Magritte, René
Indicepittore belga (Lessines 1898-Bruxelles 1967). Avviato agli studi classici, si volse subito alla pittura frequentando dal 1916 l'Accademia di Bruxelles. Attraverso P.-L. Flouquet nel 1919 Magritte si interessò al futurismo, al cui influsso si sottrasse, dopo aver conosciuto l'opera di De Chirico, per volgersi verso la pittura astratta. Nel 1925 entrò nel gruppo surrealista di Bruxelles (G. Goemans, M. Lecomte e P. Nouge), aderì alla “Società del Mistero” e iniziò la sua collaborazione a riviste varie. Nel 1927 si trasferì in Francia (dove rimase fino al 1930), partecipando alle manifestazioni del gruppo surrealista francese con il quale espose a Parigi nel 1929. Magritte tradusse le sue esperienze e diede immagine alle proiezioni dell'inconscio con un linguaggio autonomo rispetto agli altri surrealisti. La componente metafisica, già presente nelle prime composizioni, di ambigua e fredda colorazione, basate sul gioco delle apparenze e della realtà, diviene più pressante nella enigmaticità delle opere più tarde (Il regno delle luci, 1953-54, Venezia, Fondazione Peggy Guggenheim). La pittura surrealista di Magritte trae i suoi elementi essenziali non dalle zone dell'immaginario, ma dalla realtà quotidiana, dalle immagini familiari, la cui manipolazione trasforma poeticamente la consuetudine dei rapporti e dei significati. Tra le più importanti opere dell'artista ricordiamo: Le faux miroir (1928, New York, Museum of Modern Art), La jeunesse illustrée (1937, Sussex, Edward James Foundation), Le dernier cri (1967, Bruxelles, collezione privata).
René Magritte. La voce del sangue (Vienna, Museo d'Arte Moderna).
De Agostini Picture Library/E. Lessing
Bibliografia
R. Lebel, Magritte, peintures, Parigi, 1969; R. Passeroni, René Magritte, Parigi, 1970; G. Cortenova, Magritte, Firenze, 1991.