(in arabo, El Qâira, “La vittoriosa”). Capoluogo del governatorato omonimo e capitale dell'Egitto, 25 m s.m., 6.758.581 ab. (2006), l'agglomerato urbano 11.894.000 ab. (2007).

Generalità

Città dell'Africa nordorientale, situata nella pianura tra il Nilo e il primo gradino dirupato del Gebel el Muqattam, subito a monte del punto in cui il fiume, dividendosi nei due rami di Rosetta e Damietta, inizia la zona del delta. Soprannominata “la città dei mille minareti” per la forte componente di architettura islamica, il Cairo è a lungo stata un centro nevralgico per la politica e la cultura. Si estende per la maggior parte sulla riva destra del Nilo, valicato da quattro ponti, e sulle isole El Gezîra e El Rôda, mentre la sua area metropolitana, chiamata anche Grande Cairo, corrisponde a un vasto insieme urbanizzato, ancora in espansione, in cui è sempre più difficile distinguere le città satelliti che la compongono (El-Gîza, Imbâba, Heliopolis, quest'ultima fondata nel 1906 in pieno deserto, El Matarîya ecc.) da un gran numero di villaggi e centri che tendono a saldarle. La creazione di città nel deserto è stata ripresa negli anni Settanta (Città Sadat). La popolazione del Cairo ha registrato un consistente aumento nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta del sec. XX (2.500.00 di ab. nel 1952, 4.800.000 nel 1960, 6.100.000 nel 1966). In seguito, tale crescita è rallentata, a causa di flussi migratori diretti verso i Paesi petroliferi, per poi riprendere con il venir meno di queste correnti migratorie e con il parallelo fenomeno di inurbamento di una consistente quota di popolazione rurale. L'enorme sviluppo demografico del Cairo ha determinato sia l'insediamento di nuovi quartieri, sia la densificazione delle aree già abitate: ciò, tuttavia, è avvenuto in modo caotico, al di fuori di ogni piano regolatore, e ha reso più drammatiche le conseguenze del terremoto che ha colpito la città nel 1992. La sua continua espansione genera notevoli problemi ecologici: l'inquinamento atmosferico è infatti un tema nevralgico perché la qualità dell'aria è peggiore di molti altri grandi agglomerati di analoghe dimensioni. Alcune stime calcolano che in città muoiano ogni anno tra le diecimila e le venticinquemila persone per le conseguenze dell'inquinamento. Il Cairo è, all'inizio del Duemila, la più grande metropoli dell'Africa e la capitale economica e intellettuale del mondo islamico.

