La prosa fin de siècle
Nei labirinti della psiche: Schnitzler
Figlio di un noto laringoiatra ebreo, l'austriaco Arthur Schnitzler (Vienna 1862 - 1931) studiò neurologia a Vienna, dove fu condiscepolo di Freud. Dopo aver praticato come medico privato e pubblicato vari saggi sull'ipnosi e la telepatia, si dedicò interamente alla letteratura. Con Hugo von Hofmannsthal fu uno degli esponenti più significativi della cosiddetta “arte dei nervi”, che aveva per antecedente lo psicologismo di Maupassant ed era già stata teorizzata da H. Bahr, capo del movimento dello Jungwien (Giovane Vienna).
Il teatro
Già nel primo lavoro teatrale, Anatol (1893), una serie di sette scene drammatiche che descrivono le avventure erotiche di un ricco dandy, l'autore pone al centro del suo teatro la tematica erotica: da una parte l'incapacità del protagonista di vivere un'autentica esperienza amorosa, dall'altro il continuo fraintendersi di uomo e donna, la prepotenza dell'uno e la fragilità sociale dell'altra. Dopo la tragedia Amoretto (Liebelei, 1894), il cui stesso titolo vuole smentire la drammaticità della conclusione, Schnitzler suscitò un grande scandalo con la commedia Girotondo (Reigen, 1896), rappresentata soltanto nel 1922. Nel susseguirsi dei dialoghi fra dieci coppie, che rappresentano una vasta gamma dei possibili rapporti amorosi, viene ancora una volta messa in scena l'intrinseca falsità dell'amore, carosello grottesco ed evanescente nella sua cosciente o inconsapevole ipocrisia. Al dramma Paracelsus (1897), accostabile a Così è se vi pare di Pirandello, seguirono l'atto unico Il pappagallo verde (Der grüne Kakadu, 1899) e il dramma di argomento rinascimentale Il velo di Beatrice (Der Schleier der Beatrice, 1899). Dedicato al problema dell'antisemitismo è il dramma Professor Bernhardi (1912), che narra la vicenda di un medico ebreo a cui è tolto il diritto di esercitare la sua professione.
La prosa
Il “drammaturgo apparente”, come fu definito Schnitzler, si espresse più compiutamente nel racconto. In Morire (Sterben, 1894) affrontò con straordinario talento narrativo la lenta e inesorabile attesa della morte da parte di un uomo malato e il progressivo deteriorarsi in lui di ogni sentimento, primo fra tutti l'amore. La ricerca stilistica, giocata nel difficile equilibrio tra una prosa netta e precisa e contenuti spesso al limite del delirio, proseguì con I morti tacciono (Die Toten schweigen, 1897) e Il sottotenente Gustl (Leutnant Gustl, 1900), primo esempio in lingua tedesca del monologo interiore con flash-back e associazioni inconsce. Donne di varia estrazione sociale, seduttori e amanti, vittime di una società ormai in declino, tragici rapporti edipici fra madre e figlio, sono al centro dei racconti che Schnitzler scritte prima del crollo dell'Impero asburgico. Alla sua produzione più matura appartengono racconti o romanzi brevi come: Il ritorno di Casanova (Casanovas Heimfahrt, 1917), spietata parabola della vendetta del destino; La signorina Else (Fräulein Else, 1923); Doppio sogno (Traumnovelle, 1926), capolavoro della letteratura onirica, in cui la solida realtà borghese si sgretola a contatto con le inquietanti presenze della notte; Gioco all'alba (Spiel in Morgengrauen, 1927); Fuga nelle tenebre (Flucht in die Finsternis, 1931), descrizione terribile e minuziosa dell'insorgere della follia e della sua devastante capacità di prendere possesso di un uomo, fino a condurlo alla rovina. Nel 1922 Freud espresse la sua ammirazione nei confronti di Schnitzler riconoscendo la grandezza della sua ricerca letteraria, tanto affine alla propria: “Così ho avuto l'impressione che Ella sapesse per intuizione tutto ciò che io con un lavoro faticoso ho scoperto negli altri uomini”.