Angkor
IndiceStoria
Centro archeologico della Cambogianordoccidentale, 6 km a N di Siem Reap, primo sito del Paese a essere inserito nella lista dei luoghi patrimonio dellʼumanità dellʼUNESCO nel 1992. Fondata nell'889 da Yashovarman I (889-900), la città diede successivamente il nome al periodo aureo dell'Impero khmer, compreso tra l'unificazione del Paese sotto il re Jayavarman II (802-50) e la conquista da parte dei Siamesi di Ayutthaya nel 1431. Il Regno di Angkor estese il suo dominio, soprattutto per opera di Indravarman I (877-89), fino a occupare buona parte della penisola indocinese, e raggiunse la massima espansione territoriale durante il regno di due sovrani di una nuova dinastia khmer, Suryavarman II (1113-50) e Jayavarman VII (1181-1218); quest'ultimo diede alla capitale, più volte distrutta e ricostruita, la sua attuale configurazione, dopo la distruzione da parte dei Cham (1177). I sovrani di Angkor regnavano in modo assoluto, coadiuvati da un'oligarchia di principi e di nobili che ricoprivano le principali cariche burocratiche; i religiosi, bramini di origine o di formazione indiana, erano i depositari della cultura; il popolo era diviso in un rigido sistema di corporazioni o varna e i contadini e gli schiavi erano obbligati a numerose corvées controllate da piccoli funzionari. Le religioni professate erano il sivaismo, il visnuismo e in misura minore il buddhismo, del Grande e più tardi del Piccolo Veicolo. Il culto ufficiale era quello del Devarāja, che incarnava il principio permanente della regalità. Nei periodi di maggiore splendore i re di Angkor si fecero promotori di grandi progetti di irrigazione e di bonifica che permisero un crescente aumento della popolazione e della prosperità dell'Impero khmer. Negli ultimi due secoli del Regno di Angkor, pur splendidi dal punto di vista artistico, ebbe luogo un lento processo di decadenza dello Stato, turbato da rivolte popolari, dalle invasioni dei Mongoli e dalla discesa verso sud delle popolazioni Tai che, fondato un loro regno ad Ayutthaya, riuscirono a conquistare Angkor nel 1430.
Angkor. L'Angkor Vat, il più imponente santuario dell'arte khmer (sec. XII).
De Agostini Picture Library/C. Sappa
Angkor. Il viale dell'Angkor Vat.
De Agostini Picture Library/C.Sappa
Arte
L'origine e la continuità delle tradizioni culturali della capitale degli Khmer (sec. IX-XIII) affondano le radici nel culto religioso del Devarāja e nelle credenze cosmologiche. Espressione assoluta del potere divinizzato, Angkor appare già annunciata anche nella sua visione urbanistica e simbolica di città come concezione dell'Universo nella pianta quadrata di Yashodharapura, che fu la prima Angkor progettata dal re Yashovarman I. Ancor prima, sulla medesima area, Indravarman I aveva fondato l'antica Hariharalaya con la prima “montagna celeste” artificiale (il Bakong), a forma di piramide a cinque piani, coronata da santuario centrale. Nella sede definitiva sul medio corso del MekongAngkor è concepita come spazio cosmologicamente definibile attraverso un'organica disposizione di altri spazi chiaramente precisati dal supremo principio di assialità, rispondente alle esigenze funzionali del rituale religioso. Al centro, il tempio-montagna, affermazione del potere divino del sovrano. Il monumento principe della prima Angkor fu il Phnom Bakheng, per il quale fu trasformata una collina in un tempio a cinque torri, esempio fondamentale di tutta l'architettura khmer. L'amplificazione della pianta centrale e assiale del tempio indù comportò un disegno urbanistico di grandiosa concezione. Per dare inizio alla fioritura architettonica fu necessario progettare vaste e complesse opere idrauliche (sistemi di canalizzazione, laghi artificiali, bacini, dighe, ecc.). I templi rimasti di Angkor oltre a consentire di determinare i regni in cui furono costruiti, facendo il punto sull'evoluzione delle tecniche costruttive, chiariscono e designano precise fasi stilistiche attraverso cui si svolge in ampia sintesi tutta l'evoluzione dell'arte khmer. Nel 950, prima di un temporaneo trasferimento di Angkor a Koh Ker, due monumenti sono significativi del regno di Jayavarman IV, i templi di Baksei Chamrong (947) e di Pre Rup. Uno dei gioielli più raffinati dell'arte angkoriana è la solitaria “cittadella delle donne”, il famoso Banteay Srei, costruito in arenaria rosa sotto il regno di Jayavarman V (968-1001). Due monumenti che rivelano le fortune del buddhismo sotto il regno di Suryavarman I (1002- 50) sono il tempio a cinque torri del Takeo e il Phimeanakas a forma di piramide e a una sola torre. Sorse quindi fuori delle mura del complesso reale il gigantesco Baphuon a cinque terrazze digradanti e a tre loggiati. Sotto la protezione di Viṣṇu si pose invece il regno di Suryavarman II che alla periferia della capitale innalzò, orientato in direzione ovest (la “regione dei morti”), l'Angkor Vat, rettangolo magico circondato da un fossato largo 180 m con il quale si conclude la fioritura angkoriana dell'arte khmer. Qui il culto del “Monte Meru” si amplifica di originali soluzioni architettoniche e di invenzioni plastiche di rara efficacia decorativa. Nel periodo di maggiore espansione dell'Impero khmer Jayavarman VII diede prova di uno stimolo costruttivo che superò ogni precedente. L'antica capitale venne ribattezzata Angkor Thom (“Grande Capitale”): di essa il maggiore monumento è il Bayon, con le sue molteplici torri sagomate a sembiante umano e rivolte verso i quattro punti cardinali.
Bibliografia
Per la storia
P. Groslier, J. Arthaud, Angkor, Art and Civilization, Londra, 1957; J. Villiers, L'Asia Sud-orientale, in “Storia Universale”, vol. XVIII, Milano, 1968; L. Petech, L'Asia Meridionale, in “Il mondo orientale”, Novara, 1970.
Per l'arte
G. de Coral Remusat, L'art Khmer, les grandes étapes de son évolution, Parigi, 1940; P. L. Briggs, The Ancient Khmer Empire, Filadelfia, 1951; G. Groslier, Angkor, Parigi, 1956; J. Boisselier, Le Cambodge, Parigi, 1966.