Storia

Il primo insediamento nella zona dell'attuale Cairo, fu un forte romano edificato attorno al 150 d.C. e conosciuto come Fortezza di Babilonia. Una piccola cittadina copta crebbe lentamente attorno alla fortezza, indice del legame tra l'Egitto e l'impero bizantino sotto il quale lo stesso Egitto si era trovato a vivere sino ad allora. Dopo la conquista musulmana del Paese nel 641, da parte del palestinese Amr ibn al-Āṣ, nell'area fu edificato un accampamento militare (fusṭāṭ) a N dell'insediamento copto e di Babilonia. Fustat divenne la capitale del neo-governatorato del quale ʿAmr fu immediatamente titolare per volere del califfo ʿUmar ibn al-Khaṭṭāb. Quando la dinastia abbaside venne sconfitta dalla dinastia omayyade nel 750, questi spostarono la capitale ad al-Askar, che avevano costruito appena a N di Fustat. La struttura primigenia del Cairo fu eretta nel 969 d.C. come città fortificata, in cui era destinato a risiedere e a governare l'Imām fatimide, e venne chiamata, in onore del pianeta Marte (in arabo al-Qāhir, "il Vittorioso") "la città soggiogatrice", vale a dire al-madīnat al-qāhira. Per duecento anni ca. dopo la fondazione del Cairo, il centro amministrativo dell'Egitto rimase Fustat. Ma nel 1168, i Fatimidi diedero Fustat alle fiamme al fine di impedire la conquista del Cairo da parte dei crociati. Nel 1171 il curdo Saladino s'impadronì del potere alla morte dell'ultimo Imām. A lui si deve la costruzione della Cittadella che divenne fino al sec. XIX la sede del potere politico e militare. Nel 1250 i Mamelucchi, si impadronirono dell'Egitto e fecero del Cairo la capitale della loro nuova dinastia. Il governo dei Mamelucchi finì con la conquista ottomana nel 1517. Sotto i Mamelucchi il Cairo vide un forte sviluppo di scuole islamiche e fu crocevia per il commercio di spezie tra l'Europa e l'Asia. Nel 1340, il Cairo contava mezzo milione di abitanti ed era la più grande città a W della Cina. Con gli Ottomani il Cairo si sviluppò prevalentemente verso S e W partendo dalla Cittadella. Lo sviluppo moderno della città risale al sec. XIX quando, a seguito delle campagne napoleoniche del 1798-1801, l'interesse dell'Europa si volse verso l'Egitto. La successiva dominazione britannica diede impulso allo sviluppo della zona (i 300.000 ab. del 1800 divennero 398.700 nel 1882 e 1.059.824 nel 1927): accanto all'antico nucleo arabo andò formandosi la città moderna di tipo mediterraneo, con uffici, banche, negozi, alberghi. L'occupazione britannica durò fino al sec. XX. L'indipendenza dell'Egitto fu dichiarata nel 1922, ma le truppe inglesi rimasero nel Paese sino al 1956, quando si ritirarono in seguito alla rivoluzione egiziana (1952).

