradizione khmer (per esempio liriche francesi con testi khmer). Intorno agli anni Sessanta del Novecento uno dei più apprezzati cantautori, oltre che regista e coreografo, fu lo stesso re Norodom Sihanouk (n. 1922), ma la vera stella della musica cambogiana fu Sin Sisamouth (1932-1975), definito il “re della musica khmer”. Spesso in coppia con le cantanti Ros Sereysothear e Pan Ron, Sisamouth scrisse anche molte colonne sonore per film. Nel periodo più recente, dopo la caduta del regime di Pol Pot, i cantanti più apprezzati sono stati Preab Sovath e Hem Sivorn, mentre anche il panorama rock e rap ha espresso rappresentanti di successo come la rock band MKS e DJ Sdei.
Cultura: danza
Fino al principio degli anni Settanta del Novecento questo secolo fioriva a Phnom Penh, presso il palazzo reale, l'antica tradizione coreo-drammatica khmer, influenzata da quella indiana e da quella thailandese e ricca di una propria raffinata grammatica di gesti simbolici. Con l'avvento al potere del regime di Pol Pot la Compagnia Nazionale fu smembrata e la maggior parte dei suoi membri deportati e uccisi. Anche la ricchissima documentazione scritta delle musiche e delle danze, nonché l'immenso patrimonio di costumi preziosi e scenografie furono interamente distrutti. A partire dal 1981 una danzatrice sopravvissuta, Chea Samy (1919-1994), ha ripreso l'insegnamento e ricostituito la compagnia, ricostruendo a memoria gran parte delle danze e dei costumi antichi e permettendo alla Compagnia Nazionale di balletto di tornare a esibirsi in patria e all'estero.
Bibliografia
Per la geografia
D. J. Steinberg, Cambodia: Its People, Its Society, Its Culture, New Haven, 1959; R. Tooze, Cambodia: Land of Contrast, New York, 1962; Khiou-Bonthonn, Le climat du Cambodge, Parigi, 1965; P. Hugon, Problèmes d’Industrialisation au Cambodge, Parigi, 1966; M. Vickery, Cambodia 1972-1982, North Sidney, 1984; Autori Vari, Das Bild unserer Welt, Stoccarda-Monaco, 1989.
Per la storia
G. Coedès, Cambogia, in Le civiltà dell’Oriente, vol. I, Roma, 1965; G. Hildebrand, Cambodia: Starvation and Revolution, New York, 1976; Autori Vari, Cina, Vietnam, Cambogia: all’origine dei conflitti, Milano, 1979; A. Forest, La Cambodge et la colonisation française: histoire d’une colonisation sans heurts (1897-1920), Parigi, 1980; S. R. Heden, Kampuchean Occupation and Resistence, Bangkok, 1980; W. Ashmoneit, Kampuchea: sozialhistorische Bibliographie zu Kampuchea vor den Vorgeschichte bis 1954, Münster, 1981; W. Ashmoneit, R. Werning (a cura di), Kampuchea: Lesebuch zur Geschichte, Gesellschaft, Politik, Münster, 1981; C. Quiminal, Le Kampuchea. Vietnam-Cambodge: guerres et indépendances, Parigi, 1982; K. Kiljunen (a cura di), Kampuchea: Decade of the Genocide, Londra, 1984; C. Scalabrino, Cambodge: histoire et enjeux 1945-1985, Parigi, 1985; G. P. Ramachandra, Kampuchea: an Artificial Problem in International Relations, Calcutta, 1986; M. Vickery, Kampuchea: Politics, Economy and Society, Londra, 1986; S. Basu, Kampuchea as a Factor in the Sino-Soviet Conflict 1975-1984, Calcutta, 1987.
Per la lingua
J. M. Jacob, Introduction to Cambodian, Londra, 1968; idem, A Concise Cambodian-English Dictionary, Oxford, 1974.
Per la letteratura e il teatro
G. Coedès, Inscriptions du Cambodge, 6 voll., I-II, Hanoi, 1937-42; voll. III-VI, Parigi, 1951-54; P. Bitard, La merveilleuse histoire de Thmenh Chey l’astucieux, Saigon, 1956; G. Coedès, Letteratura della Cambogia, in Le Civiltà dell’Oriente, vol. II, Roma, 1957; S. Thierry, La letteratura cambogiana, in Storia delle Letterature d’Oriente, vol. III, Milano, 1969; A. Bausani, Le letterature del Sud-Est asiatico, Milano, 1970.
Per l’arte
H. Parmentier, L’Art Khmer primitif, Parigi, 1927; G. Coedès, Arte e Archeologia dell’Indocina, in Le Civiltà dell’Oriente, vol. IV, Roma, 1962; S. Ciuffi (a cura di), Antiche civiltà dell’Indocina e dell’Indonesia, Firenze, 1975.
Per la musica
Autori Vari, New Oxford History of Music - I. Ancient and Oriental Music (a cura di E. Wellesz), Londra, 1957 (trad. it., Milano, 1962).