Generalità

La più orientale delle tre grandi penisole dell'Asia meridionale. Detta meno propriamente India Posteriore per la sua posizione al di là dell'India rispetto all'Europa, è nota anche come Sud-Est asiatico; ha un'estensione di ca. 2 milioni di km² e comprende Birmania (o Myanmar), Thailandia, Laos, Viet Nam, Cambogia e Malaysia Peninsulare. Saldata a N al resto del continente asiatico tra l'India e la Cina (donde il suo nome), si allunga verso S tra gli oceani Indiano (golfo del Bengala, Mar delle Andamane, stretto di Malacca) a W e Pacifico (Mar Cinese Meridionale, golfo del Siam) a E, insinuandosi nelle isole della Sonda con la Penisola di Malacca. Le coste dell'Indocina sono per lo più alte e rettilinee, tranne che in corrispondenza delle pianure deltizie dei fiumi Irrawaddy, Sittang e Salween, tributari dell'Oceano Indiano, Menam, Mekong e Fiume Rosso, tributari dell'Oceano Pacifico. Nel complesso l'Indocina è una regione montuosa, con catene assai frammentate, orientate quasi sempre in direzione longitudinale e con altitudini decrescenti da N a S. Tre sono i rilievi principali: a W quello birmano (monti Letha, Chin e Arakan), che si prolunga nelle isole Andamane e Nicobare; al centro una serie di dorsali parallele che racchiudono l'altopiano di Shan e che proseguono oltre l'istmo di Kra nella penisola di Malacca; a E la Catena Annamitica, che nell'interno digrada dolcemente verso i bassopiani di Thailandia e Cambogia. Nel modellamento attuale ha giocato un ruolo rilevante l'erosione delle acque correnti che hanno inciso profonde valli, facili vie di accesso all'interno, e hanno formato vaste e fertili pianure alluvionali. Il clima è di tipo tropicale, regolato dai monsoni che suddividono l'anno in due sole stagioni, quella delle piogge e quella secca; tuttavia le differenze altimetriche, la latitudine e l'orientamento delle catene montuose creano condizioni particolari da zona a zona. La flora è molto simile a quella della vicina Insulindia: la savana caratterizza la parte orientale, la foresta tropicale quella occidentale, con produzione di caucciù e legname pregiato, mentre nelle aree deltizie si coltivano riso, tè, cotone, tabacco e canna da zucchero. Molto ricca è anche la fauna, con numerose specie di mammiferi, rettili, anfibi e pesci. Per la sua posizione l'Indocina è sempre stata un punto d'incontro di civiltà diverse (cinese, indiana, malese): il popolamento è avvenuto gradualmente e il sovrapporsi di popoli venuti da N in ondate successive ha creato un complesso miscuglio etnico. I gruppi principali sono oggi i Birmani, i Thai, i Khmer e i Vietnamiti (Tonchino, Annam e Cocincina); gruppo a sé costituiscono i Malesi, stanziati nel settore meridionale della penisola di Malacca, mentre numerosi sono i Cinesi, specie nella Malaysia Peninsulare.Per l'arte, v. Birmania, Thailandia, Laos, Viet Nam, Cambogia, Malaysia.

Cenni storici

Benché la prossimità geografica avesse creato in ogni tempo occasione di qualche contatto tra i popoli e le civiltà della Penisola Indocinese, l'andamento delle catene montuose e altri fattori naturali avevano tuttavia reso molto difficile la formazione di entità unitarie e anche il mantenimento di un effettivo scambio di influenze. Tra i vari aggregati politico-culturali della Penisola Indocinese erano venuti emergendo con caratterizzazione propria e stabile soltanto quello vietnamita – contraddistinto rispetto a tutti gli altri dalla più forte, costante e organica spinta all'espansione e alla trasformazione della natura – quello Khmer, quello Thai-siamese e molto più a occidente quello birmano: vale a dire le civiltà che occupavano le grandi aree piane adatte all'agricoltura. Soltanto la colonizzazione francese cercò di fondare nell'Indocina un potere politico ed economico unitario complessivo: si trattò in effetti di un'unità più artificiosa che organica, in quanto il gioco di concorrenza delle potenze e in particolare le obiezioni della Gran Bretagna non permisero mai alla Francia di insediare il proprio controllo sull'intero complesso della penisola indocinese. Inoltre la fittizia unità dell'Indocina Francese fu affermata negando artificiosamente la reale e storica unità del Viet Nam, che costituiva nel complesso coloniale francese dell'Estremo Oriente il maggiore aggregato e che non poteva non avere peso determinante sulle sorti dell'Indocina.

Lingue e letterature

Le attuali lingue nazionali dell'Indocina sono il birmano, il thailandese o siamese, il laotiano, il cambogiano, l'annamita o vietnamita. Oltre a queste lingue, che rappresentano gli idiomi ufficiali degli Stati della penisola, altre hanno avuto anticamente la dignità di lingue nazionali; così il cham, il mon e il pyu. Solo dopo il primo millennio della nostra era, le migrazioni verso il Sud delle popolazioni birmane dai confini del Tibet lungo l'Irrawaddy, di quelle thai dalla Cina meridionale lungo il Menam, il Mekong e nelle valli del Fiume Rosso e del Saluen, e delle popolazioni vietnamite dal bacino del Fiume Rosso lungo le coste, cominciarono a delineare l'attuale configurazione linguistica dell'Indocina. Ma fra le odierne lingue nazionali resta traccia ancora di una serie di dialetti parlati per lo più da isolate popolazioni montanare che hanno subito scarse influenze esterne e hanno conservato traccia delle lingue originarie delle regioni. Le lingue nazionali sono state in genere molto esposte alle influenze esterne, specie dell'India e della Cina, per influsso delle quali si sono trasformate in lingue colte e letterarie. A titolo di semplificazione, si può dire che l'India ha influito sulle lingue di Birmania, Thailandia, Cambogia e Laos, mentre la Cina soprattutto su quella vietnamita. Diversi sono gli importanti patrimoni letterari tramandati, per gran parte di antica tradizione orale, come quelli dei Naga, dei Lolo, dei Jarai. Come le lingue, anche le letterature si riallacciano all'influenza indiana e cinese; anzi, l'influenza straniera è talmente predominante che solo di rado si può parlare di caratteristiche veramente originali. Le composizioni letterarie più antiche sono addirittura in lingue straniere, ma anche quando gli idiomi indigeni hanno assunto la dignità di lingue letterarie le fonti di ispirazione sono rimaste quasi sempre l'epopea sanscrita, l'opera di edificazione buddhista, il romanzo storico cinese.

Bibliografia

P. Gourou, L'utilisation du sol en Indochine Française, Parigi, 1936; idem, L'avenir de l'Indochine, Parigi, 1947. N. Chomsky, La guerra americana in Asia, Torino, 1972; M. Galluppi, Il Vietnam dalla dominazione francese all'intervento americano, Bari, 1972; N. Sihanouk, L'Indochine vue de Pékin, Parigi, 1972; J. Chesneaux (a cura di), Vietnam: storia e rivoluzione, Milano, 1973; E. Sarzi Amadé, L'Indocina rimediata, Milano, 1983.

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