(Brussel). Capoluogo della regione Bruxelles-Capitale (Belgio) e capitale del Belgio, Grande Bruxelles, 1.012.258 ab. (stima 2005), 162 km² , 6249 ab./km².

Generalità

. Sorge, a 77 m s.m., sul fiume Senne, piccolo affluente navigabile del Rupel, che attraversa da S a N la città mantenendosi sotterraneo durante tutto il percorso. Sorta sulle alluvioni del Senne, Bruxelles si sviluppò intorno a un castello del sec. X, sulla grande strada commerciale Colonia-Bruges, e successivamente si estese sui bassi terrazzi circostanti, soprattutto verso SE. Il moderno sviluppo dell'industria tessile e delle comunicazioni valorizzò al massimo la già felice posizione geografica di Bruxelles, che oggi si trova al centro di una fitta rete di strade e ferrovie; il canale di Willebroek collega il porto fluviale della città (situato nella parte settentrionale) con il fiume Rupel e quindi con l'estuario della Schelda, mentre numerosi canali navigabili la uniscono al bacino carbonifero di Charleroi e alla zona industriale della Sambre. Bruxelles appartiene alla regione di Bruxelles-Capitale, che insieme alle Fiandre e alla Vallonia, costituisce l'insieme delle partizioni federali del Belgio. La città vera e propria è uno dei 19 comuni che costituiscono la regione di Bruxelles-Capitale: è composta oltre che dal centro storico delimitato dal perimetro dei grandi boulevard – limite dell'espansione urbanistica di inizio Novecento – a N dai quartieri di Laeken, Neder-over-Heembek e Haren; a E dal Quartiere europeo; a S, l'agglomerato lungo l'asse delle avenue Louise e Roosevelt fino al Bois de la Cambre. Enclave bilingue in zona fiamminga, Bruxelles tende a diventare francofona e ad assumere carattere cosmopolita da quando il cosiddetto “Quartiere europeo” è sede di organismi internazionali (UE, EURATOM, NATO). Bruxelles, famosa per l'artigianato di pizzi e arazzi, svolge importanti funzioni culturali, grazie ad alcune prestigiose istituzioni scolastiche superiori, tra cui numerose università (le principali sono l'Université Libre, di lingua francese, fondata nel 1834, e la fiamminga Vrije Universiteit, staccatasi dalla prima nel 1970), al Museo d'Arte Antica, ai Musei Reali d'Arte e di Storia e alle numerose biblioteche. Annualmente vi si svolgono manifestazioni musicali, cinematografiche e artistiche. Fu sede dell'Esposizione Internazionale nel 1958 e capitale della cultura europea nel 2000. La Grand'Place e gli edifici di Victor Horta sono censiti dall'UNESCO tra i luoghi Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Urbanistica

Il centro mercantile altomedievale si sviluppò sulla riva destra del fiume Senne (il mercato corrisponde ca. all'attuale Grand'Place), mentre nel Duecento, con il trasferimento del castello ducale sulla collina di Caudenberg, si ebbe la distinzione fra la città bassa mercantile e la città alta destinata a sede signorile. La seconda cinta muraria (1357-83), di forma trapezoidale, lunga 7,5 km, con 74 torri e 7 porte, contenne ogni successiva espansione urbana fino al sec. XIX, quando venne alterato il volto della città bassa medievale, con il riempimento delle ramificazioni del fiume Senne, l'apertura di nuove arterie di attraversamento, la demolizione dei bastioni sostituiti da boulevard, il risanamento di interi quartieri. Ed è oltre il tracciato dei boulevard che si è sviluppata la moderna Bruxelles, attraversata da grandi arterie a scorrimento veloce. Nella sua espansione l'agglomerato urbano ha raggiunto numerosi sobborghi autonomi inglobati ormai nella “Grande Bruxelles”; i maggiori sono: a N, Schaerbeek; a S, Ixelles, Etterbeek, Uccle e Saint-Gilles; a W, Anderlecht e Molenbeek-Saint-Jean. La sua anima urbanistica resta fortemente bipartita tra il centro medievale, o città bassa, e quella moderna, la città alta.

