Ptah
dio egizio, originariamente il dio poliade di Menfi, inteso anche come personificazione del suolo menfitico (o universalmente della terra). Nell'Antico Regno è già identificato con Sokaris, il dio della necropoli di Menfi: Ptah-Sokaris unifica, in tal modo, la città dei vivi con la città dei morti. Un'ulteriore identificazione, che muove da Osiride come dio dei morti, porta al costrutto Ptah-Sokaris-Osiride, quale divinità trascendente Menfi e, ormai, panegiziana. A partire dal Nuovo Regno riacquista una sua individualità: è lo sposo della dea Sekhmet e il padre del dio Nefertum; viene raffigurato in forma antropomorfa. Nella cosiddetta Teologia menfita, Ptah appare come un creatore trascendente il creato: una funzione del pensiero; egli opera con il cuore (la sua volontà) e con la lingua (la parola efficace). Ma, a un altro livello, troviamo che Ptah crea l'uomo con l'argilla, operando come un vasaio. A questo livello egli diventa il protettore degli artigiani e, come tale, venne identificato dai Greci con il loro Efesto.