La musica in Francia
Il teatro musicale francese nacque propriamente con J.-B. Lully, fiorentino di nascita, aggiornato sull'operismo veneziano e sul contemporaneo grande momento del teatro francese di P. Corneille, J. Racine e Molière. Nell'ambito operistico la presenza di Lully fu determinante, accanto a quella di M.-A. Charpentier (discepolo a Roma di G. Carissimi), M.-R. Delalande e A. Campra, che operarono efficacemente anche nell'ambito della musica sacra.
Marc-Antoine Charpentier (Parigi 1634/1636-1704), tornato a Parigi nel 1662, fino al 1685 collaborò con Molière e P. Corneille all'allestimento di importanti spettacoli teatrali, rivaleggiando con J.-B. Lully. In seguito fu maestro di cappella alla Sainte-Chapelle e si dedicò prevalentemente alla musica sacra. Legato alla tradizione italiana e profondo conoscitore del contrappunto, fu autore fecondissimo di opere teatrali (una quindicina, tutte perdute, tranne David et Jonathas, 1688), musiche di scena, oratori o mottetti drammatici (35, per lo più su testo latino), cantate (8), messe (11), salmi (84) e altra musica sacra (circa 300 composizioni fra cui 4 Te Deum) e profana.
Sempre alla corte di Luigi XIV, si sviluppò una valida tradizione puramente strumentale. Il re ebbe al proprio servizio il famoso complesso dei 24 violons du roi, costituito da grandi virtuosi, esecutori di quelle "sinfonie" che, con le grandi ouverture teatrali di Lully, diedero origine al concerto (J. Aubert, J.-M. Leclair) e alla sonata (F. Couperin e J.-B. Senaillé) francesi. Dalla ricca tradizione liutistica del Cinquecento derivò il gusto per la successione di danze di identica tonalità, genere prontamente individuato con il nome di suite française e ampiamente adottato nella musica per clavicembalo di J.-H. d'Anglebert, N.-A. Lebègue, J.-F. d'Andrieu, N. de Grigny, N. Gigault. Su tutti primeggiò Couperin, che portò la musica per tastiera a un posto di assoluta preminenza in Europa.
La "tragédie-lyrique": J.-B. Lully
L'italiano Giovanni Battista Lulli (Firenze 1632 - Parigi 1687), naturalizzato francese con il nome di Jean-Baptiste Lully, fu ballerino, compositore e direttore d'orchestra. Giunto a Parigi intorno al 1643 con il duca di Guisa, divenne garçon de chambre di M.lle de Montpensier, presso la cui corte affinò le proprie doti musicali e di ballerino, sotto la guida di M. Lambert, del quale nel 1662 sposò la figlia. Nel 1652 entrò al servizio di Luigi XIV, facendo una rapida carriera, favorita oltre che dalle doti artistiche, apparse subito notevolissime sin dai primi ballets de cour composti in collaborazione con I. de Benserade (e nei quali compariva spesso al fianco del sovrano), dall'abilità con la quale mostrò di sapersi muovere nell'ambiente di corte. Nominato nel 1661 sovrintendente e compositore della camera reale, iniziò la collaborazione con Molière, P. Corneille e J. Racine. I primi due gli fornirono nel 1671 il libretto della tragicommedia Psyché, sorta di prova generale della sua attività di compositore d'opera. Nel 1672 gli fu assegnata la direzione dell'Académie Royale de Musique. Forte del privilegio reale, che gli concedeva di fatto un assoluto monopolio nell'ambito della musica drammatica, iniziò nel 1673 con Cadmus et Hermione, su testo del prediletto librettista P. Quinault, la serie delle tragédies-lyriques che dovevano trovare in Alceste (1674), Thésée (1675), Persée (1682), Phaeton (1683), Amadis (1684), Roland (1685) e nel capolavoro Armide (1686) le espressioni più significative.
In queste tragédies-lyriques Lully fissò le basi del teatro lirico francese, che sarebbero rimaste inalterate, nei loro principi, sino alla rivoluzione del 1789: una struttura testuale esemplata sui modelli illustri della tragedia del "grand-siècle"; un recitativo estremamente aderente alla struttura fonetica e significativa della parola; uno stile di canto alieno, nelle brevi arie di forma binaria, ternaria o a rondò, da ogni accento virtuosistico; un largo spazio conferito, nell'economia drammatica, al coro e al ballo, inseriti con naturalezza nello sfarzoso impianto spettacolare; un discorso orchestrale vario e timbricamente brillante, che ha modo di spiegarsi in numerosi episodi strumentali (a cominciare dall'ouverture, della quale Lully fissò la tipica struttura francese consistente in due episodi in tempo grave che inquadrano un allegro in stile fugato).
Notevoli, accanto alle tragédies-lyriques, anche le comédies-ballets su testi di Molière (tra le quali Il borghese gentiluomo, 1670), i balletti e, nell'ambito della musica religiosa, i mottetti a 2 cori (12) per la cappella reale, di grandioso impianto strutturale, e i più semplici "piccoli mottetti" (13), di singolare sapienza di scrittura e di forte intensità espressiva.