Storia

Dapprima semplice fortezza, fu fondata dai Franchi nel sec. VII e in seguito ampliata e rinforzata dal duca Carlo di Lorena. Bruxelles era nota allora con il nome di Bruocsella o di Broecsele (costruzione sulla palude). Alla fine del sec. XII iniziò il suo sempre maggiore sviluppo, favorito dalla posizione all'incrocio di importanti strade. Nel 1299 il duca Enrico I di Brabante le garantì i diritti di città e nel 1312 il duca Giovanni II di Brabante garantì ai cittadini la loro “carta” (conosciuta col nome di Cortenberg) che fu poi confermata dalla “festosa entrata” del duca Venceslao a Lovanio (1356), che poi cedette il ruolo di capitale a Bruxelles. Il ducato passò nel 1430 al duca di Borgogna e da allora la città fu al centro dei maggiori avvenimenti storici: nel suo castello abdicò Carlo V nel 1555; con gli Asburgo di Spagna divenne una delle città più importanti dell'Europa; nel 1695, durante la guerra della Lega di Augusta, fu bombardata dai francesi; dal 1714 divenne la capitale dei Paesi Bassi spagnoli; nel 1789 vi scoppiò la rivoluzione detta del Brabante contro il centralismo di Giuseppe II; durante la Rivoluzione francese, divenne il capoluogo del dipartimento francese del Dyle. Con la caduta di NapoleoneBruxelles diventò con l'Aia una delle due capitali del Regno dei Paesi Bassi. Da Bruxelles nella notte tra il 22 e il 23 agosto del 1830 partì la scintilla del moto rivoluzionario che incendiò tutto il Belgio e distrusse l'unione con l'Olanda; il nuovo re Leopoldo I di Sassonia-Coburgo-Gotha vi si insediò il 21 luglio 1831. Occupata dai tedeschi durante la prima guerra mondiale (agosto 1914-novembre 1918), fu nuovamente occupata e in parte distrutta nel corso del secondo conflitto mondiale (maggio 1940-settembre 1944). Il 22 marzo 2016 una serie di attentati terroristici di matrice islamica colpivano la città provocando la morte di oltre 30 persone.

