Mènfi (Egitto)
(greco Mémphis). Località archeologica dell'Egitto, 20 km a S del Cairo, alla sinistra del Nilo. Fu fondata, secondo Erodoto, da Menes, che vi stabilì una fortezza detta il Muro Bianco (Inb-ḥḏ). Durante la III dinastia divenne capitale del regno e successivamente, anche quando la residenza regale fu posta altrove, mantenne sempre il suo ruolo di seconda capitale, grazie alla favorevole posizione geografica e alla presenza di templi assai venerati. Della città, che pure doveva avere una estensione enorme, resta assai poco, perché i vari monumenti furono in gran parte distrutti per reimpiegare i materiali nella costruzione delle vicine Fostat e Cairo. Rimangono tracce del tempio di Ptah, che era preceduto da due colossali statue di Ramesse II, di cui una si trova tuttora in situ e l'altra è stata collocata al Cairo, nel piazzale della stazione. Dalle fonti si sa che vi erano templi dedicati a Iside, a Hathor e ad alcune divinità siriane introdotte in Egitto all'inizio del Nuovo Regno. La città era divisa in quartieri relativamente autonomi, spesso contraddistinti dal nome delle popolazioni straniere che li abitavano (quartiere dei Carii, dei Fenici, dei Greci), il che testimonia del suo carattere cosmopolita. Alla città apparteneva una necropoli immensa, in gran parte risalente all'Antico Regno, comprendente El Gîza, Abu Ṣir, Saqqara e Dahšur
Menfi (Egitto). Sfinge in alabastro.
De Agostini Picture Library/A. Curzi