Arte e urbanistica

Le rovine dell'insediamento di Babilonia sono ancora visibili presso l'isola di Roda. In età paleocristiana si stabilì nel cerchio delle sue mura la città copta, di cui restano le chiese principali: S. Michele, poi trasformata in sinagoga; la chiesa della Santa Vergine Maria, al-Mu'allaqa, più celebre come “chiesa sospesa” poiché sembra letteralmente poggiare sulle due torri romane. Fu probabilmente eretta nel sec. IX, quindi non è la più antica tra le numerose chiese presenti nel Cairo copto, ma è senza dubbio la più bella; S. Barbara, Abu Sarga fondata nel luogo dove, secondo la leggenda, si sarebbe stabilita la Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto. Tipico di queste chiese, che sono prive di transetto, è il presbiterio di forma rettangolare con tre absidi incorporate. Nel quartiere copto si trova inoltre la sinagoga ben Ezra, la più antica d'Egitto. L'unicità dell'edificio è data dalla sua architettura cristiana, dalle sue decorazioni arabe e dai suoi ornamenti ebraici. Nel 640 (19º dell'egira) la città fu conquistata dalle truppe arabe di ʽAmr ibn-al-ʽĀṣ, generale del califfo di Baghdad ʽOmar, che fondò la nuova capitale El Fustat nell'area immediatamente prospiciente l'isola di El Rôda. ʽAmr circondò la città con una prima cerchia di mura, mentre emergeva la tendenza all'espansione in direzione N, con il quartiere militare di El Askar (armata). Della modesta moschea, fatta costruire da ʽAmr e recante ancora il suo nome, non resta praticamente niente, nell'attuale Miṣr al Qadima (Il Cairo Vecchia), del nucleo originario, numerose volte rimaneggiato. L'importanza della città andò gradatamente aumentando e sviluppandosi in direzione E sotto il governatorato dei Tulunidi, ex schiavi turchi dei califfi abbasidi, che tra l'868 e il 905 diedero vita a una breve dinastia indipendente da Baghdad. L'esempio più interessante dell'architettura tulunide rimane naturalmente la Grande Moschea, costruita in laterizio cotto, secondo la tecnica mesopotamica. La sala di preghiera dell'edificio di ibn Ṭūlūn ha cinque navate parallele al muro della qibla (unico elemento che la differenzia da quelle abbasidi), definite dai pilastri disposti col lato più largo ortogonalmente all'asse maggiore della corte. Un altro richiamo all'arte irachena si ha nel minareto della stessa moschea, costruito a imitazione di quelli elicoidali di Samarra. Il periodo d'oro del Cairo coincise tuttavia col regno dei Fatimiti (969-1171), che le diedero l'aspetto di grande città e la dotarono di innumerevoli monumenti religiosi, civili e militari. Fra le moschee più famose di questo periodo si ricordano quella di Al-Azhar (970-71), una delle istituzioni più venerabili della città sede anche dell'università di scienze teologiche. La moschea di al-Ḥakīm, è costruita sul modello della moschea di ibn Ṭūlūn, con due torri a più piani nella facciata; quella funeraria di al-Juyushi (1085) e numerosi mausolei. Altrettanto importante, sebbene assai rimaneggiato, è quanto rimane della cinta muraria della città, con grandi torri quadrate e porte monumentali, di cui si possono ammirare ancora, nella loro semplice ma superba imponenza, il Bab al-Futuh, il Bab al-Nasr e il Bab Zuwayla. Le porte di al-Mudarrag e di al-Qarafa, con ingressi “a baionetta”, sono invece tipiche del periodo ayyubita, caratterizzato dalle costruzioni militari del Saladino, concentrate tuttavia prevalentemente fuori del Cairo, per ragioni difensive. La dinastia dei Mamelucchi dotò la città di una serie imponente di monumenti, basati su un'altissima abilità tecnica e su ottimi materiali costruttivi: calcare e pietra perfettamente tagliata. Fra i complessi più imponenti: quelli di Baybars I (1266-69), di Qalāwūn (1285), di al-Maridani (1338-40) e di Sultān Ḥasan (1356-63), uno degli edifici più belli della città. La decorazione architettonica, assai movimentata negli esterni da aggettature, arcatelle, muqarnas, è ricca all'interno di legni intagliati (già presenti, in esempi sontuosi, fin dall'epoca fatimide), mosaici di ceramica e marmi intarsiati. Tutti i raccordi delle cupole, lisce all'interno ma assai variate all'esterno (con disegni a costolature, zig-zag, spina di pesce), sono mascherati da muqarnas in stucco o, soprattutto, in legno lavorato e dorato. Il periodo turco ottomano (secc. XVI-XVIII) poco o nulla ha aggiunto al patrimonio monumentale del Cairo le cui costruzioni, religiose o civili, non sono che una replica fedele di quelle di Costantinopoli (per esempio la moschea di Muḥammad ʽAlī, o la Sinaniyya). Nella seconda metà dell'Ottocento si ebbe un rinnovamento urbanistico ispirato all'Occidente, con l'erezione di nuovi quartieri con grandi strade a reticolato geometrico, giardini e piazze con fontane monumentali. Con il regno d'Ismāʽīl, ca. nel 1865, cominciò un altro periodo della storia urbana del Cairo caratterizzato, dato l'enorme sviluppo commerciale che produsse un'elevatissima immigrazione dall'Europa occidentale, da un inserimento di modelli urbani di derivazione europea sulla struttura della città araba. Il sorgere di questa tendenza che, anticipata nel piano di W. Hammerstein del 1858, si concretizzò nel 1874 con il piano di P. Grand Bey, si può ricondurre alla costruzione del complesso di edifici e del porticato che circondano il giardino di Ezbekieh tra il quartiere di El Ezbekieh e di El Mouski, dove fino ad allora s'era concentrata la colonia europea. Con la costruzione di analoghi complessi, furono tracciate nuove arterie come quella che collega, in direzione N-S, il nucleo antico alla stazione ferroviaria centrale, e i boulevards che costeggiano il Nilo o penetrano nel centro costituendo rapidi collegamenti tra i nuovi quartieri residenziali esterni e la città. Sulla scia del movimento delle “città giardino” vennero costruiti nuovi quartieri residenziali, come Heliopolis, in prossimità dell'antica città omonima, o come la città giardino nel quartiere di Kasr el Doubara, lungo le sponde del Nilo tra le due isole.