Arte e architettura

Una delle maggiori testimonianze dell'epoca medievale è rappresentata dalla collegiata dei Santi Michel-et-Gudule in forme gotiche primitive (1226-75) , mentre la navata centrale (sec. XIV) è tipicamente brabantina e la facciata (sec. XV) di J. van der Eycken e J. van Ruysbroeck è del tipo francese a due torri. Le famose vetrate sono di B. van Orley, di F. de Vriendt e di M. Coxcie. Capolavoro del gotico brabantino è la chiesa di Notre-Dame-des-Victoires, o del Sablon (ca. 1420-50), mentre caratteri analoghi presenta lo spazioso interno di Notre-Dame-de-la-Chapelle, a tre navate su pilastri cilindrici (1421-83). L'edilizia civile del periodo borgognone è rappresentata dal palazzo comunale, il più imponente Hôtel-de-Ville tardo-gotico fiammingo, eretto sulla Grand'Place da J. van Thienen (1402) e compiuto da J. van Ruysbroeck nell'altissima torre centrale a cuspidi e guglie (1448-63): all'interno, nella Sala Gotica, arazzi di Bruxelles e di mechelen. Dei palazzi signorili in stile gotico flamboyant sul Caudenberg sono da ricordare quello di Clèves-Ravenstein e quello di Nassau (sec. XV-XVI). Dal sec. XVI Bruxelles fu la città dei Paesi Bassi più aperta al classicismo italiano (palazzo del cardinale Granvelle di S. van Noye, 1550); il barocco vi acquistò un'enfasi particolare come testimoniano le opere di J. Francart (Chiesa della Trinità, 1621), M. de Vos e J. Cosyn (palazzi signorili). Dopo il bombardamento della città nel 1695, venne realizzata una nuova sistemazione urbanistica della città alta. La ricostruzione della Grand'Place fu diretta da G. de Bruyn, che vi eseguì la Maison des Ducs de Brabant, capolavoro del barocco fiammingo, mentre di van Delen, Cosyn e van Nerven sono le case con le facciate ricche di sculture e dorature e i caratteristici frontoni a fasce. Dopo l'esplosione del barocco fiammingo, l'influsso del classicismo francese subentrò per tutto il sec. XIX sia nel periodo neoclassico sia, dopo il 1830, in quello dell'eclettismo per gli edifici pubblici e privati e per quelli religiosi. Appartengono a questo periodo il grandioso Palais de Justice (1883). Con l'espansione urbanistica della seconda metà del secolo, Bruxelles si diede un nuovo volto architettonico: in polemica con l'eclettismo architetti e decoratori crearono uno stile nuovo, l'Art Nouveau, strettamente legato all'industrializzazione e alla problematica sociale. V. Horta fu maestro e ispiratore della nuova corrente architettonica: tra i suoi capolavori, l'Hôtel Tassel (1893-94) e la Maison Autrique (1893) furono gli archetipi del movimento che nel giro di un ventennio arricchirono i quartieri di Bailli, Chatelain, Brugmann e Ixelles di edifici, pubblici e privati, di straordinario pregio e originalità che hanno fatto di Bruxelles, al fianco di Vienna e Barcellona, una delle capitali europee dell'Art Nouveau. Molti di essi andarono perduti nel corso del Novecento, ma negli ultimi decenni un sapiente lavoro di restauro ha riportato al loro splendore molti palazzi: ancora di Horta sono la residenza privata dell'architetto (1898-1901), e ora sede del Museo a lui dedicato e all'Art Nouveau; gli ex Magazzini Waucquez (V. Horta, 1906), ora sede del Musée de la Bande Dessinée; e l'Hôtel Solvay (1894); l'Hôtel Hannon (J. Brunfaut, 1903-04), sede di un'esposizione fotografica; Maison Cauchie (P. Cauchie, 1905). Costruito tra il 1905 e il 1911 è invece il Palais Stoclet, di J. Hoffman, con interni dipinti da G. Klimt. Nel 1935 nel quartiere settentrionale di Heysel, per celebrare il primo centenario dell'indipendenza nazionale, si organizzò un'Esposizione Universale per la quale venne costruito il Palazzo delle Esposizioni, bell'esempio di architettura Art déco. Negli anni a seguire l'area, caratterizzata da un vasto parco adibito agli incontri congressuali e allo svago e divertimento, si arricchì di altri edifici, tra cui lo stadio Roi Baudouin. Nel 1958 l'area di Heysel ospitò una nuova edizione dell'Esposizione Internazionale: fu per questa occasione che venne costruito l'Atomium (A. Waterkeyn e M. Polak). Per metà scultura, per metà edificio architettonico, l'Atomium rappresenta una molecola di ferro ingrandita di 160 milioni di volte ed è costituita da nove grandi sfere collegate fra loro da tubi. Alta oltre 100 m, la struttura è uno dei simboli di Bruxelles. Tra il Parc du Cinquantenaire – all'interno del quale si trovano i Musées Royaux d'Art et d'Histoire e il Musée du Cinquantenaire, oltre al Pavillon Horta e all'Autoworld, un museo dell'Automobile – e il Parc Léopold sorse, a partire dalla fine degli anni Cinquanta del Novecento, il Quartiere europeo, sede degli edifici che ospitano le istituzioni dell'Unione Europea, allora ancora definita CEE, Comunità Economica Europea. Edificio simbolo per anni fu il Berlaymont, sede dal 1967 della Commissione dell'Unione, un gigantesco palazzo di quattro ali disposte a forma di X: dal 1991 al 2004 è stato chiuso e sottoposto a una radicale opera di bonifica e ristrutturazione a causa della consistente presenza di amianto negli elementi costruttivi. Poco distante è la sede del Consiglio d'Europa, nel complesso di Juste Lipse, oltre la quale, ormai all'interno del Parc Léopold e nei pressi della Gare du Luxembourg, si trova il nuovo edificio del Parlamento europeo, con ironia soprannominato, sia per la sua forma ovoidale sia per l'ingente spesa economica che ha comportato la sua costruzione, il Caprice des Dieux. A N della città, a partire dall'ultimo decennio del Novecento, si è sviluppato un nuovo quartiere, denominato Manhattan, esplicito riferimento alla modernità delle soluzioni architettoniche attuate: in questo contesto, che ha il suo asse viario in boulevard du Roi Albert II e che è stato destinato a spazio residenziale, commerciale e di servizi, sono state allestite molte istallazioni di arte pubblica contemporanea: Double Folded Circle Ring (1992, Fletcher E. Benton); Ciel et Terre (1997, L. Vertessen), Esprit Ouvert (1997, Tapte), Ontmoeten-Rencontrer (1997), la scultura-bussola di Pal Horvath La couleur au Nord.

Musei

Fra le collezioni artistiche ospitate nei vari musei cittadini, si ricordano quelle dei Musées Royaux des Beaux-Arts, che nella sua sezione di arte antica presenta una delle collezioni tra le più interessanti e importanti d'Europa per la conoscenza dell'arte fiamminga: da Bosch a Bruegel, da Memling a Cranach, fino a Jordaens e Rubens. Nella parte dedicata all'arte moderna trovano spazio opere ottocentesche (notevole il nucleo dei dipinti di Ensor e di molti francesi: David, Ingres, Corot, Courbet, Delacroix, Bonnard) e novecentesche legate alla stagione del surrealismo, con Delvaux e Magritte. Sotto la denominazione di Musées royaux d'Art et d'Histoire (MRAH) si raggruppano numerosi importanti musei della città: il Musée du Cinquantenaire, il Pavillon Horta-Lambeaux, la Torre Giapponese e il Padiglione Cinese, e il Musée des Instruments de Musique. Il Palais des Beaux-Arts, ospitato in un edificio Art Nouveau di V. Horta, è sede di un Musée du Cinema. Nella Maison du Roi, sulla Grand' Place, ospita il Musée de la Ville. Il Musée van Buuren è ambientato nella residenza privata Art Déco (1929) di un banchiere olandese che, insieme alla moglie, ha raccolto in vita una preziosa collezione di dipinti (tra cui Bruegel, Van Gogh, Permeke). Nel quartiere di Ixelles il Musée des Beaux-Arts conserva una preziosa collezione di manifesti originali di Toulouse-Lautrec, oltre a un vasto repertorio dell'arte tra Otto e Novecento.

Arazzi

Tra i sec. XV e XVII, Bruxelles fu la capitale dell'arazzeria europea. Le manifatture, già attive nel sec. XIV, incrementarono e migliorarono la produzione intorno alla metà del sec. XV. Si produssero arazzi intessuti con filo d'oro e d'argento (il cosiddetto tapis d'or) mentre i soggetti e le bordure, sempre più sontuose, rispecchiavano i motivi della pittura coeva. Un ulteriore sviluppo si ebbe nel Cinquecento e l'arazzo di Bruxelles fu largamente apprezzato anche all'estero. Stilisticamente l'arazzo continuò a valersi dei tradizionali moduli compositivi introducendo anche i motivi decorativi del Rinascimento italiano. Sono da ricordare in particolare la Comunione di Herkimbald (1515; Bruxelles, Museo del Cinquantenario), la Storia della statua miracolosa di Nostra Signora di Sablon (1518; Bruxelles, Museo del Cinquantenario) e la nota serie degli Atti degli Apostoli, ordinata nel 1515 da Leone X ed eseguita da Pieter van Aelst su cartoni di Raffaello. Furono tessuti a Bruxelles anche numerosi arazzi ordinati da Francesco I di Francia su cartoni di Giulio Romano (Storie di Mosè, le due serie delle Storie di Scipione più volte replicate) che contribuirono a diffondere la “maniera italiana” nel N. Su disegno di B. van Orley, pittore di corte della reggente dei Paesi Bassi, fu eseguita la Battaglia di Pavia (1531; Napoli, Museo Nazionale), che divenne il prototipo di un genere di arazzi destinati a celebrare avvenimenti contemporanei. Tale è, per esempio, la ricchissima serie in dodici pezzi della Conquista di Tunisi per Carlo V compiuta da G. Pannemaker nel 1554 su disegni di Giovanni Vermeyen. Il paesaggio e il racconto mitologico dominano invece in altre note serie di arazzi come le Cacce di Massimiliano, tessute da Franz Geubel ca. nel 1535 e la serie di Vertumno e Pomona eseguita da G. Pannemaker. Dalla seconda metà del sec. XVI l'arazzo conobbe un periodo di decadenza. Il suo stile venne rivoluzionato nel secondo decennio del sec. XVII da Rubens, che vi trasferì la grandiosità dei suoi personaggi eroici (la Storia di Costantino, 1627-28, per Luigi XIII; la Storia di Decio Mure, i Trionfi del ). Sempre nel sec. XVII le grandi manifatture di Bruxelles produssero arazzi di gran valore, soprattutto per merito dei cartonisti dell'epoca. Nel secolo successivo, affermandosi sempre più le arazzerie francesi, la produzione decadde progressivamente, fino a quando, nel 1794, venne chiusa l'ultima manifattura.