Musei

L'attuale Museo Egizio, il più importante del mondo per le raccolte egizie, fu inaugurato dal chedivè Ismāʽīl il 18 ottobre 1863, per volontà di Auguste Mariette, allora direttore degli scavi, col proposito di conservare in Egitto le vestigia della sua antica civiltà che, fino ad allora, erano andate ad arricchire i maggiori musei stranieri. Nonostante la sua fama, il Museo Egizio del Cairo, progettato dall'architetto francese Marcel Dougnon, non è molto esteso. La sede primitiva era a Būlāk, di qui fu trasferita per breve tempo a Giza e nel 1902 fu inaugurato l'attuale sito nella piazza centrale del Cairo, Midan el-Tahrir. Le collezioni sono disposte su due piani; al piano terreno sono allocati grandi monumenti in pietra (statue, stele, sarcofagi, in ordine cronologico), al piano superiore sono invece esposte tipologicamente le varie categorie di oggetti, dalla preistoria all'età romana. Qui,, nelle gallerie di destra e di fondo, è sistemato il materiale proveniente dalla tomba intatta di Tutankhamon. Tutta la disposizione era stata all'origine studiata in modo da rendere possibili le inserzioni del materiale proveniente incessantemente dagli scavi (è da notare che, a parte alcuni piccoli musei locali, quello del Cairo raccoglie tutto quanto viene scoperto nel territorio egiziano), ma l'eccessivo affollamento ha reso necessario l'approntamento di un nuovo museo ispirato alle più moderne concezioni espositive. Il museo venne danneggiato e saccheggiato nel corso delle rivolte del 2011, ma buona parte dei reperti trafugati sono stati recuperati. È un edificio in stile neo-islamico, e il nucleo della collezione è composta da frammenti rimossi da moschee e altri monumenti del Cairo e riuniti alla fine del sec. XIX, allo scopo di prevenirne la sottrazione da parte dei cercatori di tesori europei. Ospita esempi di falegnameria artigianale provenienti dalle moschee della città, tra cui enormi porte intarsiate in avorio, fregi intagliati e un raffinato pulpito del sec. XlV. Altri oggetti della collezione del museo includono ceramiche turche e persiane, manoscritti e libri miniati, tappeti e arazzi. Il Museo Mahmoud Khalil, sulla riva occidentale del Nilo, è notevole, oltre che per la bellezza dell'edificio per la ricca collezione di dipinti impressionisti, raccolti da Mohammed Mahmoud Khalil (1876-1953), magnate francofilo e importante personaggio politico tra gli anni Trenta e Quaranta del sec. XX. L'esposizione comprende opere di Corot, Degas, Millet, Monet, Renoir, Pissarro, Sisley, Ingres e Toulouse-Lautrec. Il Museo dell'Agricoltura è dedicato alla vita quotidiana nella Valle del Nilo e alla presentazione delle antiche tecniche agricole. Il reperto più pregevole è costituito dalla mummia di un toro Api proveniente dal Serapeo (o Serapeum, camera mortuaria costituita da oscuri corridoi intervallati da stanze contenenti sarcofagi di granito, a custodia delle mummie) di Saqqâra. Uno degli edifici ospita il Museo del Cotone, il principale prodotto esportato dall'Egitto, a partire dalla sua introduzione nel Paese nel corso del sec. XIX. Il Dr. Rragab's Papyrus Institute invece è più una sala di esposizione e vendita che un istituto di ricerca, anche se è notevole la ricostruzione al suo interno della storia del papiro e dei suoi derivati, a partire dall'illustrazione delle varie fasi della fabbricazione dei fogli dagli steli della pianta. Il Museo della Società di Entomologia offre un'esposizione comprende insetti e uccelli impagliati e risale all'occupazione britannica; il Museo Nazionale delle Poste, ospitato in un annesso dell'edificio centrale della Posta di Midan Ataba, testimonia il primato egiziano nell'emissione dei francobolli (1886). Il Museo del Bambino è ubicato invece in un piccolo parco boscoso, a Eliopoli; Inaugurato negli anni Ottanta del sec. XX, il museo si serve di tecniche multimediali che compiono tour virtuali in sezioni trasversali di piramidi, attivano filmati con animali o trasmettono musica. Al suo interno si trova un laboratorio d'arte. Il Museo Principessa Fatima, intitolato alla figlia del khedive Ismail Pascia nota per la sua benevolenza, raccoglie ca. 500 opere d'arte e numerose rarità confiscate alla famiglia regale in seguito alla rivoluzione socialista del 1952. Espone un assortimento eterogeneo che spazia da tappeti e arredi a una collezione di macchine fotografiche del sec. XX. Notevole anche il giardino coperto in “stile romano”, completo di mosaici e sculture.