Maioliche e vetri

La città fu sede di tre manifatture di maiolica: una fondata nel 1705 da C. Mombaers e T. Witsenburg, un'altra nel 1751 da J. Artoisenet, la terza nel 1802 dai fratelli Van Bellinghen. Tipica fu la produzione di terrine a forma di animali da cortile e di verdura, mentre per gli altri tipi di vasellame si imitavano forme e decorazioni di Delft. Presso Bruxelles sorsero invece manifatture di porcellana dura. A Schaerbeek fu attiva dal 1786 al 1790 la Manufacture de Mon Plaisir dai prodotti simili a quelli di Parigi (decorazioni floreali policrome o in seppia e verde). A Etterbeek, Chrétien Kuhne fondò nel 1787 ca. un'altra manifattura di porcellana, attiva sino al 1803, che produceva soprattutto vasellame e gruppi in biscuit secondo i modelli francesi. § Bruxelles ebbe un posto di primissimo piano anche nella produzione vetraria belga. Nel sec. XVII l'immigrazione di maestranze italiane diede grande impulso alla produzione di vetri cosiddetti à la façon de Venise. Fra le fornaci più importanti, quella diretta da L. Bonhome, in cui furono attivi, intorno alla metà del sec. XVII, G. Savonetti e altri maestri altaresi e muranesi; tra questi ultimi A. Miotti ebbe presto a Bruxelles una propria fornace.

Spettacolo

La città fu sede fin dal Medioevo di rappresentazioni di misteri e miracoli e di grandi spettacoli popolari. Subì poi gli influssi del teatro religioso francese, ma nei sec. XV e XVI accolse soltanto rappresentazioni occasionali. In campo musicale invece si sviluppò in questo periodo l'attività della Chapelle de Bourgogne, fondata da Filippo il Buono nel 1431 e divenuta in breve tempo una delle più prestigiose istituzioni musicali europee. Il primo teatro permanente fu la Montagne Sainte Élisabeth (1650), che accolse recite di compagnie francesi e olandesi; nel 1682 aprì una propria sala l'Académie de Musique. Nel gennaio 1700 fu inaugurato il più importante teatro cittadino, il Théâtre de la Monnaie, opera degli architetti italiani Paolo e Pietro Bezzi, che, distrutto da un incendio nel 1855, fu subito ricostruito a spese pubbliche. Dopo aver ospitato nel Settecento spettacoli di ogni genere, questa sala si è sempre più specializzata come sede dell'opera e del balletto (definitivamente dal 1852). Nel 1782 si aprì, come teatro per ragazzi, il Théâtre du Parc, che divenne nella seconda metà del sec. XIX la più autorevole scena di prosa cittadina. Per molto tempo esso dispose anche di una seconda sala, il Théâtre des Galeries Saint Hubert, sorta nel 1847 per accogliere l'opéra-comique. Alla fine del sec. XIX fu pure attivo un teatrino sperimentale, il Nouveau Théâtre, che presentò le prime opere di Maeterlinck. Più significativa, nell'ambito di un teatro di ricerca, è stata però l'attività svolta dal 1922 al 1926 dal Théâtre du Marais di Jules Delacre, che seguì i principi introdotti da J. Copeau al Vieux Colombier, mentre un alto livello raggiunsero negli anni Trenta le messinscene di Adrien Mayer alla Renaissance. Gruppi sperimentali più recenti sono gli Spectacles du Palais diretti da Raymond Gérôme, il Rideau de Bruxelles di Claude Étienne e il Jeune Théâtre de l'Université. Dal 1945 opera infine a Bruxelles un Théâtre National, fondato e diretto dai fratelli Huisman e collegato a una sezione in lingua fiamminga con sede ad Anversa. Importante è anche l'attività concertistica, che ha i suoi centri nell'orchestra nazionale belga (1936), nella Société Philarmonique e nell'orchestra e coro della Radio. Al Conservatoire Royal (fondato nel 1832) fanno capo un'importantissima biblioteca musicale e un museo degli strumenti musicali, che con la sua raccolta di 3300 esemplari è tra le maggiori istituzioni mondiali in questo settore. Presso il Palais des Beaux-Arts la sala Henri Le Boeuf, dalla perfetta acustica, ospita concerti classici e altri prestigiosi spettacoli teatrali. Altre importanti sale da concerto sono il Flagey, edificio Art déco, e le Halles de Schaerbeek, ex padiglione industriale ottecentesco riadattato per concerti contemporanei e pop, anche se la più importante sala da concerti resta quella del Théatre Royal de la Monnaie.

Economia

L'economia cittadina è dominata dalla presenza delle istituzioni europee (oltre che del centro amministrativo nazionale e della sede europea della NATO): la grande macchina burocratica e le attività di servizi a essa collegati interessano la maggioranza della forza lavoro urbana. Si può dire quindi che la città viva fondamentalmente sulle attività terziarie. Oltre alle attività politiche e amministrative, Bruxelles ospita infatti sedi finanziarie e commerciali di numerose società multinazionali. Una certa importanza, da qualche anno, rivestono anche i flussi turistici. Nell'hinterland cittadino si trovano impianti elettrotecnici, tessili, dell'abbigliamento e della produzione di materiale fotografico; in particolare le industrie di base (complessi siderurgici, chimici, metallurgici e meccanici) sono localizzate nella zona meridionale della conurbazione. Al centro di un importante snodo ferroviario tra Nord e Centro Europa – tre sono le principali stazioni: Gare Centrale, Gare du Nord e Gare du Midi – Bruxelles è anche servita da due aeroporti: a Bruxelles-Sud, a Charleroi e Bruxelles-National, Zaventem, interessato nel 2002 da una ristrutturazione architettonica e funzionale.

Curiosità

Uno dei più popolari simboli della città è il Manneken-Pis, il bambino che fa pipì, una piccola statua bronzea secentesca, a pochi passi dalla Grand'Place. Considerando anche il suo agglomerato Bruxelles è tra le capitali europee con maggior rapporto di spazi verdi urbani pro capite: la seconda capitale europea per m² di verde pro capite (27,7 m²). Bruxelles è anche una delle capitali europee del cioccolato: un'antica tradizione di maîtres chocolatiers ne fa una delle mete preferite per turisti golosi che possono anche godere di un apposito Musée du Cacao et du Chocolat. Altra particolarità della capitale brabantina sono i fumetti: nel dopoguerra è andata a formarsi una vera e propria scuola del genere che ha portato al successo internazionale personaggi come Tintin e Lucky Luke, oltre ad altri eroi di avventure colorate. Oltre a un museo, il Centre belge de la Bande Dessinée, per le vie della città si ritrovano, come arredo urbano, le silhouette dei più noti personaggi.

Bibliografia

Per la geografia

L. Verniers, Bruxelles et son agglomération de 1830 à nos jours, Bruxelles, 1958; R. Mols, Bruxelles et les Bruxellois, Bruxelles, 1961; Autori Vari, Das Bild unserer Welt, Stoccarda-Monaco, 1989.

Per la storia

M. Vanhamme, Les origines de Bruxelles, Bruxelles, 1951; L. Verniers, Un millénaire d'histoire de Bruxelles. Depuis les origines jusqu'en 1830, Bruxelles, 1965.

Per l'arte

J. Fayard, Bruxelles, Parigi, 1928; A. Cosyn, Bruxelles, Bruxelles, 1934; L. Verniers, Bruxelles, esquisse historique, Bruxelles, 1945; L. Quiévreux, Bruxelles notre capitale. Histoire, Folklore, Archéologie, Bruxelles-Liegi, 1951; A. Rousseau, Bruxelles et ses environs, Parigi, 1956; R. A. D'Hulst, Arazzi fiamminghi dal XIV al XVIII secolo, Bologna, 1961; E. Spina Borelli, L'arazzo in Europa, Novara, 1963.

Per il teatro

L. Renieu, Histoire des théâtres de Bruxelles depuis leur origine jusqu'à nos jours, 2 voll., Parigi, 1928; R. Kalisky, J. Louvet, J. Sigrid, Teatro belga contemporaneo, Genova, 1984.

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