Università

L'importanza culturale del Cairo è determinata anche dalla presenza nella città di numerose università e accademie: l'Università del Cairo (1908), l'Università Americana del Cairo (1919), l'Accademia Araba per le Scienze e la Tecnologia e i trasporti marittimi (1972), l'Accademia Sadat per il Management (1981), la Misr International University (1996), l'Università delle Scienze moderne e delle Arti (1996) e numerose sedi di università internazionali. La più celebre e antica è l'Università di El Azhar, celebre scuola coranica risalente al 972; l'istituto possiede una biblioteca, dedicata soprattutto agli studi religiosi, importante per il suo ricco fondo di manoscritti (oltre 20.000). Tra le altre istituzioni culturali vanno ricordate l'Accademia di musica araba e la Biblioteca nazionale egiziana che, fondata nel 1870, è la seconda biblioteca del mondo arabo, dopo quella di Alessandria: conta ca. 850.000 volumi.

Economia

Sede di industrie manifatturiere (produzione di automobili, frigoriferi, tessuti, tabacco e di trasformazioni alimentari) e di industrie pesanti (siderurgia, metallurgia, cementifici, materiali da costruzione). Le raffinerie di petrolio di Mostorod, alla periferia settentrionale della città, sono servite dall'oleodotto Suez-Il Cairo. La città è, inoltre, un grande mercato agricolo e un centro commerciale della massima importanza all'incrocio dei traffici tra l'Europa, l'Asia e l'Africa centrale e meridionale. Vitale per l'economia della città l'apporto di valuta estera derivante dagli intensi flussi turistici. Al Cairo risiede la più vasta e antica industria cinematografica e musicale del mondo arabo. Numerose società internazionali di media, di business e organizzazioni di varia natura hanno gli uffici nella città e la Lega Araba ha avuto a lungo al Cairo la sua sede. Importante nodo stradale e ferroviario, è collegato ad Alessandria, Assuan, Suez e Porto Said, ed è dotato di quattro aeroporti (di cui due internazionali), un porto fluviale e una metropolitana (aperta nel 1987), che collega la città a Helwân.

Bibliografia

Per la storia

M. Clerger, Le Caire, Il Cairo, 1934; T. Salvetti, Viaggio alle origini del Cairo, Roma, 1968.

Per l'arte

U. Tarchi, L'architettura e l'arte musulmana in Egitto, Torino, 1923; K. A. C. Creswell, The Muslim Architecture of Egypt, I, Ikshids and Fatimidis, A. D. 939-1171, Oxford, 1952; A. Badawy, Guide de l'Egypte Chrétienne, Il Cairo, 1953; C. Aldred, Gli egiziani, tre millenni di civiltà, Roma, 1980; D. Behrens-Abouseif, Islamic Architecture in Cairo. An Introduction, Leida, 1989.

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